I Minnesota Timberwolves sono senza dubbio una delle squadre più attese questa stagione. Gli anni di ricostruzione sono stati molto lunghi e hanno lasciato per diversi anni "i lupi" nei bassifondi della classifica. Per la prima volta però, questa situazione sembra davvero giunta al termine. Con una serie di trade e acquisti estivi i T-Wolves non solo si candidano ai playoff, ma anche ad essere una delle potenziali contender. L'astinenza da post-season dura in modo continuativo dal 2004 e dopo la delusione dello scorso anno sono più che determinati a interromperla. Andiamo a vedere insieme come la dirigenza ha costruito la squadra in quest'estate e quali sono le pedine fondamentali del roster.

Seguendo il classico ordine, il primo cambiamento lo troviamo subito nella posizione di playmaker. Jeff Teague è andato a sostituire il buon Ricky Rubio, il quale a sua volta si è accasato agli Utah Jazz. L'inserimento di un nuovo playmaker con queste capacità è molto importante per Thibodeau perché non avrà bisogno che Teague porti molto la palla in mano (caratteristica di Rubio) ma gli basta che sia un tiratore affidabile sugli scarichi e che sappia costruire qualcosa nei momenti di difficoltà. Jeff risponde a queste caratteristiche anche se non alla perfezione, visto che le sue percentuali da tre punti non sono comunque fra le più alte della lega, ma su questo aspetto potremmo ricrederci vista la qualità dei tiri che ci aspettiamo che prenda.

A seguire troviamo Jimmy Butler nel ruolo di guardia, altro acquisto estivo. Il ventottenne del Texas è stato scambiato dai Bulls per LaVine, Dunn e la settima scelta dello scorso draft. Possiamo che dire che lo scambio ha accontentato sia Minnesota, che può puntare all’anello con l’inserimento di una stella assoluta, che Chicago, che può ripartire da zero con una base di giovani interessanti. Sull’inserimento di Butler nella squadra di Thibodeau abbiamo pochi dubbi. I due già si conoscono e questo è un fattore molto importante, Jimmy ha già giocato in quei sistemi, soprattutto difensivi, e non dovrebbe trovare molte difficoltà. Per adesso l’unica incognita riguarda il suo ruolo offensivo e in generale come pensare il coach di amalgamarlo agli altri due talenti senza che si schiaccino i piedi.

Wiggins agirà da ala piccola e ci si aspetta molte cose anche da lui. Proprio nella giornata di ieri è arrivata la conferma del rinnovo contrattuale che lo legherà per cinque anni ai Timberwolves alla cifra di 146.5 milioni. Ovviamente la franchigia desidera che questa fiducia venga ripagata da subito, vista la stagione 2016-2017 dove ha avuto diversi alti e bassi. Andrew è stato il primo a "subire" gli schemi di Thibodeau, senza essere mai riuscito a integrarsi perfettamente. Il problema maggiore però riguarda la difesa, che è il tasto in assoluto più dolente per lui. Lo stesso discorso più o meno si può fare per l'altra stella, che porta il nome di Karl-Anthony Towns. A suo vantaggio bisogna dire che è stato il punto di riferimento e il faro in fase offensiva, dimostrando di essere uno dei centri più completi dell'intera NBA. I movimenti sono quelli di uno che gioca da vent'anni, ma troppe volte si lascia sorprendere in difesa, fase in cui sembra troppo rilassato e disattento. E' anche vero che Thibodeau è un coach molto particolare ed è accettabile un anno di adattamento alle sue idee, ma da questa stagione il duo Towns-Wiggins non può più sbagliare se vuole raggiungere degli obiettivi concreti.

L'ultimo spot rimasto libero è quello di ala grande, che probabilmente verrà occupato da Taj Gibson, arrivato come free agent in questa estate. Un giocatore della sua esperienza può senz'altro far comodo a una squadra ancora molto giovane e le sue qualità non si possono mettere in discussione. Gli altri lunghi a disposizione sono Dieng, Pekovic, Patton e infine Aldrich. Il primo ha firmato un lungo contratto e già nella passata stagione ha dimostrato le sue qualità. Pekovic giocherà pochi minuti visti i tanti problemi fisici che lo colpiscono da sempre, ma quando è in campo sa il fatto suo (soprattutto in fase offensiva). Aldrich servirà soltanto come riserva mentre Justin Patton, scelto dai Bulls e poi approdato a Minnesota nella stessa trade di Butler, si è rotto un piede ed è fuori senza una data di rientro. Per essere chiari, è lo stesso infortunio che ha subito Ben Simmons la scorsa stagione ma difficilmente Patton salterà tutto l'anno per precauzione come Ben, anche se avrà bisogno di una lunga e attenta riabilitazione.

Nel reparto piccoli ed esterni, il primo da menzionare è senz'altro Jamal Crawford, che per l'ennesima volta in carriera entrerà a partita in corso. I suoi 37 anni non preoccupano più di tanto i T-Wolves, i suoi canestri li ha sempre garantiti, anche se per pochi minuti a partita. Per questa ragione avranno tanti minuti a disposizione giocatori come Muhammad, Bjelica e Brooks. Il primo ha grandi doti atletiche e può giocare indifferentemente da guardia o da ala piccola, con l'opportunità di prendersi diversi tiri quando c'è da far rifiatare i titolari. I due rimasti invece sono degli ottimi tiratori e Bjelica in particolare sa leggere molto bene il gioco come la maggior parte dei serbi. A chiudere il roster ci sono i vari Jones, Brown, Trimble, Jefferson e Georges-Hunt, che lotteranno per giocare qualche minuto e magari per non essere tagliati.

Cosa ci dobbiamo aspettare da questi Timberwolves rinnovati? L'obiettivo minimo sono i playoff, ma un'ottava posizione sarebbe comunque peggiore delle aspettative, per le quali si potrebbe attestare intorno al quarto/quinto spot della Western Conference. Stavolta non ci sono più scuse, bisogna puntare in alto. E per farlo, è necessario che tutti i giocatori riescano a entrare negli schemi di Thibodeau. In particolare, lo scorso anno la loro difesa è stato tra le peggiori della lega, cosa non accettabile per un allenatore che su di essa basa l'intero sistema. Una volta che la squadra riesce a difendere con più efficacia, la fase offensiva viene quasi di conseguenza visto l'immenso talento che hanno a disposizione. Il ritmo basso che vedremo usare molto spesso è un'arma che avvantaggia giocatori a cui piace giocare in isolamento e in 1 vs 1, e le tre stelle (Butler, Wiggins e Towns) rispondono alla perfezione a queste caratteristiche. L'unica cosa che forse manca a questo top team è il passaggio, arte non molto conosciuta fra i giocatori sopracitati. Si salva soltanto Teague che dovrà fare gli straordinari per far girare la squadra e creare buoni tiri per i compagni. Ad ogni modo, la costruzione di questa squadra è passata fin troppo inosservata a causa dei tanti movimenti di mercato che abbiamo vissuto (George, Anthony, Paul, Irving ecc), e anche per questa ragione Minnesota potrebbe sorprendere i più e fermare questo digiuno da playoff che dura da troppo tempo.