La marcia trionfale dei Cleveland Cavaliers ci ha conferito alcune indicazioni che già conoscevamo, ed altre che invece si sono rivelate piacevoli sorprese. Il 12-1 con cui la franchigia dell'Ohio ha sbaragliato la concorrenza ad Est ha confermato ancora una volta il dominio, totale, di Sua Maestà LeBron James, il quale ha vinto per la settima stagione consecutiva il titolo della propria Conference. Oltre al Prescelto, anche Kyrie Irving si è confermato su livelli altissimi, peccato per lui che nella lega ci siano veri e propri mostri sacri del Gioco, altrimenti al riconoscimento di MVP poteva tranquillamente ambirci. Se James ed Irving possono essere considerate conferme, Kevin Love può essere classificato nella sezione delle piacevoli sorprese. Dei 'Big Three', l'ex Timberwolves è spesso considerato come l'ultima ruota del carro, poichè impegnato sul parquet a svolgere quelle dosi di lavoro sporco che non finiscono di certo sotto le luci della ribalta. 

In questi playoff, però, qualcosa è cambiato, e la luce di Love è ritornata, vivaddio, a splendere sul parquet, ad abbagliare la lega più bella del mondo. Love, nella serie contro i Boston Celtics, è stato a tratti dominante. Al tiro, come sotto i tabelloni. In tutte e 5 le gare contro i 'verdi', il Beach Boy ha sempre concluso la gara in doppia doppia, aprendola con il suo massimo in carriera ai playoff in gara 1 (32 punti) ed impreziosendola con una sontuosa prova in gara 4, chiusa con un 17 sia nella casella dei punti realizzati, che in quella delle carambole catturate. Alla fine le sue medie si sono rivelati davvero positive: 22.6 punti e 12.4 rimbalzi a partita, ma è stato soprattutto il suo 53.5% da tre punti su 8.6 tentativi a partita a fare la differenza, trasformando Love da un gregario di lusso, in uno sfolgorante primo attore. 

Certo, Love non può vantare un Usage Rating (il dato che misura il coinvolgimento in attacco di un giocatore) ai livelli di quelli fatti registrare dai suoi 'amici di merenda' James ed Irving. Il suo 27.8, ben distante dal 73.3 del Re e dal 57.6 di Uncle Drew, non va a smontare assolutamente quanto di buono il nativo di Santa Monica ha compiuto sul campo in questi spareggi. La capacità di farsi trovare pronto nei momenti decisivi delle gare, e soprattutto recitare a pieni voti il ruolo di 'risolutore', ha mandato a libri forse il miglior Love di sempre da quando veste la casacca color bordeaux, oro, bianco e navy, e non solo. Il classe 1988 non è stato solo attacco, triple e schiacciate, bensì, anche nell'altre parte del campo, grazie alle sue mani veloci, si è dimostrato molto utile alla causa Cavs. Le sue rubate, spesso, hanno consentito a Cleveland di ripartire in contropiede, favorendo il lavoro di Irving e James, che in talune circostanze hanno spinto la transizione veloce, servendogli però, proprio come se volessero ricambiare il favore, palle facili facili, che chiedevano solo di essere spinte nel cesto, addomesticate nel nylon che fa sognare. Seppur non sia un raffinato difensore, e forse non lo sarà mai, ma su questo lasciamo il beneficio del dubbio, coach Tyronn Lue sembra avergli cucito addosso un nuovo abito, molto distinto, fine, con il quale pare essere entrato in assoluta sintonia nel sistema difensivo dei Cavaliers. Ha tenuto botta egregiamente in post basso, contro avversari anche più strutturati, muscolarmente, di lui, si è comportato bene sui cambi difensivi, e soprattutto ha chiuso spesso e volentieri la strada verso il suo canestro agli attaccanti avversari, riuscendo a controllare bene la zona del pitturato, e catturare rimbalzi difensivi. Un rim protector moderno, con i fiocchi, che in quel della Quicken Loans Arena non avevano mai ammirato prima. 

Ora che i Cavs hanno guadagnato il pass per potersi giocare la Finalissima contro i Golden State Warriors, ultimo avversario dei campioni in carica tra loro e l'anello, Kevin Love ha analizzato quello che è stato e quello che indubbiamente sarà, con all'orizzonte una serie super contro la franchigia della Bay Arena. Queste le parole pronunciate dell'ala grande, subito dopo l'allenamento di ieri: "Fino ad ora abbiamo giocato dei playoff magnifici, ci siamo espressi sempre sopra le righe e ci siamo meritati questo traguardo. Ora affronteremo gli Warriors nella NBA Finals, e sarà uno spettacolo perchè sia noi che loro siamo due grandi squadre. A me sinceramente fa ridere il fatto che tutti ci considerano come sfavoriti. E' tutto buffo, anche perchè noi siamo i campioni uscenti e di conseguenza dobbiamo difendere il titolo. Non mi pare che siamo inferiori a Golden State. ma da questo trarremo le motivazioni aggiuntive per fare bene. Ci accoppiamo bene con loro, e lo stesso possono dire gli Warriors di noi. Quello che mia va di sottolineare, è il fatto che sarà una serie lunga, emozionante, e molto equilibrata". 

Alla domanda che il giornalista di ESPN, Dave McMenamin gli rivolge, riguardo alle sue impressioni in merito al matchup che andrà a crearsi con il suo pari ruolo Draymond Green, Love ha semplicemente elogiato il suo collega, senza scendere nei particolari: "Lui è un ottimo giocatore, molto carismatico, che dà sempre tutto in campo. Certo, giocarci contro non è mai facile, ma in generale Golden State è un ottimo collettivo, non sarà di certo la prestazione di un solo uomo a decidere le sorti della Finale". Anche l'head coach dei Cavs, Lue, celebra il suo giocatore: "Sa quello che vuole, è in una fase della sua carriera nella quale ha raggiunta la maturità giusta per essere uno dei nostri leader in campo. Ho ascoltato quello che ha detto di Green, lui è uno che dice le cose così come stanno. Mi piacciono questi tipi di ragazzi. Tutta la squadra però è stata pressocchè perfetta. Abbiamo inciampato solo in gara 3, alla Q Arena, per il resto attribuisco voti elevati a tutti, e quindi anche a Love. Ci aspetta una grande finale, in cui sia noi che loro vogliamo superarci a vicenda". Non c'è alcun dubbio, ci troviamo di fronte al miglior Kevin Love di sempre.