La vittoria della testa e delle gambe, del singolo e della squadra, del presente e del futuro del ciclismo italiano ed internazionale. 
Fabio Aru vince la Vuelta Espana 2015, scalzando dal gradino più alto del podio Tom Dumoulin proprio nell'ultima giornata utile, grazie ad un attacco a circa 50 km dall'arrivo. 
Questa volta l'Astana è stata impeccabile: il team kazako, oggetto di numerose critiche in questi giorni, ha orchestrato infatti un'azione perfetta, guidando il proprio capitano fino alla linea del traguardo e fino ad una vittoria che sembrava ormai insperata. 

Per Fabio Aru si tratta della prima affermazione in un grande giro dopo il terzo ed il secondo posto ottenuti nelle ultime due edizioni del Giro d'Italia. É un successo dall'altissimo valore, visto i rivali che si sono presentati ai nastri di partenza ed il tipo di sviluppo che ha avuto la corsa, con un'ultima tappa da dentro o fuori e con i problemi che si sono palesati all'interno del proprio team. 
Aru succede nell'albo d'oro ad Alberto Contador; l'ultimo italiano, invece, ad avere trionfato nella corsa spagnola era stato Vincenzo Nibali nel 2010. L'Italia del ciclismo e dello sport, dunque, vive oggi un'altra giornata storica che terminerà stasera con la finale dello Us Open tra Roberta Vinci e Flavia Pennetta. 

Ad aggiudicarsi la tappa odierna ci pensa lo spagnolo Ruben Plaza del team Lampre Merida grazie ad una fantastica azione solitaria durata ben 114 km. Nulla hanno potuto gli altri fuggitivi, tra i quali i nostri De Marchi e Visconti, colpevoli di aver perso il treno buono ma comunque autori di una frazione e di una Vuelta dall'elevato spessore tecnico.
La tappa di oggi prevedeva 176 km, da San Lorenzo de El Escorial a Cercedilla, con quattro gran premi della montagna da affrontare, tutti di prima categoria. 
Le pendenze, però, non sono arcigne: per provare a recuperare i sei secondi in classifica da Dumoulin, Aru deve inventarsi qualcosa e così avviene. 
Sulla penultima ascesa di giornata, il Puerto de la Moncuera, Mikel Landa apre la danze con una progressione imperiosa. Aru si incolla alla ruota del compagno di squadra ed inizia a contare le vittime. 
La prima è Alejandro Valverde, letteralmente piantato e costretto ad abbandonare le residue speranze di podio. Fatica anche Tom Dumoulin, una difficoltà percepita immediatamente dal Cavaliere dei Quattro Mori che allora piazza uno scatto dei suoi. 
In meno di un chilometro, l'olandese perde circa 20 secondi che a conti fatti gli costeranno la Vuelta. 
In discesa, infatti, l'olandese prova a rientrare, ma proprio quando sembra prossimo all'aggancio Aru trova l'aiuto di due compagni di squadra andati in fuga: Zeits e Luis Leon Sanchez. 
L'apporto fornito dai due si rivela decisivo, il vantaggio di Aru aumenta metro dopo metro fino a diventare incolmabile. Alla fine della tappa, lolandese del team Giant-Alpecin pagherà quasi quattro minuti, sprofondando addirittura in sesta posizione in classifica generale. 
Sull'ultima salita provano a far saltare il banco Nairo Quintana e Rafal Majka. Il colombiano cerca l'assalto disperato al podio, ma senza successo. 
L'influenza patita nella seconda settimana ed una tattica ancora una volta troppo attendista gli sono costati un posto tra i primi tre e la speranza di giocarsi la vittoria finale. Il ritiro di Froome era un'occasione che Quintana avrebbe potuto e dovuto sfruttare meglio, ma le fatiche di una stagione molto lunga e dispendiosa si sono fatte sentire. 
Chi sale, invece, sul podio è il polacco Rafal Majka che mette anche a repentaglio il secondo posto di Joaquin Rodriguez: la coppia all'attacco guadagna quasi un minuto al gruppo Aru-Rodriguez permettendo al polacco di portarsi alla fine a soli dodici secondi da Purito in classifica generale. 
Il terzo posto conclusivo è comunque un risultato di prestigio per l'atleta della Saxo-Tinkoff, vista la concorrenza di primissimo livello.  
La classifica generale al termine della tappa odierna vede Fabio Aru in maglia rossa con 1'17" su Joaquin Rodriguez, terzo Majka a 1'29", quarto Quintana a 2'02", quinto Chaves a 3'30", sesto Dumoulin a 3'46". Decimo Domenico Pozzovivo. 

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