La stagione di Mauro Icardi è finita in anticipo a causa di un problema fisico, ma i suoi numeri con l'Inter sono importanti anche in questa stagione. Unico vero bomber dei nerazzurri e anche per questo la dirigenza sembra stia cercando un altro profilo offensivo da mettergli a fianco nella prossima. Nella speranza che i ribaltoni tecnici che hanno alternato questa annata possano diventare al più presto solo un lontano ricordo. 

A proposito di tecnici e allenatori, in un'intervista concessa a Inter Channel, Icardi ha raccontato che cosa gli chiedevano di fare in campo Mancini e Mazzarri quando erano seduti sulla panchina dell'Inter: "Io sono la punta centrale, il mio gioco è allungare la difesa, nessuno la guarda questa cosa ma a noi serve. Io mi metto quasi in fuorigioco e tiro via la difesa all’indietro. Giochiamo poi con tre trequartisti e quello che gioca dietro di me se io allungo la difesa ha più spazio. Io non posso andare a prendere la palla altrimenti ci schiacciamo tutti e non la prende nessuno. Io aiuto i miei compagni in questo modo, allungando la squadra e lasciando spazio a loro. Io e i miei compagni in campo parliamo di questo, tante volte dico loro di prendere la palla perché io allungo la difesa, si vede il segno con le mani quando rivediamo i video, forse da casa non si nota. Facendo questa cosa favorisco i miei compagni nell’inserimento e nell’andare verso la porta. Quando sono arrivato ero un’attaccante d’area e basta, con Mazzarri facevo l’attaccante in area e basta, Mancini è stato il primo a chiedermi di fare altre cose."

I gol sono sempre arrivati per fortuna di Icardi e dell'Inter: "Non ho un modo di descrivere che sia il gol per me, ma penso sia la cosa più bella che può esistere per un attaccante. Cambia una partita, perché se fai gol sicuramente vinci. Cambia il risultato. Per me che sono attaccante fare gol e farlo con continuità, come dicono i numeri, è ancora più bello. Poi sentire i tifosi quando si fa gol, quando si suda con i compagni… non si possono descrivere con le parole. Sono sentimenti che si sentono dentro. Le esultanze? Ogni tanto qualche testata nell’euforia del gol arriva. Ogni tanto capita. Però in quel momento lì non senti niente perché sei così contento, hai una felicità dentro".

VAVEL Logo
About the author
Francesco Nasato
24 anni, giornalista pubblicista, allievo della scuola di giornalismo dell'Universitá IULM, laureato alla Cattolica di Milano in Linguaggi dei Media. Editor di Vavel Italia, scrivo di calcio e Milan sul web e la carta stampata da quando ho 18 anni