Atteso come pochi, discusso più d'ogni, decisivo quando in vena. L'arte del ragazzo forgiato in quel di Carrara, mitigato nel carattere dal tepore calabrese, e in ultimo cullato dai dolci colli fiesolani, s'e rivelata come il rinascimento; con gli stessi effetti d'un fulmine a ciel sereno, con la stessa intensità d'un assolo di chitarra elettrica.

Chi è Federico Bernardeschi, lo stiamo scoprendo solo ora che il Natale e le sue feste ci permettono di fermare immagini, istantanee, momenti di calcio vissuto, rimasti per qualche motivo negli occhi di chi lo ama profondamente. Un talentissimo incastonato tra i colli più romanzati e combattuti dello stivale. Tra i più belli e artistici. Tra i più appassionati e intellettuali. Questo è Federico, 22 enne di quest'epoca, sognatore e sfrontato, alle volte arrogante ed irrequieto. Federico il polemico, il guastatore, il bastian contrario. Ma anche Federico il poeta, Federico il messia, Federico l'inventore.
Federico X allora, come simbolo di quelle contraddizioni che si porta dietro da Crotone; di quel carattere non ortodosso che lo distingue dalla massa. X per chi non l'ha riconosciuto come tale - Diez appunto -, e ora, è stato costretto alla redenzione. X, come il numero non dato di cui ci serviamo per indicare un potenziale, che ci eccita dirlo, non sappiamo fin dove potrà portarlo.

La doppietta a Empoli e l'esultanza sotto la curva. Fonte foto: vavel.com
La doppietta a Empoli e l'esultanza sotto la curva. Fonte foto: Getty Images Europe.

L'evoluzione alla quale stiamo assistendo, non si limita a mere considerazioni tecniche o tattiche. Federico Bernardeschi, avanzato e accentrato, ora titolare di un ruolo da Prima Donna gigliata, ha acquisito consapevolezza e saggezza, catalizzando di fatti la manovra di una Fiorentina a corrente alterna, capace, quando in luna, di deliziare con calcio spettacolo il pubblico del Franchi.
L'ultima recita del 2016 ha fugato ogni dubbio: una prova da vero Most Valuable Player, - due reti e uno tra gli assist più belli dell'anno - ha concesso al tremolante Sousa un duello paritario con il Napoli del Maestro Sarri.
Il Bernardeschi One Man Show, capace di infiammarsi, percorrendo la solita direttrice della discontinuità, ha lasciato spazio ad un giovane uomo, emblema del nuovo rinascimento fiorentino. Un personaggio da cui i giovani traggono ispirazione e i media fiumi di parole. Un Leader tecnico che ha cambiato d'un tratto il suo orizzonte. Un ragazzo difficile, finalmente conscio del dono ricevuto.

In questo interludio di parole, stimolate dai decori natalizi colpevoli di questa sosta, uno dei termini maggiormente affiancati a quel nome, e a quel numero, è stato 'Futuro'.
Se l'orizzonte più vicino è la Pineta pescarese, luogo scelto per il primo spettacolo teatrale del 2017, in estate, una 'Telenovela' a tinte Viola potrebbe prender forma tra i colli fiesolani.

La classe al potere. Bernardeschi si prende la Viola. Fonte foto: Getty Images Europe.
La classe al potere. Bernardeschi si prende la Viola. Fonte foto: Getty Images Europe.

Se il 22 enne, ormai stabilmente nel giro della Nazionale, dovesse confermare anche in questo 2017 le impressionanti doti palesate negli ultimi mesi, all'apertura del mercato estivo, è lecito attendersi che molti club faranno squillare lo smartphone di Pantaleo Corvino.
Come i suoi predecessori, la sensazione è che Bernardeschi, malgrado l'amore verso la Viola, possa salutare a malincuore il Popolo gigliato e i suoi colli, muovendo verso settentrione, tra la nebbia e il freddo di un San Siro o di uno J.Stadium.

Juventus, Inter e Milan, le tre Dame del nostro campionato, sono rimaste ammaliate. Non potrebbe essere altrimenti, d'altronde. Il talento di cristallo che Il Rocket Man sta dispensando in giro per lo stivale è merce che fa gola ai pezzi grossi della Lega.
Suning ad esempio, con l'avvallo di Stefano Pioli, già iniziando ad esplorare la situazione che ruota attorno a Bernardeschi. Ambienti vicini ai proprietari del biscione, sono certi che l'Inter, nella prossima finestra di mercato, sia disposta a carte false per vestire di nerazzurro il ragazzo di Carrara.
A Torino, uno scippo alla Roberto Baggio, - Divin Codino che come Berna ha vestito la 10 Viola prima di essere ceduto contro il proprio volere all'odiata Juventus - è sempre d'attualità. I bianconeri stanno rifondando mattone per mattone una rosa giunta allo Zenit, obbligata per limiti storici a puntare su cavalli nostrani. Bernardeschi, forte di un curriculum vitae non comune, sembra essere il candidato ideale, anche per vestire quella 10 che il suo illustre predecessore rese leggera come una piuma.
Non va snobbata neppure l'ipotesi rossonera, sì difficilmente percorribile, ma indubbiamente intrigante. Sulla panchina del Diavolo c'è l'allenatore che lanciò in prima squadra Bernardeschi, Vincenzo Montella. L'Aeroplanino, questo è fuor di dubbio, vedrebbe di buon occhio l'innesto di un crack come il Berna, anche se a destra, nella sua posizione naturale (ma attenzione, non più impiegata in proiezione offensiva), attualmente c'è lo scatenato Suso.
Il Milan però, tra le tre candidate, pare essere quella meno accreditata, almeno fino a quando non si conosceranno le reali intenzioni della Sino Europe Sports, cordata pronta a rilevare la società di Via Aldo Rossi prima della prossima campagna acquisti.

Un cenno di intesa con il pubblico della Fiesole. Il futuro di Bernardeschi è diviso tra la Viola e una Big di Serie A. Fonte foto: Getty Images Europe.
Un cenno di intesa con il pubblico della Fiesole. Il futuro di Bernardeschi è diviso tra la Viola e una Big di Serie A. Fonte foto: Getty Images Europe.

Tra le tante ipotesi sfornate dai media, a secco di calcio giocato da ormai troppo tempo, quella meno paventata, quasi snobbata, riguarda una possibile permanenza di Federico a Firenze. Nelle ultime settimane, si era parlato anche di una fascia di Capitano, - dalla prossima stagione di proprietà Bernardeschi - per convincere il ragazzo classe 1994 a restare.
L'ipotesi sembra difficilmente percorribile. Bernardeschi infatti, seppur abbia dimostrato un grande affetto verso Firenze e la sua gente, non potrebbe accartocciare la proposta di un club ambizioso come è la Juventus, o di club in procinto di tornare ai vertici come Milan ed Inter. Inoltre, la Fiorentina, seppur dimostratasi forte a parole, di fronte ad offerte astronomiche - le ultime valutazioni parlano di cifre vicine ai 60 milioni di euro - non potrebbe opporsi.

Per il grande salto, - o meglio, per arrivare in vetta - Berna dovrà seguire le orme di Batistuta, Baggio e Rui Costa, Campioni amati ancora oggi nonostante un tradimento, presunto o reale che fosse.
Irreale, almeno per questa nuova epoca calcistica, si verifichi un Antognoni bis. L'eletto del Popolo fiorentino, rimasto quasi una carriera sotto la Fiesole, è destinato a soffrire ancora di solitudine, solo tra i preziosissimi cassetti della memoria della Gente gigliata.

Il ragazzo di Carrara, Federico Bernardeschi. Fonte foto: reuters.
Il ragazzo di Carrara, Federico Bernardeschi. Fonte foto: reuters.

Ad accelerare o rallentare la migrazione del Federico Nazionale, cuore e campo saranno le lancette determinanti. Qualche tempo fa, all'indomani della magnifica prova del Castellani, di Bernardeschi e del suo radicale mutamento, scrissi in questo modo:

"Con la possibilità di svariare in ogni dove, l'istinto prende il sopravvento, garantendo al 10 spostamenti verso l'esterno, scambi corti con i due compagni balcanici e conclusioni dalla lunga distanza. Quello che ne viene fuori è un assolo. Una prova maiuscola. L'ennesima per un ragazzo che solo un mese fa aveva perso la bussola, e che ora, viaggia spedito come un treno senza fermate".

Oggi, ad oltre un mese da quel match, l'opinione si è rafforzata; l'occhio catturando sfumature nascoste, movimenti preziosi, giocate di fino, ha imparato a riconoscere quello che è il grande talento di questo ragazzo, disarmante da quando ha assimilato il cambio di ruolo.
Quel che più sorprende, oltre alla comodità mista a naturalezza che Bernardeschi ha nel ricoprire una posizione più centrale del campo, è la maturità tattica tutt'un tratto acquisita dal Ragazzo.
Ora, è egli stesso ad incaricarsi della creazione dell'azione, partendo da una posizione sempre centrale, ma alle volte più bassa - vedi nel match con il Napoli - per poi avere spazio tale da sfogare tecnica e atletismo.

Quando scocca il minuto 2'16'' (nel video in questione) Bernardeschi scatta in azione di ripartenza dopo aver ricevuto palla nel cerchio di centrocampo. Federico è in posizione centrale e davanti a se, nella posizione che dovrebbe essere la sua, non trova nessun opponente. La conduzione della sfera è rapida, la falcata fluida. Zielinski torna su di lui, impedendo la corsia destra. Berna non ne fa un dramma: qualche passo a sinistra, poi il mancino in corsa. Palla in buca d'angolo: palo, rete. Pennellata da Numero 10.

Ancora, cronometro della riproduzione che si attesta sui 2'41''. Il Napoli perde un pallone banale, consegnandolo tra i piedi di Tomovic. Bernardeschi staziona ancora una volta nel cerchio di centrocampo. In quella posizione ha la facoltà di ricevere e girarsi. La palla viene fatta scorrere per finire sul sinistro, e contestualmente, per eliminare il problema marcatura. Berna controlla toccando una prima volta; poi alza la testa scorgendo il movimento di Zarate. Un secondo tocco, poi la magia. Quella giocata che solo i veri Campioni sanno creare. Dal nulla, si alza un pallone "parlante", quasi scucchiaiato, ma con giusta forza e profondità. Zarate fa il resto, sublimando la giocata del suo 10 in quello che è senza dubbio uno degli assist più belli di questa stagione.

In visibile stato di grazia, Federico X - numero che avrebbe portato sulla schiena in epoca romana - ha accolto senza batter ciglio, anzi, ben felice, un altro grande talento Azzurro; un classe 97' che certamente ci farà divertire nei prossimi anni. Con Federico Chiesa a destra, Federico Bernardeschi a ritrovato stabilità sulla fascia sinistra, quella forte per un mancino come lui.

Tutti ad abbracciare Berna. Fonte foto: Getty Images Europe.
Tutti ad abbracciare Berna. Fonte foto: Getty Images Europe.

Nella nuova posizione, cucita a pennello, come fosse un completo disegnato da un rinomato sarto fiorentino, l'orbita è cambiata e l'orchestra guidata dal direttore portoghese ha lasciato spazio al complesso Rock del quartiere residenziale Campo di Marte.
Ora, con davanti a se un anno ricco di opportunità, sta solo in Federico, nel suo mancino e nella sua psiche, preservare il più a lungo questo stato di 'onnipotenza' palesato sulla cometa del 2016. Forse, frutto di un ritrovato equilibrio interno, forse semplicemente poiché l'ora X ha bussato sotto il portone Bernardeschi, ora Federico non può nascondere quelle incertezze tipiche di un Ragazzo talentuoso e discontinuo.

Ora appunto, quel Ragazzo forgiato tra i marmi di Carrara, mitigato dal tepore calabrese, e cullato dai colli fiesolani, ha lasciato spazio ad un uomo pronto per fare il definitivo step verso l'Olimpo. Un dieci atipico, rinnegato e venerato; scomunicato e richiamato. Un personaggio da scoprire, alle volte ermetico, alle volte estroverso. Uno per cui le Big farebbero carte false, ma a cui una definizione precisa, - in quanto ricco di contraddizioni - non riusciamo a fornire.
Allora, in attesa di capirlo fino in fondo, sarà meglio accontentarsi d'un semplice Federico X.

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