Si sapeva fin dall'inizio dell'estate che questa sarebbe stata una stagione dura per i Miami Heat (9 vinte e 20 perse fin qui), i quali si sono dovuti privare di Dwyane Wade e Chris Bosh, con entrambi che hanno salutato South Beach dopo molte polemiche, in primis con il patron Riley. Le uniche sicurezze da cui la franchigia della Florida è ripartita questo autunno erano due: Erik Spoelstra e Hassan Whiteside. Se il primo garantisce sempre un'ottima qualità in termini di coaching e di cura dei particolari, il secondo sta disputando la stagione migliore della carriera, come dimostrano i 17.6 punti e 14.8 rimbalzi di media a serata.

Tuttavia, questo non sta bastando agli Heat per avere un buon record, nonostante siano la dodicesima squadra per punti subiti ogni 100 possessi (103.8 e la nona per rimbalzi conquistati (45). La mancanza di talento del back court di Miami si sta facendo sentire, con Dragic che non sembra iscritto al 100% nel progetto avviato da Riley e dall'allenatore di origini filippine. Lo sloveno, infatti, a differenza della sua squadra, ama giocare a ritmi alti, ma questo non sembra sposarsi bene con le caratteristiche dei suoi compagni, come dimostra anche il dato relativo al pace (96.7, solamente cinque squadre fanno peggio sotto questo aspetto). I problemi fisici di Justise Winslow che hanno tenuto fuori lo stesso per un mese - problema al polso - non hanno certo aiutato ad invertire la rotta. L'infortunio patito da Waiters al muscolo pettineo destro ha procurato ulteriori guai a Miami, che nell'ultimo mese si sono aggiudicati solamente 4 partite su 16.

In particolare, è stato particolarmente duro da digerire il derby perso contro Orlando, che ha avuto la meglio nella notte dopo due tempi supplementari: "Con tutto il rispetto per i Magic, ma secondo me questa è stata la sconfitta più deludente dell'anno perché abbiamo avuto molte occasioni per vincere. Avevamo bisogno di far girare un paio di momenti chiave, un paio di rimbalzi. A volte è così che vanno le cose. E' stato straziante. Non voglio mentire: fa davvero male", ha detto Whiteside nell'intervista post-partita. Hassan si è anche lamentato della gestione del finale di partita da parte dei suoi compagni: "Dicono che sono l'uomo franchigia, ma credo che dovrei ricevere di più (la palla), ma non so. L'allenatore si occuperà di questo". L'ex giocatore di Marshall University si è lamentato soprattutto del fatto che negli ultimi 10 minuti ha toccato la palla solamente in tre circostanze, di cui una sola nel secondo overtime. Chiusura sul gioco "maschio" degli avversari, a causa del quale il numero 21 bianco-rosso ha dovuto mettere tre punti di sutura all'occhio destro: "Diciamo che molte giocate sono state discutibili".

A dispetto del momento difficile, coach Spoelstra rimane positivo: "I problemi riguardano un po' tutto. Non puoi vincere le partite solamente in una parte del campo. Ci alleniamo e lavoriamo sulla nostra difesa per vincere partite come quella di oggi. Ho parlato con i ragazzi nello spogliatoio, erano pronti e carichi. Questo è un gruppo molto competitivo. Dobbiamo passare attraverso questi momenti dolorosi lungo il nostro percorso".

In questi due mesi di gare Miami ha dimostrato più volte di potersela giocare alla pari con diverse squadre, ma è sempre mancato un giocatore perimetrale con un ball handling tale da consentire al team di procurarsi buoni tiri anche a difesa schierata quando la palla "scotta" di più. A dimostrazione dei problemi degli Heat dall'arco c'è il 33,2% di rendimento dai 7,25 m, che rende questa franchigia la 26esima della Association da questo punto di vista. A ciò deve aggiungersi che le molte partite perse di misura hanno anche tolto fiducia alla squadra, spesso decimata dagli infortuni. L'impressione è che il front office agli ordini di Pat Riley dovrà iniziare fin da subito a comprendere come proseguire la strada per la rifondazione, così da tornare ai vertici della NBA nel giro di pochi anni. Ma Whiteside riuscirà a capirlo e, soprattutto, ad accettarlo?

Gabriele Ferrara. 

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