La sconfitta della gara d'andata contro il Milan è stato forse il momento più basso della stagione del Bologna di Roberto Donadoni. Reduce dal pesantissimo k.o. casalingo contro il Napoli, i rossoblu furono sconfitti dai rossoneri nonostante una doppia superiorità numerica maturata durante la sfida. Una situazione pesante che però Donadoni è riuscito in qualche modo a gestire, portando la squadra ancora una volta a centrare la salvezza. In queste ultime gare della stagione si gioca per l'orgoglio e per evitare brutte figure che non fanno mai piacere.

Soprattutto a San Siro e contro un Milan che invece ha ancora qualcosa da chiedere al campionato. Ecco perchè Donadoni, in conferenza stampa, ha delle richieste precise per i suoi ragazzi: "ogliamo andare in un grande stadio e fare una buona prestazione. Loro vorranno difendere il sesto posto in classifica, sappiamo che ci sarà da soffrire. Servirà la giusta prestazione. Il mio rendimento? Ho cercato di dare sempre quello che potevo. Ho speso molto, essere stanchi diventa importante quando ci sono margini di crescita, si fa fatica con più gusto. Il modulo? Il 4-2-3-1 potrebbe essere un’opzione importante anche per l’anno prossimo, non lo nascondo." Si parla poi dell'attacco rossoblu e della stagione di Destro in particolare: "I nostri attaccanti si stanno mettendo in mostra, ma sono lontani dall'appetibilità, non è una critica, ma un consiglio per crescere. Destro è un giocatore che può fare e segnare molto di più, dipende molto da lui. Poi bisogna anche valutare il peso dei gol e uno come Destro non può essere soddisfatto di una stagione così."

Con il nuovo modulo giocatori come Verdi e Di Francesco potrebbero ottenere dei benefici maggiori per le loro prestazioni: "Verdi? In quel modulo gli vengono richieste cose differenti, partendo dal centro devi fare spostamenti diversi. Può fare questo ruolo molto bene. Di Francesco? Il suo rendimento non si vede solo in partita, ma anche in allenamento. Non si tira mai indietro, cerca di dare sempre il massimo." Una battuta anche sul Milan che dopo 30 anni ha cambiato proprietà, passando da Berlusconi ai cinesi: "Il Milan? Cambiare la proprietà è un passaggio radicale, per chi è legato ai sentimenti certi processi sono difficili da metabolizzare."

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Francesco Nasato
24 anni, giornalista pubblicista, allievo della scuola di giornalismo dell'Universitá IULM, laureato alla Cattolica di Milano in Linguaggi dei Media. Editor di Vavel Italia, scrivo di calcio e Milan sul web e la carta stampata da quando ho 18 anni