Un mare di critiche spazzate via dai 2850 metri di Quito. L'incubo che si è trasformato in un sogno da cui uscire più forti per tentare l'assalto a qualcosa che manca da trentuno anni. Messi si è preso l'Argentina per mano e, con una tripletta, ha trascinato la Selecciòn al Mondiale che si svolgerà in Russia nel 2018. Una prestazione sontuosa della Pulce che ha rimontato l'iniziale svantaggio con tre gol, uno più bello dell'altro per zittire i detrattori e coloro che, addirittura, lo reputavano un peso per la Nazionale. L'Argentina è ai suoi piedi e lui a fine partita si è espresso cosi: "Eravamo venuti in Ecuador con quest'obiettivo. Fortunatamente, abbiamo reagito subito allo svantaggio. Tutto questo, ad ogni modo, ci fa crescere molto: siamo più forti dopo un'esperienza così".

A un passo dal baratro, dopo il pareggio a Buenos Aires con il Perù e l'inferno solo sfiorato. Tutto questo in meno di una settimana: "Qualificarci era la cosa più importante. Follia rimanere fuori dal Mondiale. Adesso è passata la paura, eravamo asfissiati dal timore di rimanere fuori. Ora è tempo del sollievo. Non è stato facile. Sono passate per la testa troppe cose negative, soprattutto appena subito il gol degli avversari. Per fortuna siamo riusciti a reagire immediatamente. Tutti vogliamo che la Nazionale faccia bene e provi a vincere la Coppa del Mondo. Adesso dobbiamo prepararci bene e continuare a migliorarci". Parla da leader e lo fa anche quando  tira in ballo le tre finali perse: "Ribadisco: pura pazzia che l'Argentina non partecipasse al torneo. Il gruppo non lo meritava. Il team era stato messo in discussione per un po' di tempo nonostante avesse giocato tre finali, quella dell'ultimo Mondiale e due di Coppa America. Oggi è un giorno speciale per tutti coloro che fanno parte di questo gruppo da molto tempo". 

Grazie alla sua tripletta Messi ha anche salvato Sampaoli dalla possibile figuraccia, il CT se lo coccola cosi: "Messi non è debitore di una Coppa del Mondo all'Argentina. Il calcio deve un Mondiale a Messi. E' il miglior giocatore della storia. Era illogico che non fosse protagonista del torneo più importante del mondo. Ci siamo rafforzati come un gruppo per supportare Messi e per metterlo in condizione di mostrare tutto quello che ha mostrato". 

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Alessio Evangelista
Mi chiamo Alessio Evangelista, sono nato e tutt'ora vivo a Pescara in Abruzzo. Mi sono diplomato quest'anno presso l'ITIS A.Volta di Pescara con la votazione di 80/100. Le mie passioni sono il calcio e la Formula 1