Un undici-contro-undici che si trasforma in un cinque-contro-cinque fatto di duelli individuali tra pari-ruolo. No, non è il gioco del calcio che diventa basket, ma è l'estrapolazione di cinque ruoli chiave nei sistemi di Juventus Napoli, rappresentati da altrettanti cinque giocatori chiave, scelti e descritti accuratamente da Giorgio Dusi e da Andrea Bugno

La marcia di avvicinamento di Vavel verso il big match di sabato sera giunge così alla sua seconda tappa. Cinque posizioni: portiere, centrale di difesa, terzino/esterno, interno di centrocampo di costruzione, attaccante. Cinque sfide, cinque testa a testa, cinque confronti. Senza un vincitore, ma con indicazioni interessanti, più simili di quanto si possa pensare.

Buffon - Leader carismatico della squadra, come anticipato nel primo speciale di ieri. Il portiere bianconero è una garanzia di sicurezza per la difesa, la quale sa di potere contare alle sue spalle su un numero uno affidabile, e forse è anche riduttivo definirlo semplicemente in questo modo. Anche perchè Buffon è il capitano, è il primo a mettere la faccia nei momenti difficili (vedi Sassuolo), quando va tutto bene è il primo a tenere i piedi per terra. Indispensabile. 

Reina - Portiere, e tanto altro. L'anima iberica dello spagnolo lo ha fatto innamorare della città e delle sue infinite sfaccettature, tanto da reclamarne bramosamente il ritorno. L'ex Liverpool muove i fili della difesa, lega da collante nello spogliatoio tutti gli elementi, facendoli muovere come un unicum verso l'obiettivo. Pepe è l'anima del Napoli, che rispecchia in se tutta la voglia della città di primeggiare.

Barzagli - Probabilmente è ancora il miglior centrale italiano, e quasi sicuramente è tra i migliori cinque della Serie A. La capacità di rendere allo stesso modo a tre o a quattro è qualcosa di raro, così come gli scatti sulla fascia destra (memorabili quelli in Champions League col Siviglia). Fuoriclasse della difesa, senza dubbio beneficia del sistema perfetto. Difficile trovare un "migliore" tra i tre dietro della Juve, anche se Chiellini non ci sarà sabato sera...

Koulibaly - La crescita del difensore franco-senegalese raffigura forse appieno la crescita del reparto difensivo del Napoli. Straripante a tratti, dirompente in altri, Koulibaly è ad oggi per caratteristiche uno dei migliori prospetti, oltre che realtà solida, delle difese d'Italia. Alla vigilia della sfida dell'anno, la più difficile, l'esame che può attestarlo nel gotha del ruolo.

Alex Sandro - Quando arrivò ad agosto per 26 milioni si alzò più di un sopracciglio. Oggi nessun tifoso bianconero farebbe mai a meno di lui: stantuffo inesauribile su una fascia che presidia con la sicurezza di un leone nella savana, dotato di un eccelso dribbling che gli permette di rappresentare un costante pericolo. Di fatto un'ala, con in aggiunta la capacità di tenuta in uno-contro-uno, grazie anche all'ottimo fisico. Forse, unica pecca, si sono viste diagonali migliori...

Hysaj - L'uomo che non ti aspetti. Preciso e lineare, che fa sempre la cosa giusta: in fase offensiva spinge e si propone, offrendo alternativa sicura alle scorribande solite dalla parte opposta; inoltre, il duttile e diligente albanese ha contribuito e non poco alla stabilità dell'assetto arretrato con la sua intelligenza tattica, che gli permette di essere sempre sull'attenti per chiusure e diagonali.

Pogba - A livello di talento puro non ha eguali in Serie A, è, insieme al prossimo che andremo a citare (prevedibile), il leader tecnico di una squadra che ha cominciato a inanellare vittorie anche grazie alla sua vena positiva, alla sua voglia di tornare al livello che gli compete. Si sta concedendo ancora qualche leziosità di troppo, ma le alterna a giocate sontuose per mandare in porta i compagni o per creare palle-gol con una facilità disarmante.

Hamsik - Il simbolo, l'emblema della napoletanitá in campo. Lo slovacco con la fascia da capitano oramai è completamente immedesimato con la vox populi, con l'ideale di resurrezione dopo un periodo fin troppo lungo di assenza da successi e sorrisi. Si è liberato Marek, dalle catene di un modulo a lui poco congeniale, che imbrigliava le sue capacità di svolgere entrambe le fasi applicandovi immensa qualità e altrettanta quantità. La svolta, del Napoli, risiede soprattutto in lui.

Dybala - Non sprechiamo tempo in paragoni con altri fenomeni. Dybala è Dybala, punto. E' l'imprevedibilità, è la capacità di entrare sempre nel vivo dell'azione, saltando l'uomo o giocando di prima con i compagni, è il farsi sempre trovare in posizione per ricevere e raccordare i reparti, lavoro per il quale Allegri si deve prendere, a ragion veduta, la gran parte dei meriti. Siamo solo al primo Dybala, le premesse per il futuro non sono così negative...

Higuain - Il Pipita, trascinatore tecnico come definito già nella giornata di ieri, cerca la prima gloria allo Juventus Stadium dopo aver trafitto la Vecchia Signora al San Paolo e fuori dai confini italiani in Supercoppa. Mai, nei due precedenti in Piemonte, Higuain si è reso protagonista di giocate degne della sua classe e, sabato, sarà chiamato inevitabilmente a trascinare i suoi.

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