Giunto lo scorso inverno dai Denver Nuggets, in una trade che coinvolse Mason Plumlee, Jusuf Nurkic è ora uno dei giocatori più attesi dei Portland Trail Blazers. La franchigia dell'Oregon, che durante l'estate non si è mossa realmente sul mercato dei free agents (solo timidi sondaggi per Carmelo Anthony) punta sul suo centro titolare per cercare di fare un ulteriore salto in avanti nella griglia di partenza della Western Conference. 

Raggiungere i playoffs rappresenta infatti l'obiettivo minimo della squadra allenata da Terry Stotts, che ha in Damian Lillard e C.J. McCollum due punti di riferimento nel backcourt, due potenziali All-Star (chissà se il nativo di Oakland parteciperà alla prossima partite delle stelle, a febbraio 2018 allo Staples Center di Los Angeles), ma che nelle ultime stagioni ha faticato a trovare giocatori di livello tra i lunghi. Una volta salutato LaMarcus Aldridge (e anche un centro roccioso come Robin Lopez), i Blazers, guidati nel frontoffice da Neil Olshey, ex Clippers, hanno finalmente trovato in Nurkic un giocatore potenzialmente importante, in grado di spostare gli equilibri di Rip City sui due lati del campo. Talento indiscusso, lo slavo non ha sinora sfondato in NBA, anche a causa di un carattere non facile, dopo essere stato scelto al Draft del 2014 con la sedicesima moneta dai Chicago Bulls, subito dopo scambiato con Gary Harris e finito ai Denver Nuggets. Due stagioni difficili sulle Montagne Rocciose, poi la svolta dopo la trade che lo ha portato a vestire la maglia di Portland: venti gare disputate complessivamente con i Blazers, con una media di 15.2 punti, 10.4 rimbalzi e 1.9 stoppate. Un contributo fondamentale nella caccia ai playoffs della squadra dell'Oregon, poi eliminata al primo turno con uno sweep dai Golden State Warriors. Ora Nurkic riparte da dove aveva lasciato, prima di quell'infortunio che lo ha costretto a guardare dalla panchina proprio la serie di playoffs contro i californiani, nella speranza di ripetere le prestazioni della scorsa regular season, e di cambiare volto - soprattutto fisicamente - al quintetto di Portland - che tra i lunghi ha aggiunto quest'anno Zach Collins (prodotto da Gonzaga, scelto al Draft), ma che non ha verticalità nè tanti punti nelle mani. 

Ecco perchè intorno a Nurkic potrebbe svoltare la stagione di Rip City, nonostante una grana contrattuale che con ogni probabilità condurrà a fine anno alla separazione delle strade delle due parti in causa. Come riportato infatti da Shams Charania di The Vertical, il ventitreenne centro ex Denver Nuggets, dovrebbe diventare free agent al termine della stagione, sondando il mercato a partire dal primo luglio del 2018, dopo aver constatato che il presidente delle operazioni cestistiche Neil Olshey non gli ha fatto ancora pervenire alcuna offerta di estensione contrattuale che, per i giocatori scelti al Draft del 2014, ha come termine finale il 16 ottobre, un giorno prima dell'inizio della regular season. Nel suo terzo anno da professionista, Nurkic riceverà uno stipendio di 2.9 milioni, mentre Portland potrebbe proporgli una qualifying offer da 4.1 milioni per la prossima stagione. Non sembrano queste però le intenzioni di Olshey, che non ha avviato alcuna trattativa, quando mancano ormai poche ore allo scadere della deadline. E dire che lo stesso Olshey aveva affermato durante l'estate che Nurkic sarebbe stato "un pezzo chiave per il futuro di questa squadra, anche se non abbiamo ancora trattato il rinnovo del contratto". Da parte sua, il giocatore aveva dichiarato di aver lavorato sodo durante l'estate, perdendo peso, con la ferma volontà di rimanere a Portland ("non è un segreto che voglia rimanere qui", le sue parole). Ecco il paradosso dei Blazers 2017-2018: sperare che Nurkic cambi l'assetto della squadra consentendole di farle fare un ulteriore salto di qualità, per poi salutarlo a fine stagione.

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Andrea Russo Spena
Laureato in giurisprudenza, con una passione senza confini per lo sport. [email protected]