Se avessero vinto questa notte contro i Sacramento Kings, i Denver Nuggets del nostro Danilo Gallinari si sarebbero ritrovati all’ottavo posto nella Western Conference NBA. L’ultimo valido per la qualificazione ai playoff di Aprile. Un obiettivo totalmente inaspettato, sia per la qualità del roster sia per la rinomata competitività della Conference nella quale si trovano le pepite. Sarebbe stato un grandissimo risultato, seppur parziale, per una squadra che aveva, e ha, altre aspettative. Alla fine però, la vittoria non è arrivata. Alla Pepsi Arena, un tempo fortino insuperabile, Cousins e compagni hanno passeggiato verso la loro quindicesima affermazione stagionale, ricacciando indietro le velleità proprio della franchigia del Colorado.

Al termine della gara, finita 120 – 113 (il punteggio non dà chiara idea della facilità con cui i californiani hanno vinto), sono arrivate delle dichiarazioni al vetriolo da parte di Michael Malone, capo allenatore dei Nuggets, che ha pesantemente criticato non soltanto la pessima difesa odierna della sua squadra, ma anche la totale assenza di leadership all’interno dello spogliatoio: “Al momento, non abbiamo leadership, non abbiamo alcuna leadership dai veterani”, ha detto Malone. “Non c’è nessuno che parla in spogliatoio, qualcuno che possa far da guida ai giocatori giovani che abbiamo. Anzi, a dirla tutta, due di loro si sono anche alzati per parlare, una cosa veramente da applausi”.

Le parole di coach Malone sono quindi abbastanza chiare e dirette, senza troppi giri di parole. Ora, pensando a quali siano i veterani di questo gruppo, è impossibile non pensare al nostro Gallo. Danilo è al sesto anno in Colorado, e con il contratto che al momento si ritrova, è il veterano della squadra, oltre che per motivi prettamente tecnici. E proprio per questo, i giornalisti presenti al Pepsi Center, dopo aver sentito Malone, si sono catapultati proprio da Gallinari. “Non sono d’accordo con le parole del coach”, ha esordito il nativo di Sant’Angelo Lodigiano. “Il problema non è di leadership, e lo dico anche a nome degli altri veterani. Tutti abbiamo voglia di vincere qui, quindi non sono d’accordo”. Anche per Danilo si tratta di una presa di posizione abbastanza netta e forte, totalmente contraria e avversa rispetto a quella del suo allenatore.

A questo punto c’è da chiedersi quale sarà il destino del numero 8 di Denver. Perché è evidente che il rapporto con l’allenatore si è incrinato, se mai è nato, ed è lecito pensare che Danilo abbia voglia di cambiare aria, nonostante quanto da lui sempre sostenuto fin qui: ovvero, voler vincere con questa squadra. Con la situazione attuale di contratto, in scadenza a giugno (c’è un’opzione a favore di Gallinari per il rinnovo) e un futuro non proprio vincente per la franchigia, Danilo, a parer di chi scrive, dovrebbe seriamente pensare di trasferirsi e mettere a disposizione il proprio talento ad una squadra che punti ad obiettivi di un certo tipo.

Il problema non è però soltanto del Gallo. Anche il front office dei Nuggets dovrebbe realmente capire cosa fare, del suo giocatore e prima ancora del proprio futuro: questa squadra è formata da un nucleo di veterani, non già in fase calante ma nel loro miglior momento della carriera, e da uno di giovanissimi, arrivati nella Lega da una/due stagione a cui deve essere dato il diritto/dovere di sbagliare e imparare con tutta la calma di cui necessitano. È chiaro quindi che i due gruppi cozzano un po’ tra di loro e dovrebbe essere la società a decidere cosa fare. Se puntare sui veterani, mettendo loro a disposizione dei role player già maturi, o se puntare sui giovani, e allora aspettare con calma la loro crescita per poi vincere in tempi più maturi.

La situazione non è quindi delle più semplici e risolverla non lo sarà altrettanto. Ma per il bene di Danilo, se nessuno dovesse prendere una decisione, sarebbe giusto che la prendesse lui.