I Celtics cancellano l'umiliazione del -46 subìta in casa in gara 2, ed a sorpresa si aggiudicano il terzo atto della serie, alla Quicken Loans Arena, 111-108, grazie ad un tiro, sulla sirena, di Avery Bradley. Non è bastato ai Cavs il rassicurante vantaggio di oltre venti punti a metà gara. Mal gestito, il gap si è sempre più ridotto, grazie alla tenacia degli uomini in verde. Un capolavoro quello compiuto da Boston, per altro giunta in Ohio priva della sua stella, Isaiah Thomas, che solo nella giornata di oggi saprà se dovrà essere sottoposto ad un intervento chirurgico all'anca oppure no. In casa Celtics, sono stati due gli eroi che si sono elevati su tutti, ma resta, nel complesso, una straordinaria prova dell'intero gruppo: Marcus Smart, proprio il sostituto di IT nello starting five, capace di mandare a libri la sua miglior prestazione della carriera, realizzando 27 punti, con ben 7 triple, ed Avery Bradley, da 20 punti, e come detto autore del canestro della vittoria. Serie riaperta? Ci andiamo con i piedi di piombo nel pronunciare il sì, fatto sta che Boston è viva, e nella seconda parte di gara ha letteralmente messo la museruola a Cleveland. L'emblema, è stata la prestazione di LeBron James negli ultimi 16 minuti e 31 secondi di gara: 0 punti, con 0/4 al tiro (e 0/2 da tre), due palle perse, un solo rimbalzo e un solo assist, in una gara chiusa alla fine con 11 punti ma solo 4/13 al tiro e anche 6 palle perse.

Ovviamente raggiante, nel dopo gara coach Brad Stevens ha ringraziato l'intera squadra, elogiandola: "Questi ragazzi hanno la testa sulle spalle, spesso in questi playoff sono stati bistrattati, poco considerati, ma non dimentichiamo che per la maggior parte di loro quella di quest'anno è la prima volta che giocano a questi livelli. Stiamo crescendo. Sapevamo che quella di venerdì è stata una bruttissima gara, e dovevamo cancellare quell'orrendo -46. Mi aspettavo una reazione d'orgoglio da parte dei ragazzi e devo dire che mi hanno accontentato alla grande. Sono strafelice per questa vittoria, ma ora dobbiamo restare con i piedi ben piantati in terra senza fare inutili voli pindarici. Sia chiaro, è stata una gran vittoria, ma non abbiamo fatto nulla".  Nota lieta, oltre ai già citati Smart e Bradley, è stato Jonas Jerebko, il quale ha sciorinato sul parquet della Q Arena una solida prestazione da 10 punti (4 su 4 al tiro), +22 di plus/minus e soprattutto è stato il protagonista del canestro clutch, precedente a quello della vittoria di Bradley. Nelle parole del lungo svedese, nativo di Boras, si nota grande soddisfazione per il mirabolante risultato ottenuto in casa dei campioni in carica: "Siamo caduti, certo, ma l'importante era rialzarci, e direi che lo abbiamo fatto nel migliore dei modi, in bello stile. Anche se in giro ascolto parole poco gratificanti nei nostri confronti, io ho sempre creduto nella forza di questo gruppo, ed in gara 3, qui alla Quicken Loans Arena, lo abbiamo dimostrato. Siamo un collettivo unito, ricco di qualità". Poi prosegue, mettendosi totalmente a disposizione di Stevens: "Il mio compito è quello di farmi trovare pronto quando il coach mi chiama, questo è il mio lavoro".

Poi, non è potuta mancare la voce del protagonista, Avery Bradley. Il suo tiro, ha consegnato il successo ai Boston Celtics in gara 3. Sguardo luminoso, sorriso luccicante per la guardia ex Texas Longhorns: "E' stato imbarazzante lasciare il TD Garden dopo quella pesante umiliazione in gara 2. Eravamo tutti giù di morale, ma appena ci siamo riuniti il giorno dopo, abbiamo deciso di combattere, lottare, per cercare di invertire il negativo trend delle prime due sfide. Di certo ci siamo presentati qui con le spalle al muro, sotto 2-0, ed avevamo bisogno solo di una vittoria per riaprire i giochi: ci siamo battuti su ogni pallone, abbiamo giocato duro, ed al termine della contesa siamo stati ripagati di tutti gli sforzi fatti". Poi, la chiosa finale: "Dobbiamo avere sempre questo atteggiamento in campo, in modo tale che qualunque cosa accada, possiamo sempre camminare a testa alta".

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Andrea  Indovino
Amo lo sport in tutte le sue infinite sfaccettature. Seguo principalmente il calcio ed il basket a 360° gradi, ma assiduamente anche il mondo della Formula 1, la Moto GP ed il ciclismo, specie le grandi corse a tappe. La mia è una voglia infinita di SAPERE, del resto Seneca affermava: Sii servo del sapere se vuoi essere veramente libero.