Per il terzo (o quarto) anno di fila, la stagione dell'Arsenal si apre con un interrogativo di routine: è questo l'anno buono? La risposta da qualche estate a questa parte è tendenzialmente positiva, eppure a fine campionato ci si lecca le ferite per limitare i danni, arte in cui i Gunners sono maestri. I numeri a tratti spaventano: mai fuori dalle top four, mai un titolo vinto. Dall'annata 2004/05 ad oggi, il leitmotiv è diventato facilmente prevedibile. Dodici anni con in onda lo stesso identico disco, che racconta di partenze in alcuni casi sognanti, qualche picco di positività, poi un crollo che allontana le speranze di vittoria, poi una ripresa, seguita da un nuovo periodo interlocutorio che nella maggior parte dei casi conduce a un piazzamento da Champions League (dove puntualmente arriva l'eliminazione agli ottavi di finale, massimo ai quarti).

La sopportazione dei tifosi, specialmente negli ultimi anni, sta raggiungendo quote talmente basse da sfiorare l'esplosione: il capro espiatorio è ovviamente Arsène Wenger, colpevole di aver sempre trascurato l'aspetto difensivo e soprattutto non aver mai equilibrato la spesa. Il discorso non fa una piega, la necessità di un difensore di livello non si attenua col passare degli anni, anzi... Potrebbe però essere l'estate giusta per l'acquisto di un centrale di fascia alta, perchè con Mertesacker fuori cinque mesi si è infiammata la pista Mustafi, giovane ma di qualità e sicurezza: un profilo che accontenterebbe tutti, come quello di Xhaka, altro nuovo acquisto estivo di livello. Terzo innesto che manca ma che resta in lista è un'alternativa a Giroud, visto che lo sfortunato Welbeck salterà quasi tutta la prossima stagione per una lesione alla cartilagine del ginocchio.

Quello che tutti si auspicano di vedere, sia i tifosi che gli appassionati, è una drastica riduzione del numero di infortunati annui, visto che l'anno scorso la cifra si aggirava intorno ai cinquanta. Come si evince dalla formazione proposta, la gamma di scelta a disposizione di Wenger è tra le più ricche in circolazione, condizione ideale per sostenere quattro competizioni con l'obiettivo di vincerle tutte. Tanto, forse troppo, passa dal piede mancino di Mesut Ozil, giunto alla soglia dei 28 anni ancora senza la vera consacrazione individuale che spetterebbe di regola ad un talento del genere. Togliersi le ciabatte più spesso sarebbe un buon punto di partenza, ed in questo senso avere un Sanchez a fianco che offre corsa e si propone sempre giova, ma ancora di più l'avere alle spalle due giocatori tecnicamente impeccabili come Cazorla e Xhaka, oltre alla solita variabile impazzita Ramsey.

Sulla carta, la squadra ideale che il tecnico alsaziano ha in testa è la migliore possibile per sviluppare al meglio il proprio gioco: tutti hanno ottimi piedi, con la giusta dose di dinamismo e soprattutto la buona complementarietà tra i vari reparti. L'uomo in più, possibile sorpresa che dir si voglia, è Oxlade-Chamberlain: il solito ottimo pre-campionato, condito da due gol-gioiello (contro Lens e Guadalajara) e la solita condizione atletica che mostra in estate o più in generale nei primi mesi di stagione, ha bisogno di essere confermata fino a maggio, o nel migliore dei casi addirittura giugno. Non c'è più tempo da perdere, per The Ox e per tutto l'Arsenal: vincere non è un semplice obiettivo, ma una necessità. Peccato solo che quest'anno non sia proprio così facile...

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]