Nel basket, come nello sport in generale, ogni situazione può essere modificata e ribaltata in pochi giorni, se non in pochi minuti. Deve essere quello che hanno pensato i supporters dei Chicago Bulls quando sono venuti a sapere dell'infortunio di Rajon Rondo. Il play da Louisville, grande protagonista (a sorpresa) delle prime due gare della serie di primo turno di Playoffs contro i Boston Celtics, ha subito una frattura al pollice sinistro proprio alla vigilia di gara-3, che i suoi hanno giocato allo United Center dopo aver vinto le prime due gare in trasferta. E, mentre i Bulls chinavano la testa per 104-87 a Thomas e compagni, Rondo era in panchina in giacca e cravatta.

Non è un caso che la vittoria che riapre le speranze dei Celtics nella serie sia arrivata senza il grande ex dall'altra parte del campo. Chicago si è ritrovata non solo senza quello che - quantomeno se in serata buona - è uno dei migliori passatori ed organizzatori di gioco della lega, ma anche senza il suo leader psicologico sul parquet. "È come avere un secondo allenatore in campo" aveva detto di lui il compagno Dwyane Wade, dopo le due gare del TD Garden. In quelle occasioni, il numero 9 ha letteralmente diretto l'orchestra di Hoiberg, facendo passare spesso la palla dalle sue mani e gestendo tempi e ritmi alla perfezione per far sanguinare di continuo la difesa dei padroni di casa, oltre a portare sul parquet una difesa esemplare su Isaiah Thomas.
"È una squadra totalmente diversa" ha notato nel post partita Jae Crowder, Celtic autore di 16 punti e 6 rimbalzi (6/15 dal campo), oltre all'essere stato protagonista di un tentato sgambetto -per fortuna fallito- proprio di Rondo dalla panchina. "Abbiamo percepito che cambiando sistematicamente potevamo metterli in difficoltà e provare a far stagnare le loro azioni, dato che non avevano un portatore di palla come Rondo capace di mettere a segno giocate e passaggi creando occasioni per i compagni. Abbiamo preparato bene la partita".

L'assenza dell'ex-Celtic sembrerebbe aver spostato anche l'equilibrio psicologico della serie, che vedeva i Bulls in totale controllo, complice anche la tragedia che ha colpito la stella avversaria, Isaiah Thomas, alle prese col lutto della giovanissima sorella, morta appena il giorno prima dell'inizio della serie.
In generale, però, Fred Hoiberg è stato ovviamente costretto a cambiare strategia offensiva: impossibile dare ai due sostituti Jerian Grant (titolare) e Micheal Carter-Williams le responsabilità e le libertà garantite alla point guard titolare. Grant e Carter-Williams non hanno le giocate né l'intelligenza cestistica di Rondo, e difatti hanno combinato per un 3/10 dal campo con appena tre assist, complice anche la difficile regular season vissuta dai due, che non hanno mai trovato continuità. A gestire la maggior parte dei palloni, infatti, sono stati Dwyane Wade e Jimmy Butler, costretti agli straordinari nel playmaking, non esattamente la specialità della casa. Butler, in particolare, è stato spinto da Bradley ed in generale dalla difesa a prendere solo tiri in sospensione, dalla media o da tre, dal palleggio, negandogli completamente la possibilità di chiudere al ferro. Senza le linee di passaggio di Rondo, il prodotto di Marquette University ha faticato tanto, nonostante i 14 punti segnati, e non è riuscito ad ottenere neanche un tiro libero. È solo la quarta volta nell'intera stagione.
Butler, dalla sua, non si è detto preoccupato: "Ho preso molti jump shots, ed in questo modo non ottieni tiri liberi. Ma per me non è un problema, mi sono piaciuti i miei tiri. Quest'anno mi sono guadagnato tante occasioni in lunetta, è vero, e questo mi ha aiutato tanto, ma è importante anche sapersi adattare a quello che ti concede la difesa. Quindi, ho preso dei tiri in sospensione. Ma, come ha detto Wade, noi abbiamo concesso solo 7 liberi realizzando tutti i 15 che loro ci hanno concesso, quindi va bene così".

Eppure, il problema della point guard nel roster di Chicago non nasce oggi, né ieri. Per tutta la stagione, complici anche i problemi dentro e fuori dal campo dello stesso Rondo, nello spot di 1 dei Bulls si sono alternati Carter-Williams, Grant, Caanan, Payne e il rookie Denzel Valentine: nessuno ha impressionato a tal punto da far suo, stabilmente, il posto da titolare, e molti di loro sono addirittura finiti fuori dalla rotazione. Voci di corridoio ipotizzano l'"invenzione" di uno tra Butler e Wade nel ruolo atipico di creatore di gioco, ma Hoiberg vuole andarci piano: "Vedremo come agire. Riguarderemo le situazioni tutti insieme in sala video, poi torneremo in palestra e vedremo come disporci in vista della gara di domenica".
I Bulls, a fronte dei 50 assist piazzati nelle due gare a Boston, ne hanno messi a segno solo 14, ed in generale la squadra è sembrata frustrata nel non trovare le solite soluzioni ispirate da RR. E questo, forse, ha aperto lo spiraglio in cui i Celtics si sono tuffati per provare a rimettere insieme la serie, come si evince dalle parole di Avery Bradley: "Capiamo che non averlo in campo li danneggia, gli toglie sicurezza. Ma hanno comunque grandi giocatori in squadra, capaci di disegnare giocate per i compagni. Noi, però, abbiamo capito che avremmo potuto concentrarci un po' di più su di loro".

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About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.