L'immagine della serata di Old Trafford è necessariamente l'ultima: lacrime a destra ed a manca, quelle di un Celta Vigo stremato, andato clamorosamente vicino ad uno storico passaggio del turno, quelle dei tifosi del Manchester United che oltre a tirare un enorme sospiro di sollievo possono finalmente gioire per una finale europea nuovamente conquistata. Nel mezzo, dei festeggiamenti, chi sembra riuscire a trattenere le emozioni e le tensioni del finale di gara è José Mourinho, al quale tuttavia non riesce l'impresa di restare impassibile davanti a quanto appena accaduto e crolla. 

Le lacrime di José Mourinho a fine gara - Foto Fox Sports
Le lacrime di José Mourinho a fine gara - Foto Fox Sports

Vincono le emozioni, non vince di sicuro il calcio offerto dal tecnico portoghese, il cui cinismo e la cui capacità di inculcare l'arte della sofferenza e della resistenza alla sua squadra, prevalgono sul bel gioco e sull'estetismo. Il pragmatismo Mourinhano torna di moda e, nelle ultime due serate decisive di Old Trafford, ritrova inoltre nella faretra una vecchia amica che sembrava avergli voltato le spalle per qualche anno: la dea bendata. Il pareggio per 1-1 maturato al teatro dei sogni non può, al netto delle tantissime emozioni vissute dal gol di Roncaglia in poi, soddisfare i supporters della squadra inglese, incapace dopo il gol in apertura di Fellaini che sembrava presagire a tutt'altra gara di chiudere il discorso qualificazione con un Celta oltremodo esposto alle ripartenze dei padroni di casa. 

Ed invece, lo United si è abbassato fin troppo nella propria trequarti, mettendo in mostra una buona capacità di resilienza alle folate offensiva di un ottimo e indomito Celta Vigo, abilissimo nello stretto a mettere in difficoltà la retroguardia dei Red Devils molto più nettamente rispetto a quanto fatto all'andata. Nelle offensive degli iberici, rispetto ad una settimana fa, la sfrontatezza che non c'è stata al Balaidos, quel timore reverenziale che, in fin dei conti, potrebbe aver deciso il doppio confronto. Alla tensione di sette giorni fa ha fatto seguito una reazione di assoluto livello, soprattutto nella ripresa, facilitata anche dalla scarsissima pressione che gli uomini di Berizzo avevano sulle spalle. Nel primo tempo, Mallo, Aspas e compagni hanno approcciato nel modo giusto la gara, venendo però perforati alla primissima opportunità dai padroni di casa. La gara, però, ha continuato a farla il Celta nonostante un breve momento di fisiologico contraccolpo psicologico, nel quale lo United non ha saputo graffiare con Rashford e Mkhitaryan spesso imprecisi. 

Nella ripresa, il baricentro dell'azione degli iberici si è alzato a dismisura, con i trequartisti di casa che quasi mai sono riusciti a ribaltare l'azione con efficacia e velocità. Nelle sporadiche occasioni avute a tu per tu con Sanchez, la scarsa precisione degli avanti di Mourinho ha precluso la possibilità di chiudere il discorso qualificazione anzitempo, ma soprattutto ha dato adito agli ospiti di credere ancora nell'impresa. Impresa che, al gol di Facundo Roncaglia ad una manciata di minuti dal termine, sembrava clamorosamente tornata a portata di mano degli spagnoli, abili nel crederci nonostante la miriade di errori sotto porta di John Guidetti. L'attaccante svedese ha vissuto la doppia sfida come un derby, togliendogli probabilmente la necessaria lucidità che sarebbe servita a capitalizzare le quattro occasioni avute a disposizione. Soprattutto l'ultima, allo scadere, quando sul suggerimento di Beauvue, sul destro ha avuto la possibilità di scrivere la storia, ed invece ha ciccato miseramente la sfera. 

La disperazione di John Guidetti - Foto Daily Mail
La disperazione di John Guidetti - Foto Daily Mail

Un quarto d'ora di ansia e di rischio eccessivo per chi, questa doppia sfida, avrebbe dovuto archiviarla ben prima, soprattutto visti i termini con i quali si era sviluppata la contesa. Adesso, con il biglietto per Stoccolma in tasca, il Manchester United torna a calcare il manto erboso di una finale europea a distanza di anni, con Mourinho ed i suoi che, a distanza di due settimane dalla partita contro l'Ajax, sono ben consapevoli che servirà ben altra prestazione, sicuramente al di sopra della sufficienza vista ieri sera, per venire a capo dei tremendi lancieri. E soprattutto, nel momento cruciale della sfida, che il cinismo e la fortuna non sempre possono stare dalla propria parte. 

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