12 giugno 2016, la Leonessa è di fronte all'ultima sfida della sua lunga stagione: l'inizio della finale playoff contro la Fortitudo Bologna. Quarantacinque partite già giocate in stagione e ancora five da giocare. Duecento minuti di fatica che il 24 giugno, davanti al proprio pubblico, hanno permesso la promozione nella massima serie, prevalendo sulle altre 31 contendenti. Una Serie A1 che manca a Brescia da parecchio tempo. Il coronamento del sogno dei patron Graziella Bragaglio e Matteo Bonetti, capaci nel 2009 di far ripartire dalla vecchia Serie A Dilettanti, un movimento che si era spento più di 20 anni prima.

Ora a distanza di 6 mesi, la Leonessa ha iniziato a ruggire, dimenticando quasi le difficoltà iniziali. Nel precampionato i primi disguidi nella fase di costruzione del roster. Dapprima i problemi (ancora non risolti del tutto) per rescindere il contratto di Reginald Holmes, insurance player rimasto a Brescia dopo l'arrivo di David Moss, che ha esercitato il rinnovo legato alla promozione in A1, ma da tempo fuori dai piani societari. A seguire la maldestra rottura del rapporto con il capitano Juan Fernandez, che per due anni ha diretto il gioco di Brescia e che si è trovato senza un rinnovo che pareva scontato. La manifestazione del suo malumore sui social non ha fatto altro che incrinare il rapporto e rompere del tutto la corda che lo legava alla società. Il suo non è stato l'unico addio a malincuore del popolo biancoazzurro, che ha dovuto salutare anche MVP Damian Hollis, passato al Benfica per giocare una competizione europea (Champions League, sogno sfumato nella fase qualificatoria contro Varese ndr), e il talento Mirza Alibegovic, cresciuto cestisticamente a Brescia ed inseguito da mezza Serie A1 prima di accasarsi a Torino, solo una settimana dopo aver alzato il trofeo di A2.

I rimasti dalla promozione si potevano contare sulle dita di una mano: il nuovo capitano David Moss, intrigato dalla sfida lanciata dalla società, la colonna Alessandro Cittadini, e gli altri tre italiani Franko Bushati, Davide Bruttini e Marco Passera, confermati e pronti al salto nella massima categoria. Il primo reparto completato è stato proprio quello relativo agli italiani, chiuso con l'arrivo dei fratelli Vitali (Luca e Michele), due giocatori completi con anni di esperienza in A1 e qualche presenza in Nazionale. Ai primi di agosto è arrivato il primo colpo straniero con la firma di Marcus Landry, americano con qualche esperienza in NBA, che nella stagione precedente aveva militato nel Manresa nella Liga ACB spagnola.

Circa due settimane dopo altri tre americani si sono uniti al roster: prima è stato il turno di Jared Berggren, centro che nella precedente stagione aveva giocato proprio in A1 con l'Acqua Vitasnella Cantù e con la Dolomiti Energia Trento, poi è toccato ai due "stagisti" Lee Moore e Shaquille Harrison. I due giovani hanno svolto un provino lungo quasi tre settimane che ha portato al taglio del secondo e al primo contratto da pro per Lee Moore, cresciuto nella JUCO e con un solo anno di esperienza in NCAA a UTEP. Quest'ultima firma ha chiuso provvisoriamente il roster, con i dirigenti che hanno lasciato vuoto l'ultimo spazio per intervenire a campionato inoltrato.

L'inizio di stagione è stato complicato. Dapprima una sconfitta a Pesaro, contro una diretta concorrente per la salvezza, seguita dalla vittoria contro Cantù nell'esordio in casa. A seguire una serie negativa di quattro sconfitte, che hanno fatto temere al peggio. Le prime tre sono state pesanti, ma ponderate visto il livello delle avversarie (Sassari, Milano ed Avellino), e la squadra è parsa in crescita e capace di reggere il ritmo delle avversarie per 30 minuti, salvo poi commettere piccoli errori nei restanti dieci. L'arrivo di Christian Burns ha segnato una svolta fondamentale per il percorso di crescita della neopromossa. La partita persa (che vedendo ora la classifica brucia assai) con una Capo d'Orlando decimata (trascinata da uno stratosferico Fitipaldo con 33 punti), è maturata solamente nei supplementari per 89-90 e ha dimostrato che la squadra poteva interrompere il trend negativo.

Nelle giornate successive Brescia è riuscita ad archiviare quattro vittorie importanti in cinque partite totali. Le prime tre sono state consecutive, ottenute al termine di partite tiratissime contro Brindisi, Varese e Reggio Emilia. Proprio quest'ultima vittoria ha incrementato notevolmente il morale poichè ottenuta contro una diretta pretendente per lo Scudetto. La sconfitta di misura con Caserta a seguire è servita solamente a suonare di nuovo la sveglia ed a caricare la squadra in vista del "derby" contro i vicini di Cremona, letteralmente dominati con circa trenta punti di scarto (95-66). La classifica recita un record di 5-6 a ridosso della zona playoff, chi si aspettava questo risultato della neopromossa?

11 dicembre 2016, esattamente sei mesi dopo l'inizio della finale playoff di A2 contro Bologna, Brescia è tornata a ruggire con prepotenza, zittendo coloro che ad inizio stagione l'hanno denigrata, appuntandola come squadra che avrebbe lottato fino all'ultimo per la retrocessione (come peraltro fatto con un'altra bellissima realtà come quella di Capo d'Orlando che grazie agli occhi del DS Sindoni ha costruito l'ennesima sorpresa del campionato). Una favola che è intravedibile nei 18 assist smistati da Luca Vitali nella vittoria contro Cremona, record di sempre in Italia, nei 20.7 punti di media a partita di Marcus Landry, che lo innalzano a miglior scorer attuale del campionato italiano, e nei 13.9 punti di media di Lee Moore, rookie esordiente che ha convinto lo staff tecnico in estate e sta esaltando i tifosi ora con il suo 45% nel tiro da tre.

La Leonessa è tornata a ruggire e vede la zona playoff, sarà sorpresa assoluta nel suo primo anno fra i grandi? Come cantava Lucio Battisti possiamo solo aspettare, "lo scopriremo solo vivendo."

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Nico Silvestri
Appassionato di basket fuori norma, spettatore assiduo di partite NCAA.