Notizia delle ultime ore è l’accordo trovato per il prolungamento dell'accordo che legherà LaMarcus Aldridge ai San Antonio Spurs fino al 2022-23, con un contratto parzialmente garantito per l’ultima stagione di questo triennale da 72.3 milioni di dollari totali. Un rinnovo che corona un esperienza tra alti e bassi per l’ex Portland Trail Blazers in maglia nero argento, fatto di lampi di talento puro e di aspre critiche per la sua scarsa solidità difensiva e a rimbalzo, sempre più importante nell’NBA moderna. Aldridge continuerà quindi a ricoprire il ruolo di secondo violino a supporto della stella, sempre più splendente, della franchigia texana che risponde al nome di Kawhi Leonard.

Un rinnovo inaspettato, considerato soprattutto sia la volontà del giocatore, vivida fino ad un mesetto fa di cambiare aria, coadiuvata da una società che in più di un’occasione l’ha inserito come possibile contropartita tecnica in varie trade, tra cui quella che avrebbe secondo i desideri di Popovich e compagnia portato Kyrie Irving a San Antonio, poi finito ai Boston Celtics. Un prolungamento che sarà, con tutta probabilità, criticato anche da una buona componente della fanbase nero argento, sempre più propensa ad uno svecchiamento della rosa, oltre che ad una partenza di un giocatore che, a conti fatti, non ha mai convinto del tutto addetti ai lavori e non.

Complice la situazione delicata, nella quale il giocatore ha perso notevolmente valore di mercato dopo l’ultima stagione e l’età non più giovanissima, Aldridge ha sicuramente provato a riproporsi come elemento importante nell’economia di gioco Spurs, presentandosi al training camp in forma smagliante. Migliorato pure il rapporto con Gregg Popovich, intenzionato più che mai a rigenerare un giocatore comunque dal talento cristallino, il nativo di Dallas ha affrontato un ottimo training camp che l’ha visto, durante le poche partite del suo svolgimento, ricoprire il ruolo inedito di fulcro facilitatore del movimento palla della squadra, in modo assolutamente notevole.

Un accordo sintomatico anche della mancanza di alternative sia da parte della franchigia che da parte del giocatore, intenzionati, per forza di cose, a continuare questo rapporto nei migliori dei modi con una nuova energia e nuove motivazioni per continuare ad imporsi come una delle migliori compagini dell’intera lega.

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About the author
Cristiano Fumagalli
Laureato in lingue straniere, appassionato di sport in tutte le sue espressioni. Cestista di estrazione e grande amante della pallacanestro americana ed europea. Nutro anche una grande passione per il calcio e adoro studiare la sua storia e la letteratura che lo riguarda. Adoro intrattenere conversazioni a tema soprattutto sportivo, sono senza mezzi termini malato di sport, ma credo non esista malattia migliore.