Un anno ancora. Dario Dainelli rinnova, si prolunga il matrimonio con il Chievo. Il 36enne di Pontedera firma per un'ulteriore stagione con i gialloblu, pronto a formare con Gamberini (contratto fresco anche per lui) una roccaforte d'esperienza. Il centrale si confida ai microfoni di Radio Sportiva e le prime parole sono per l'amico Luca Toni. 

L'attaccante si ferma, saluta il calcio giocato e lascia, con effetto immediato, un vuoto incolmabile. Un 9 vecchio stampo, forte fisicamente, in grado di "proteggere" la squadra, di far salire i compagni, implacabile nel gioco aereo. Un giocatore capace di migliorarsi col tempo, raggiungere l'apice di carriera con sacrificio e lavoro. 

La fisicità di Luca, la difficoltà che ti dà appoggiandosi, la sua mole in area, sono caratteristiche difficili da riscontrare, ora come ora non vedo nessuno come lui, ha qualità che hanno fatto la differenza e gli hanno permesso questa longevità

Un rapporto di campo, tra Dainelli e Toni, che trova il suo punto più alto nella miglior stagione di Luca a Firenze. 31 reti, la rassegna mondiale, poi il ritorno in provincia, Toni nel Chievo dei miracoli di Mandorlini. Con Del Neri un rapporto difficile, contrasti e silenzi, fino alla decisione, sofferta, di chiudere l'attività agonistica. Questo il pensiero a riguardo del difensore clivense. 

Ho avuto la fortuna di giocarci tanti anni insieme. Credo la più importante sia stata l’annata alla Fiorentina in cui ha fatto 31 gol in campionato e permesso di arrivare al Mondiale da titolare che lo veramente consacrato come il campione che si è poi dimostrato nel tempo. Ovviamente già sapevo della sua decisione. Sono cose che dispiacciono ma è normale che prima o poi sono scelte che prima o poi devono arrivare. Normale però che lasci anche un po’ di amaro in bocca. Non ha deciso dopo ultimi infortuni, stava valutando addirittura negli anni precedenti poi era andato così bene che tutti dicevano che non poteva lasciare facendo capocannoniere poi è naturale che certe riflessioni vadano fatte

In chiusura, Dainelli si sofferma sull'operato di Maran. I successi del Chievo dipendono in larga parte dalle "mosse" del tecnico, abile nell'estrarre il massimo da un gruppo coeso. Maran riesce a trasmettere tranquillità, il Chievo, in campo, si gioca la partita, senza badare alla forza dell'avversario.  

Per noi è stata un’annata ottima, siamo partiti bene e bravi a mantenere la concentrazione per tutto il campionato: il mister è l’artefice di tutto questo. Ha dimostrato di essere un ottimo allenatore è normale che ci siano voci su di lui, poi le valutazioni del Chievo e del mister sono difficili da precedere perché dipenderà dalle offerte: è naturale che se dovesse arrivare qualcosa di importante per entrambi sarebbe difficile dire di no

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