Fermata di fine stagione. La Serie A entra nel rettilineo conclusivo. Giornata n.36, a Bologna un classico di chiusura. Due squadre senza particolari obiettivi, se non quello di onorare un'annata al di sotto delle aspettative. 38 punti in graduatoria per l'undici di casa, quindicesima piazza, salvezza acquisita ma rendimento altalenante. Poco per un tecnico, Donadoni, atteso a un ulteriore progresso, in termini di gioco e personalità. Di contro, il Pescara da settimane lavora per programmare la prossima stagione, inevitabilmente nella serie cadetta. 2 vittorie, di cui una a tavolino, difficile pensare alla permanenza nella massima serie italiana. Propositi respinti dal campo, sogni in frantumi al cospetto della realtà. Il boemo, confermato, studia così il futuro, giovani da plasmare in un contesto meno esigente. 

Per la partita odierna, Donadoni non può disporre di Gastaldello, fuori per squalifica, al centro della difesa giocano così Helander e Maietta, con Mirante tra i pali. Mbaye è l'esterno di destra, Krafth in leggero vantaggio su Torosidis a sinistra. Mediana di sostanza, Taider e Donsah portano alla causa grande forza fisica, sulla trequarti il talento di Krejci e Verdi, con Petkovic alle spalle del ritrovato Destro. In panchina Di Francesco. Dopo il capitombolo con l'Udinese, fondamentale ripartire di fronte al pubblico amico. 

La conferenza di Donadoni 

Zeman dà continuità al suo credo ed opta per il 4-3-3. Bahebeck è il terminale ultimo, Muric (o Brugman) e Caprari ad innescare il 15. Manca un elemento di spicco come Benali, fermato dal giudice sportivo. Vitturini, Campagnaro e Stendardo non sono della partita. Muntari guida il comparto a tre di centrocampo, completato da Coulibaly e Memushaj. Dietro, Zampano, Bovo, Fornasier e Biraghi.

La conferenza di Zeman 

Fischio d'inizio alle ore 15, dirige Di Martino.   

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