Carlo Ancelotti è sempre stato molto apprezzato dai gruppi con cui ha lavorato per la sua capacità di creare relazioni quasi sempre molto positive con i calciatori. Anche quelli meno impiegati, non hanno quasi mai avuto da lamentarsi del trattamento riservato loro a livello umano dal tecnico italiano. In casa Bayern Monaco, però, sembra esserci una piccola eccezione: Thomas Muller, infatti, non si sente a proprio agio negli schemi di Ancelotti.

L'ammissione arriva da parte dello stesso giocatore nel corso di un'intervista al quotidiano tedesco Bild: "Sono l’ultimo bavarese rimasto. Sembra il titolo di una serie televisiva. Scherzi a parte, conta quanto a uno stia a cuore il club e noi qui abbiamo tanti giocatori che si identificano con il Bayern Monaco. Robben e Ribery per esempio, benché siano stranieri incorporano lo spirito bavarese. Sono giocatori internazionali che danno il messaggio che questo è un grande club. Io sono responsabile dei gol che la squadra segna. Il mio compito è essere prezioso in attacco. Punto, basta. È stato difficile trovare il mio ruolo nel modulo di Ancelotti. Con il Lipsia all'andata, la prima partita importante della stagione, mi ha lasciato fuori e abbiamo vinto 3-0 con una grande prestazione. Allora poi ha puntato su quella squadra, su quel modulo. Ora voglio concentrarmi, prepararmi bene e trasmettere le mie forze alla squadra. E avere un ruolo importante. È importante parlare col proprio allenatore, presto io e Ancelotti lo faremo".

La tifoseria del Bayern è molto legata a Muller, ultimo giocatore bavarese rimasto in rosa, dopo gli addii nel corso delle ultime stagioni di Lahm e Schweinsteiger. Qualcuno anzi già si lamenta che la squadra stia perdendo la propria anima bavarese, imprescindibile per alcuni tifosi. Anche per questo Muller sembra essere importante, senza dimenticare quelle che sono le sue capacità sul campo. L'ultima stagione si è chiusa con appena 9 reti segnate, anche se non vanno dimenticati i 17 assist serviti per i compagni. In casa Bayern, però, serve probabilmente una riflessione, anche insieme ad Ancelotti, su alcune situazioni emerse pubblicamente. Qualche giorno fa era stato il procuratore di Lewandowski a lamentarsi dello scarso aiuto, secondo lui, che la squadra aveva dato al polacco nella rincorsa al titolo di capocannoniere di Bundesliga poi vinto da Aubameyang. Piccole crepe da rinsaldare, per iniziare la prossima stagione con uno spogliatoio unito e compatto.

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Francesco Nasato
24 anni, giornalista pubblicista, allievo della scuola di giornalismo dell'Universitá IULM, laureato alla Cattolica di Milano in Linguaggi dei Media. Editor di Vavel Italia, scrivo di calcio e Milan sul web e la carta stampata da quando ho 18 anni