Mi ritiro, anzi resto, no anzi lascio il Verona, ma non smetto di giocare a calcio. Antonio Cassano è stato il protagonista degli ultimi giorni di questa estate che ha visto tanti movimenti di mercato e la sua vicenda che definire paradossale è poco. Il barese alla fine ha scelto di salutare il Verona che pure aveva deciso di puntare su di lui, ma al quotidiano La Stampa spiega che il suo non è un ritiro dall'attività agonistica, come invece scritto via social nei giorni scorsi.

Questa la versione di Cassano su quello che è successo con il Verona: "A Verona non è scattata la scintilla, l’ho capito subito. Una questione di feeling, di aria. L’ho detto al presidente Setti, al ds Fusco, all’allenatore Pecchia. Ho pensato fosse meglio interrompere, anziché trascinare la cosa. Quando ho parlato con loro non ho mai detto “mi ritiro”. Sfido chiunque a dire il contrario. Poi sono state scritte altre cose, ma la verità è questa. Infatti al momento della rescissione mi hanno proposto di inserire la clausola di risarcimento, nel caso trovassi un’altra squadra (200.000 euro per la A, 50.000 per la B). E io ho accettato. Nostalgia di casa? Certo, ma non c’entra. Non trovandomi bene, la nostalgia si è acuita. Però mia moglie ha detto pubblicamente di essere pronta a seguirmi ovunque".

La curiosità adesso è quella di capire chi sceglierà di concedere un'opportunità a Cassano: "Adesso voglio continuare e non importa molto dove: per il momento però non ho ricevuto offerte, ma ho più di qualche idea. La cosa fondamentale è che mi diverta. Come ho sempre fatto in 18 anni di carriera. L'Entella? La sfida sarebbe grande: tentare il “miracolo” serie A. Sono stato a un passo a febbraio, avevo detto “sì” ma la notte ho riflettuto, non me la sentivo ancora di scendere in B. Sono rimasto fermo fino alla firma con il Verona. Il rapporto umano tra me e Gozzi non è cambiato, è ottimo. In questo momento della mia carriera mi sarebbe piaciuto essere allenato da Giampaolo, nel suo modo di giocare avrei reso alla grande. Per il resto, dipende dalle ambizioni: se ne hanno, devono comprare 4-5 rinforzi. Chi mi vuole mi deve chiamare, non ho più l'agente, ma una cosa è certa: se a settembre sarò a casa ci resterò davvero".

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About the author
Francesco Nasato
24 anni, giornalista pubblicista, allievo della scuola di giornalismo dell'Universitá IULM, laureato alla Cattolica di Milano in Linguaggi dei Media. Editor di Vavel Italia, scrivo di calcio e Milan sul web e la carta stampata da quando ho 18 anni