Sembra passata un'eternità da quando, in quel lontanissimo 13 di ottobre, nella prima giornata della nuova versione dell'Eurolega, il Darussafaka di David Blatt, costruito con un esborso non propriamente minimo di denaro, espugnava Belgrado e la Hala Aleksander Nikolic, dando il primo dispiacere stagionale ad una rinnovatissima Stella Rossa, priva delle stelle che figuravano nel roster fino all'estate precedente e rimpinguata fino al midollo di nuove leve da far emergere.

Punteggio finale 70-73 in favore dei turchi trascinati dalle giocate individuali di Will Clyburn, autore di 19 punti. Erano due squadre diverse, per fisionomia e, soprattutto, per consapevolezza dei propri mezzi, che si affacciavano alla parentesi europea con ambizioni diametralmente opposte: se i serbi miravano ad una salvezza tranquilla, oltre ad una propaganda di colore verde, mirata al coinvolgimento di più giovani possibili, di contro la stella nascente della quarta formazione di Istanbul provava ad iscrivere il proprio nome nell'èlite del basket europeo.

Pronostici più o meno ribaltati per entrambe, che sette mesi dopo si ritroveranno in Turchia per giocarsi un posto nei playoff: dall'alba al tramonto, sarà ancora Darussafaka-Stella Rossa. Il ballo finale della Regular Season di Eurolega andrà in scena alla Volkswagen Arena, dove la bolgia turca proverà a spingere i propri beniamini verso il sorpasso ai danni dei serbi. Tutti gli occhi dell'Europa della palla a spicchi saranno rivolti allo spareggio, ultimo verdetto di assoluto rilievo ancora da emettere. Andiamo a guardare adesso, nello specifico, come arriveranno alla sfida le due squadre.

Modi di intendere e volere diametralmente opposti

Se alla vigilia dell'inizio della Regular Season si poteva immaginare quali sarebbero state le peculiarità a disposizione di Blatt, con il gioco dei turchi incentrato sulle individualità dei vari Wanamaker, Clyburn e via dicendo, maggiore curiosità c'era attorno alla nuova Stella Rossa, che coach Radonjic ha plasmato, in corso d'opera, a sua immagine e somiglianza. Anche in questo caso, tuttavia, la struttura del roster a disposizione del tecnico montenegrino lasciava presagire ad una formazione di una squadra compatta, che faceva dell'intensità e della compattezza due delle caratteristiche principali.

Ciò che tuttavia non ci si aspettava, dal quintetto di Belgrado, è che dopo le prime difficoltà - fisiologiche - la squadra si compattasse a tal punto da far emergere le qualità del sistema difensivo, quanto offensivo, tanto da far competere la Stella Rossa con le big del campionato. Le vittorie casalinghe contro Real Madrid e Cska hanno fatto letteralmente esplodere l'entusiasmo del pubblico serbo, oltre a far impennare immediatamente le velleità e le ambizioni di Simonovic e compagni. Nessuna individualità spiccata, tanti ottimi giocatori, di sistema, capaci di mettere le proprie caratteristiche a disposizione del compagno e della squadra, peculiarità spesso più facile da conciliare a parole che a fatti. I serbi sono riusciti, cementificandosi nel corso delle prime giornate, a creare una fortissima identità di squadra, prima di iniziare ad inanellare una serie di risultati che, a cavallo delle feste di Natale, hanno trascinato Jenkins e soci nei piani alti della classifica.

Marko Simonovic, ala della Stella Rossa - Foto Eurolega
Marko Simonovic, ala della Stella Rossa - Foto Eurolega

Di contro, invece, il Darussafaka non ha mai trovato questo tipo di identità e di compattezza, restando ancorata praticamente sempre alle giocate individuali dei propri trascinatori. Se Wanamaker non ha mai fatto mancare il proprio contributo, le lacune strutturali difensive dei turchi hanno spesso condizionato e pregiudicato il risultato singolo di alcune partite. Blatt non è mai riuscito, nel corso della stagione, al contrario di quanto fatto dal dirimpettaio con i serbi, a dare la propria impronta alla squadra, mentalmente quanto strutturalmente: di fatto, i turchi vivono costantemente di folate, di energia pura, di entusiasmo, che consentono la maggior parte delle volte in transizione ai vari Wilbekin, Clyburn, Anderson e soci di cavalcare l'inerzia ed infliggere corposi parziali agli avversari di turno.

Aspetto che, in vista di una sorta di finale da giocare in gara secca, rappresenta un'arma a doppio taglio, capace sì di esaltare le caratteristiche dei singoli interpreti, ma anche di penalizzare il Darussafaka qualora uno di questi ultimi dovesse sbagliare la partita o essere imbrigliato dalla fisicità dei serbi. Due modi, quindi, di intendere e di vedere il basket in maniera diametralmente opposta, con gli uni abituati a giocare secondo un filo logico per quaranta minuti, mentre gli altri vivono costantemente di alti e di bassi all'interno di una partita, come all'interno degli stessi quarti. Condizione che, a bocce ferme, potrebbe far spostare un minimo l'ago della bilancia a favore degli ospiti.

Brad Wanamaker, ex Bamberg, stella dei turchi - Foto Eurolega
Brad Wanamaker, ex Bamberg, stella dei turchi - Foto Eurolega

L'analisi tattica

Vinci o vai a casa. Per portare a casa la tanto agognata vittoria, le due formazioni proveranno a sfruttare le proprie armi migliori: fioretto da una parte, sciabola dall'altra; la qualità individuale dei turchi opposta alla fisicità dei serbi. Il Darussafaka dovrà, necessariamente, evitare blackout ed approcci molli ad inizio gara, compromettendo il risultato finale con un parziale negativo che spesso ha visto protagonisti i turchi di rimonte - vedi Bamberg ultima giornata - colossali. Non stavolta, contro una delle squadre più ciniche ed essenziali del circuito intero.

Per indirizzare l'inerzia dalla propria parte, la Stella Rossa dovrà necessariamente puntare tutte le proprie fiches sulla compattezza difensiva: in primis, togliere la transizione agli esterni avversari, capaci in un amen di incendiarsi alzando a dismisura il ritmo della contesa e l'intensità difensiva di squadra. Accentuare ancor di più gli isolamenti del Darussafaka potrebbe essere una soluzione, limitando al massimo il penetra e scarica per i tiratori sul perimetro oppure negando le chiusure al ferro ai vari Wilbekin e Wanamaker, con l'aiuto di Kuzmic o chi per lui necessario per spegnere sul nascere questo tipo di iniziativa.

Scott Wilbekin, guardia del Darussafaka - Foto Eurolega
Scott Wilbekin, guardia del Darussafaka - Foto Eurolega

La circolazione di palla sul perimetro dei serbi dovrà essere, invece, più rapida ed efficace che mai, provando ad evitare gli anticipi di una difesa, quella turca, che vive di istinto, di guizzi. Alternare il gioco in post su Kuzmic, Bjelica o Mitrovic, per allargare successivamente il campo per trovare Simonovic, Guduric e non solo piazzati sul perimetro la chiave per scardinare una non esaltante retroguardia turca. La difesa sul pick&roll di Wanamaker o chi per lui, sarà inoltre discretamente decisiva per le sorti degli ospiti: aiutare in maniera aggressiva con un raddoppio, esponendosi all'inferiorità numerica con il tagliante più i restanti tre - micidiali - tiratori sul perimetro potrebbe essere un azzardo eccessivo per Radonjic, che sarà chiamato a scegliere tra questa possibilità ed una scelta decisamente più contenitiva del lungo per forzare gli esterni di casa alla penetrazione oppure alla soluzione individuale.

Il fattore casa e lo stato di forma

Tre i precedenti tra le due formazioni in gare ufficiali di Eurolega, altrettante le affermazioni della squadra turca, che tra le mura amiche si è imposta in una sola occasione, nel febbraio scorso, di tre lunghezze. Un altro fattore da tener conto è quello della Wolksvagen Arena, palazzo inespugnabile tra Turchia ed Europa nelle ultime sette sfide giocate da Blatt ed i suoi davanti ai propri tifosi: in Eurolega sono cadute Fenerbahce, Panathinaikos, Barcellona e Galatasaray nelle ultime partite, a dimostrazione che l'impresa per la Stella Rossa non sarà affatto semplice.

Radonjic e Blatt, in occasione della gara d'andata - Foto EuroHoops
Radonjic e Blatt, in occasione della gara d'andata - Foto EuroHoops

Un periodo non esaltante per la Stella Rossa lontano da casa, dove i serbi hanno ceduto prima sul parquet del Cska e poi su quello del Real Madrid, in due trasferte ovviamente proibitive, prima di vincere in casa di Milano. Dolorosa, la sconfitta subita in casa di un Barcellona eliminato, che ha impedito ai serbi di archiviare anticipatamente la qualificazione. La vittoria sull'Unics Kazan ha tuttavia dato nuovo entusiasmo ai serbi che, in vista della decisiva gara di Istanbul, hanno rifilato un parziale di venti punti ai russi negli ultimi minuti di gara. Insomma, la tavola è apparecchiata: non resta che aspettare venerdì prossimo, alle 19, quando lo spareggio per l'ottavo posto andrà in scena.

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