Una stagione intensa, ricolma di colpi di scena, di sorprese tra la seconda e la sedicesima posizione. L'edizione 2016/17 di Bundesliga non può non lasciare un ricordo indelebile, per le centinaia di fotografie che ci ha regalato. E' la fine, è tempo di bilanci, è tempo di pagelle.

L'ultimo episodio riguarda le squadre che hanno deluso, per svariati motivi e in svariati modi. Chi è stato risvegliato solo dall'orgoglio, chi ha sperperato il proprio talento, chi non è stato in grado di gestirlo. In totale sono sette le squadre coinvolte, squadre con insufficienze pesanti che possono essere ulteriormente acuite.

Premessa: il giudizio è tarato anche sulle aspettative della squadra ai nastri di partenza della stagione.

Borussia Moenchengladbach, 5 - Incrociamo la prima nobile decaduta, che non si è salvata con un girone di ritorno dignitoso dopo le figuracce del 2016. 16 punti in altrettante partite, prima di cambiare passo e prenderne 31 con Hecking in panchina. Comunque troppo poco per una squadra di tale livello, la quale ha dimostrato di non avere carenze strutturali - anche se una punta migliore di Drmic potrebbe trovarla - ma una debolezza mentale a tratti disarmante. La rosa è ampia, ma spiccano in pochi (Dahoud a parte, già ceduto) e il crollo a questo livello potrebbe portare rivoluzioni estive. Il solo Sommer, con le sue parate, non poteva cambiare le sorti.

Bayer Leverkusen, 3 - Inaccettabile. Ciò che il Bayer Leverkusen è riuscito a (non) costruire è semplicemente inaccettabile. Le colpe si distribuiscono dalla dirigenza ai giocatori, passando per le guide tecniche. Schmidt è un allenatore preparatissimo ma con più di una rotella fuori posto, Korkut di rotelle ne ha forse pure troppe, tanto da riuscirsi a complicare la vita da solo. Questa doveva essere per le aspirine la stagione della consacrazione, perché i tempi erano maturi, il momento di fare lo scatto in avanti era arrivato: la crescita degli elementi lasciava intendere questo, la continuità di progetto lo presupponeva. Invece è arrivata la certezza della salvezza alla penultima giornata, con una squadra psicologicamente distrutta e con ogni probabilità da rifondare.

Fonte immagine: The Sun
Fonte immagine: The Sun

Amburgo, 5 - L'ennesimo giro di sofferenza, condito però da un finale di stagione obiettivamente esaltante per lo spettatore, con due reti decisive negli ultimi minuti, in fila. Bisogna però andare oltre a questo e registrare l'ennesima annata negativa, tra giocatori nuovi inseriti male, un altro cambio in panchina, una gestione piuttosto rivedibile e la mancanza di certezze su cui costruire. La tipica squadra di potenziale, ma che ha estremo bisogno di una ricostruzione al più presto. Già poter ripartire ancora dalla Bundesliga (l'Amburgo non è mai retrocesso, nonostante i due playout giocati nel 2014 e 2015) è un passo avanti.

Mainz, 4.5 - Dalla seconda promozione del 2009, questa è stata la peggiore stagione in quanto a posizione in classifica (15esimo posto). L'impegno europeo poteva certamente rappresentare un peso, soprattutto giocando il giovedì, per una squadra all'esordio nella fase a gironi di Europa League. Eppure il mercato e le aspettative sono state ampiamente tradite, perché sì, un altro exploit probabilmente avrebbe stupito, ma stupisce altrettanto una salvezza così sul filo di lana, soprattutto considerando la quota Europa League bassissima. Tanto talento sprecato. 

Wolfsburg, 2 - Doveva essere l'inizio di un nuovo ciclo, è stato l'inizio dell'inferno. Tanti cambiamenti mal digeriti, addii polemici, la pessima gestione del caso Draxler. Un crollo verticale proseguito con la scellerata decisione di affidare la squadra a Ismael, che ha abbattuto definitivamente la squadra, risollevata solo parzialmente da Jonker, il meno colpevole della situazione. Frustrazione, giocatori di talento che non riescono a esprimersi, il tutto unito al caso Volkswagen, che di certo non ha aiutato. Ora il playout, un banco di prova pesantissimo per giocatori non abituati, contro l'organizzazione delle squadre di seconda divisione. Il rischio è altissimo.

Fonte immagine: USA Today
Fonte immagine: USA Today

Ingolstadt, 5 - La retrocessione di quest'anno ha dimostrato in tutto e per tutto che miracolo sia riuscito un anno fa ad Hasenhuttl, passato poi giustamente in una squadra più ambiziosa. Lacune strutturali, elementi non adeguati per la categoria, che un'idea di gioco ben definita (e questo è un merito di Walpurgis) non ha potuto salvare. Oltre alla crescita finale, c'è ben poco da salvare.

Darmstadt, 4 - Il problema di fondo della retrocessione risiede nella costruzione della rosa, il resto è solo logica conseguenza. Giocatori inadatti al livello della Bundesliga, che solo con un moto d'orgoglio nel finale hanno salvato la dignità della squadra, brillantemente salva un anno fa da Schuster, votato allenatore tedesco dell'anno. L'aria è cambiata, l'assenza di un centravanti come è stato Sandro Wagner si è fatta sentire. 

Il primo episodio - Le squadre top

Il secondo episodio - Le squadre nella media

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]