Filippo Tortu è in corsia 7, non certo al centro della gara. Due anni dopo i 200, per confermare la volata di Savona sulla mezza distanza, per toccare con mano il sogno mondiale. Agile, filiforme, in mezzo a giganti della specialità. Andre de Grasse è il volto nuovo, da Rio un punto fermo, per molti il dopo Bolt, con il giamaicano pronto all'ultima recita iridata. De Grasse è potente ed elegante, l'azione è continua, 20"01. Vince il canadese, come da pronostico. Nei pressi una freccia azzurra. Tortu ribalta il credo iniziale, lui splendido sul lanciato, spinge a tutta in apertura, disegna la curva ed è spalla a spalla coi migliori. La schiena si inarca nei 50 conclusivi, si incarta l'incedere, ma il carattere è pari alla fatica. Regge, quarto, 20"34, uno dei migliori tempi in assoluto in Italia. Vale Londra, dipinto mondiale. Secondo Lemaitre, 20"29, terzo Webb, 20"33. 

I 100 al femminile premiano invece Dafne Schippers. Non una stagione facile per l'olandese, più volte retrocessa al rango di seconda della classe. Dafne, fisico statuario, sorriso contagioso, si presenta ai blocchi con volto tirato. L'uscita dai blocchi è complessa - problema che persiste da tempo, difficile innescare quel motore sui 100 - schizza via la Williams, la Schippers, al centro, è in ritardo. Dai 60, però, emerge travolgente, poderosa. Taglia il traguardo proiettandosi in avanti con la testa, prima, 10"99. Ta Lou e Ahye al suo fianco, quarta la Bartoletta, ancora incerta nella velocità pura. 

Senza protagonisti di peso, i 100 U non regalano particolari emozioni. Gara equilibrata, una linea comune sul traguardo. Ujah - britannico classe '94 - anticipa Vicaut e Baker, il più atteso alla vigilia. 10"02 per il vincitore, vento assente o quasi. Meité è quarto, poi Rodgers. Nono Cattaneo, 10"38.

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo