Vince in trasferta a Belgrado il Portogallo, nel match valido per l'ultima giornata delle qualificazioni ad Euro 2016. Gruppo I, ma a tutti gli effetti quella di questa domenica sera è stata poco più che un'amichevole: i lusitani già qualificati conquistano altri tre punti e volano sempre più primi a quota 21. La Serbia, già eliminata prima del calcio d'inizio, perde davanti al suo (poco) pubblico e rimane a 4 lunghezze, penultima.


Per il Portogallo, il girone era iniziato malissimo con la sconfitta casalinga contro l'Albania nella prima giornata. Tuttavia, da quel giorno Cristiano Ronaldo e soci hanno ottenuto sei vittorie consecutive in altrettante partite giocate, fino alla qualificazione matematica arrivata con un turno d'anticipo giovedì sera. Fondamentale infatti è stata la vittoria per 1-0 nello scontro diretto contro la Danimarca seconda in classifica (superata stasera dall'Albania), firmata dal gol di Joao .Moutinho


Padroni di casa che invece arrivano a questo incontro con tutta la delusione di un girone nato e cresciuto storto. La selezione di Curcic, pur ricca di giocatori di grande spessore internazionale come il difensore del Chelsea Ivanovic, l'esterno del Manchester City Kolarov e l'attaccante dell'Inter Ljajic, è stata condizionata dagli incidenti surreali del match d'andata contro l'Albania, che hanno fruttato la sconfitta 0-3 a tavolino e tre punti di penalizzazione in classifica che hanno sostanzialmente affossato le speranze di qualificazione.


Al di là delle certezze già acquisite, però, alle 18 Serbia e Portogallo sono scese in campo nell'FK Partizan di Belgrado, agli ordini di David Fernandez Borbalan per conquistare la gloria dei tre punti.


Fernando Santos sceglie il suo solito 4-3-3 ma ne rivede largamente gli interpreti, con Ronaldo addirittura già tornato a casa dopo la qualificazione conquistata. Così a proteggere Rui Patricio si schierano Bruno Alves e José Fonte, coadiuvati da Semedo ed Eliseu sulle fasce. Centrocampo a tre con Miguel Veloso, Pereira ed il promettente André André. Davanti Danny agisce da falso nove, assistito da Quaresma e Nani.

Serbia invece con un 4-2-3-1 a trazione offensiva. Radovan Curcic sceglie Stojkovic tra i pali; linea a 4 con il terzino della fiorentina Tomovic a destra, Stefan Mitrovic e Tosic centrali e l'ex Lazio Kolarov. In mezzo al campo Milivojevic affianca il talento del Chelsea Matic. In attacco tutta la fantasia di Adem Ljajic, Zoran Tosic e Dusan Tadic. Unica punta Aleksandar Mitrovic, in forze al Newcastle.


La partita, condizionata da una forte pioggia che si è abbattuta su Belgrado, regala la prima emozione al quinto minuto: Danny supera Mitrovic centralmente e colpisce di punta per anticipare Stojkovic. Il portiere serbo ci arriva ma la respinta è corta e Nani è il più furbo e rapido ad arrivare sul pallone vagante, insaccandolo nel sette a porta sguarnita.

Si prevede quindi una partita divertente, ma i fatti tradiscono le aspettative: la Serbia manovra senza (quasi) mai rendersi pericolosa. Gli unici squilli sono affidati a Ljajic (tiro defilato da sinistra, disinnescato da Rui Patricio) e Tosic (dalla distanza).
La partita sembra piuttosto nervosa, con gli ospiti che tornano negli spogliatoi con tre cartellini gialli a carico (Samedo, Danny, Nani).


All'inizio della seconda frazione Santos butta nella mischia Neto al posto di Bruno Alves, ma la pressione della Serbia continua e anzi, aumenta.
Al cinquantesimo piccole scintille tra Pereira e Mitrovic costringono il direttore di gara ad ammonirli entrambi, mentre poco prima dell'ora di gioco il Portogallo usa anche il suo secondo cambio: è Eder, che sostituisce Danny. Non più "falso nueve" ma centravanti puro.
Al minuto sessantacinque però arriva il tanto agognato pareggio serbo: sulla sinistra Ljajic pesca in profondità Kolarov; cross dal fondo arretrato, a rimorchio arriva Zoran Tosic che col sinistro di prima batte Rui Patricio e fa 1-1.
La partita si anima un minimo man mano che le squadre si allungano, ed il gol è nell'aria. È infatti il settantottesimo quando Joao Moutinho (subentrato a Veloso otto minuti prima) raccoglie un passaggio di Eliseu e lascia partire un sinistro a fil di palo dai 25 metri. Il Portogallo è di nuovo avanti.
Da quel momento in poi la Serbia crolla fisicamente ma soprattutto mentalmente: prima Kolarov prende due gialli in due minuti e finisce sotto la doccia; poi, dopo un solo minuto, è Matic a raggiungerlo per una gomitata di reazione rifilata ad André André, reo di averlo colpito da dietro.
Il resto della partita è accademia, ed al triplice fischio i padroni di casa devono raccogliere l'ennesima delusione europea. Il Portogallo invece, anche se orfano di CR7, chiude al meglio la sua esperienza e si prepara ad affrontare gli Europei della prossima estate.