"Non abbiamo giocato poi così bene", le parole di LeBron James al termine di gara-1 di Finale di Conference vinta dai suoi Cleveland Cavaliers al TD Garden contro i Boston Celtics. Un avvertimento, un segnale, un vero e proprio monito per i biancoverdi (e forse anche per i Golden State Warriors): i campioni in carica non sono sazi e vogliono prolungare la loro striscia di dodici vittorie consecutive nella postseason (tre nelle ultime Finals e nove quest'anno). 

LeBron James in gara-1 a Boston. Fonte: Nathaniel S. Butler/NBAE via Getty Images

Gara-2 sarà verosimilmente diversa, per interpretazione e atteggiamento dei Celtics ("Mi aspetto una squadra ferita, che dà il meglio di sè quando è spalle al muro", dice J.R. Smith), ma Cleveland sembra pronta alla sfida, a giudicare dalle parole del suo leader, quel Prescelto che non perde una serie di Finali di Conference dal lontano 2009 (k.o. contro gli Orlando Magic di Stan Van Gundy, mentre nel 2010 furono proprio i biancoverdi a porre fine in semifinale alla sua prima avventura con la squadra dell'Ohio). Da quel momento in poi sette successi su altrettanti tentativi: Chicago Bulls, Boston Celtics, Indiana Pacers (in due occasioni) Atlanta Hawks e Toronto Raptors, le vittime del dominio delle squadre di LeBron. E ancora i Celtics si ritrovano sulla strada tra James e il titolo, una strada che il numero 23 da Akron sta percorrendo quasi senza ostacoli, anche grazie all'aiuto del discusso Kevin Love: "Non sono sorpreso dal suo rendimento in gara-1 - dice LeBron al proposito del californiano, davanti ai taccuini di Dave McMenamin di Espn - sapevo che avrebbe sfoderato una prestazione del genere (32 punti e 12 rimbalzi, ndr). Vogliamo vedere il Kevin dei tempi di Minnesota, con la stessa mentalità. Tutti noi sappiamo che ha tantissimi punti nelle mani, ma qui il suo gioco è cambiato un po', perchè ci sono tanti altri giocatori in grado di segnare. Però la sua durezza mentale deve essere la stessa di quando militava nei Timberwolves, e penso che stia continuando a sentirsi sempre più a suo agio in questo nuovo ruolo. In gara-1 è stato aggressivo, ha tirato alla grande, sa che spesso è marcato da un esterno e può portarlo in post-basso. Lui e Tristan Thompson hanno dominato a rimbalzo nel pitturato. E' andato nove volte in lunetta: è questo il Kevin che vogliamo". 

Kevin Love in gara-1. Fonte: Nathaniel S. Butler/NBAE via Getty Images

E che Love sia un fattore fondamentale nei successi di Cleveland lo dimostrano i possessi difensivi in cui è concentrato: può cambiare contro avversari più piccoli, proteggere il ferro e andare forte a rimbalzo. I suoi show sul pick and roll dei Celtics hanno segnato la partenza a razzo di Cleveland in gara-1, come sottolineato anche da coach Tyronn Lue: "Abbiamo bisogno di grandi prestazioni da parte sua. In questi playoffs si è parlato tanto di LeBron, che sta giocando in maniera incredibile, ma anche Kevin si sta facendo trovare pronto. Quando ieri ho richiamato in panchina Kyrie e LeBron, ho lasciato la squadra a Kevin, proprio per cavalcarlo il più possibile. Ha risposto bene, a dimostrazione che dargli spesso la palla era la scelta corretta". Il diretto interessato ha ormai accettato il ruolo di sparring partner di lusso di James e Irving: "Per quanto mi riguarda, non conta prendere cinque o venticinque tiri - dice il Beach Boy - mi interessa solo vincere. So che posso avere grande impatto in queste partite, a prescindere da ciò che poi finisce sul foglio delle statistiche. La squadra ha capito che sono concentrato e pronto, giocare con certi giocatori al tuo fianco è fantastico". E Love sarà uno dei tiratori chiamati in causa in gara-2, qualora Brad Stevens decidesse di raddoppiare James. Lo stesso coach dei Celtics ha però ammesso che la scelta di provare a togliere la palla dalle mani del Prescelto comporta dei rischi: "Appena abbiamo cominciato ad aiutare con maggiore frequenza contro le penetrazioni di James, in alcuni casi andando anche oltre il concetto di aiuto, Love ha cominciato a punirci. Questa è la situazione tecnica in cui ti mettono i Cavs". Un vero e proprio rebus difensivo per Boston, sinora impossibile da risolvere dalle altre protagoniste della corsa playoff sul fronte orientale, su cui girerà anche questa serie di Finale di Conference.

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Andrea Russo Spena
Laureato in giurisprudenza, con una passione senza confini per lo sport. [email protected]