Piove sul bagnato in casa Everton. Non basta una nuova, pesante sconfitta sul campo, ma arriva anche una condanna extracalcio per il suo giocatore più rappresentativo. Wayne Rooney è stato punito con il ritiro della patente per due anni, con la sanzione accessoria di 100 ore di lavoro socialmente utile non retribuito.

Wazza era stato fermato lo scorso 1 settembre per guida in stato di ebbrezza e successivamente arrestato. Dopo la sentenza, il numero 10 ha voluto esternare con un comunicato il suo sentimento di rimorso: “Voglio chiedere pubblicamente scusa per la mia mancanza di giudizio, quello che ho fatto è completamente sbagliato. Ho già chiesto scusa alla mia famiglia, all'allenatore, al presidente e a tutti coloro che fanno parte dell'Everton. Voglio chiedere ancora scusa a tutti i tifosi dell'Everton e a chi mi ha seguito durante la carriera. Accetto la sentenza della corte”. Non è di certo la prima volta che Rooney viene pizzicato in circostanze simili: nel novembre scorso, fecero il giro del mondo le foto che lo ritraevano visibilmente alterato dall’alcool, con annessi commenti di chi assistette a quello “spettacolo” riportati sul Sun, in un hotel londinese dopo la vittoria per 3-0 dell’Inghilterra sulla Scozia.

Come detto però, per l’Everton non è di certo un periodo tranquillo. La condanna a Rooney non influirà strettamente dal punto di vista tecnico, ma la situazione su questo versante è critica. Contro il Manchester United è arrivato un pesantissimo ko per 4-0, che segue una serie di risultati negativa: a parte l’inizio sprint tra preliminari di Europa League e la prima giornata contro lo Stoke City – con Rooney decisivo -, i Toffees hanno conquistato un solo punto nelle successive quattro partite di Premier League, con un solo goal segnato e ben 10 subiti, esclusi i 3 subiti dall’Atalanta a Reggio Emilia. Oltre ai risultati, impressiona come la squadra sia per larghi tratti della gara impotente di fronte all’avversario, chiunque esso sia. Per Ronald Koeman è già tempo di alta pressione: il mercato estivo estremamente dispendioso costringe il manager olandese ad invertire la rotta in maniera immediata, per evitare spiacevoli sorprese e soprattutto per non inficiare l’ottimo lavoro svolto nella scorsa stagione.

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