Sulle rive del Reno sono abituati a sorprendere. Nel 2004 un giovane Jurgen Klopp portò una squadra che raramente riusciva a mantenere la categoria pro in massima divisione, poi un altro volto noto come Thomas Tuchel fece addirittura meglio, centrando il quinto posto l'Europa League nel 2011. Tre anni dopo, settimo posto, migliorato ulteriormente nel 2016 con la sesta piazza. Il Mainz stava diventando quasi un abitué per le zone alte della classifica, ma il 15esimo posto dell'anno scorso ha riportato ancora tutti coi piedi per terra. Forse, meglio così.

Fonte immagine: SoccerStyle24
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Il cambio in panchina deciso in estate, con l'addio a Martin Schmidt (artefice di quel sesto posto) e la promozione di Sandro Schwarz dalla seconda squadra, è una sorpresa relativa. Storicamente il Mainz, come dimostrato, fa crescere gli allenatori in casa per poi piazzarli alla guida della prima squadra con ottimi risultati, mantenendo come linea comune il 4-2-3-1, che anche quest'anno sarà il modulo della squadra, ma con molti nuovi interpreti soprattutto in attacco. Ha infatti salutato la compagnia Jhon Cordoba, cessione record da 17 milioni di Euro al Colonia, sostituito dallo spagnolo Kenan Kodro, prelevato per una modesta cifra dall'Osasuna. Si giocherà il ruolo di prima punta in ballottaggio con Muto.

Tra le altre novità, vanno menzionati i rinforzi sulla trequarti, soprattutto Viktor Fischer, talento scuola Ajax che per ora non ha rispettato le promesse di inizio carriera, ed Alexandru Maxim, trequartista romeno arrivato dallo Stoccarda. L'acquisto più oneroso dell'estate è però il difensore classe 1996 Diallo, scuola Monaco. Su di lui ci sono molte aspettative, perché sembra l'uomo designato per fare coppia con Bell al centro di una difesa che prevede sulle corsie Donati e Brosinski. Anche in porta c'è una novità, rappresentata da René Adler, il quale si dovrà contendere il posto con l'home-boy Huth, che ha trovato spazio nell'ultima parte della scorsa stagione.

La rosa è al momento molto ampia e va sfoltita (oltre 25 giocatori), ma sembra di buona qualità e con elementi in grado di portare la squadra in alto. Gbamin è atteso ad ulteriori miglioramenti, così come Oztunali, mentre la working class deve mantenere uno standard alto, vedasi Latza, l'anno scorso tra i migliori realizzatori con quattro reti. Raggiungere nuovamente la parte sinistra della graduatoria sembra per la verità molto complicato, ma lo score dal duemilanove recita: nono, quinto, tredicesimo, tredicesimo, settimo, undicesimo, sesto, quindicesimo. La costanza non è di casa a Mainz, ma la capacità di sorprendere decisamente sì.

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]