Helsinborg, Turun, Trabzonspor e ora Hapoel Beer Sheva. Si aggiunge un nuovo nome sulla lista delle figuracce europee incassate dall'Inter ma mai come questa volta non è il risultato finale la cosa più pesante; si, perchè se lo 0-2 incassato ieri sera a San Siro è tutto sommato archiviabile - è la prima giornata dei gironi e tutto è ancora rimadiabile - non giustificabili sono l'atteggiamento, la svogliatezza, la sufficienza e la scarsa predisposizione mentale messa in campo dai ragazzi di De Boer.

E il dito va puntato proprio sui giocatori. Certo l'allenatore ha sempre le proprie responsabilità ma, almeno questa volta, i veri responsabili sono i giocatori. Molli, senza idee e senza mordente, le seconde linee nerazzurre (solo quattro i titolari schierati dall'olandese) non solo perdono una grande occasione per scalare le gerarchie del mister ma rischiano anche di veder pregiudicato il proprio utilizzo nelle serate di coppa. La cerniera Melo-Medel rimane un'assurda soluzione che priva la squadra della costruzione necessaria per rifornire gli avanti; Ranocchia è disperso in un processo di involuzione che non pare potersi arrestare; Brozovic rimane un rebus a livello tattico e  pare essersi perso con le voci di mercato che hanno accompagnato la sua estate; gli esterni bassi confermano tutti gli impacci visti nelle prime giornate di campionato e fa persino male vedere un giocatore come Palacio, tutto grinta e generosità, vagare per il campo senza idea di cosa fare.

Idee appunto. Chievo, Palermo e Pescara hanno rappresentato un'indizio, l'Hapoel è la prova definitiva: zero idee, poco gioco. Quello per cui è stato chiamato De Boer per ora non si è visto neanche lontanamente. Il tempo a disposizione è stato limitato, i nuovi giocatori stanno faticando ad inserirsi ma, se alla pochezza tecnica si unisce quella caratteriale abbiamo la visione d'insieme di una non-squadra che rischia di sgretolarsi come neve al sole già all'alba di una stagione che doveva essere quella del riscatto e potrebbe invece rivelarsi l'ennesimo fallimento. Ah, domenica arrivano i penta campioni d'Italia in carica, serve aggiungere altro? 

Urge un intervento a livello tecnico e mentale, serve una scossa, un sussulto, anche strappare un piccolo risultato affinchè l'ambiente riesca a ritrovare un minimo di fiducia e non ricaschi in quelle psicosi che troppe volte hanno impregnato l'ambiente nerazzurro.

Il ritorno dei titolari - esclusi per dalla lista Uefa per le note vicende del FFP - sicuramente è la nota lieta perchè se è vero che il gioco latita, i singoli (a partire dal totem Icardi) hanno  qualità sufficientemente importanti per poter quantomeno tirare fuori dall'imbarazzo la squadra. Il mercato estivo ha portato decisi miglioramenti alla rosa e il valore assoluto dei nerazzurri non è - e non può essere - quello visto in queste prime giornate. 

L'incontro con la Juve, storicamente molla di orgoglio, deve sollecitare nella suadra quel senso di responsabilità che un colosso come l'Inter ha il dovere di restituire al campionato, all'Europa e - soprattutto - ai propri tifosi.

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