Sul finire di un entusiasmante 800, Sun Yang scopre la grandezza di Gregorio Paltrinieri. Per la prima volta, Sun nuota spalla a spalla con un rivale, per la prima volta scopre il "gusto" di giocarsi l'oro all'ultima bracciata. Servono due progressioni per stroncare l'azzurro, per allontanare l'ombra tricolore dal gradino più alto del podio di Kazan. Al termine, Sun e Paltrinieri siedono a fianco, sull'acqua, uno alza il braccio dell'altro, in segno di rispetto. Vincitore e vinto si ringraziano, con una pacca sulla spalla, il boato del pubblico di casa rende onore alla lotta.

Sun è il re del mezzofondo, il campione dei 400, l'argento dei 200, il più forte al mondo. Gregorio Paltrinieri è il ragazzo normale, al cospetto del gigante cinese, un ammasso di ossa, un longilineo fenomeno della vasca. Ritmo di bracciata alto, un passo costante, con l'unico neo di un finale non all'altezza di quello della pantera asiatica. Sun è pacato, si lascia cullare dalle onde, veleggia all'apparenza senza fatica. Anche ai microfoni, la distanza è notevole. Sun parla poco, si nasconde, Greg è un fiume in piena, racconta e si racconta, piace, perché col sorriso non si nasconde, anzi attacca. "I'm ready".

Nella batteria dei 1500, Gregorio corre veloce, Sun al suo fianco tiene in visione l'azzurro a lungo, poi scompare, lontano. Scelta tattica? Stanchezza? Gioco delle parti? La sostanza non cambia, corsia 4 Greg, corsia 3 Sun, è la gara della storia, in cui il Re deve respingere il nuovo che avanza. Nella vasca di riscaldamento Sun c'è, poi, in camera di chiamata la sorpresa, dov'è il grande Sun Yang? Sui blocchi un enorme vuoto, al fianco di Paltrinieri. Si lotta per l'oro, ma l'attenzione scappa fuori dalla battaglia, si insegue un fantasma, il fantasma di Sun. Paltrinieri è grande, grandissimo, sconfigge presenti e assenti, il mondo è azzurro.

Ma Sun? Voci e chiacchiericcio, dalla realtà alla fantasia, da Kazan di corsa ai social. Battibecco e rissa in salsa verdeoro. Sun litiga con Larissa Oliveira, la nazionale brasiliana reagisce in massa. Dalla Cina, secca smentita, una semplice incomprensione. Sun, il migliore al termine della rassegna, parla dopo la premiazione, sussurra qualcosa a Greg, annuncia problemi cardiaci. Esami al rientro in patria, la scelta di non rischiare, la decisione, autonoma, di scendere dal piedistallo dei 1500. 

Il tarlo del dubbio investe i presenti. La Cina si conferma terra del dico-non dico, dal doping dichiarato a distanza di mesi ai problemi coperti in nome di denaro e gloria. Supposizioni, di fronte a una realtà mal raccontata o non raccontata affatto. Sun non ha forse paura di Gregorio, ma sa che oggi per battere Gregorio deve essere al meglio. Sun è un fuoriclasse, uno dei grandissimi del nuoto attuale, ma alle medaglie si somma la reputazione, e al momento, quella di Sun Yang, gigante di Cina, è ai minimi storici. Distinguere le sue colpe da quelle della Federazione serve a poco. Il mistero "sporca" l'immagine. Serve una risposta chiara, magari in vasca, contro Paltrinieri. 

VAVEL Logo
About the author
Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo