Ventuno gol in tutte le competizioni, diciotto di questi in campionato, per un apporto alla squadra di venti punti. Sessanta punti totali, venti vittorie su ventiquattro gare.

Oltreoceano, i campioni Nba 2015, i Golden State Warriors, da qualche anno hanno il loro motto in "Strength in numbers". La forza è nei numeri. I numeri, che spesso celano poco - teoria verificata anche in questo caso -, ma altrettanto rendono l'idea. Nella fattispecie considerata, di superiorità. Della Juventus, di Gonzalo Higuain.

Il Pipita, con la doppietta di ieri sera a Cagliari (decisiva, giusto per gradire), non solo ha incrementato il proprio bottino, balzando di nuovo in testa alla classifica marcatori, a fianco di Dzeko, ma ha anche aggiustato il dato della accuracy.

35 palloni calciati verso la porta su 61 tiri totali; di questi, 18 si sono insaccati. Percentuale realizzativa del 29,5%, precisione del 57%. Una sostanziale garanzia, che ricorda terribilmente i tempi di David Trezeguet.

Con il nuovo modulo Higuain ha più spazio per muoversi lungo il fronte offensivo, specialmente sapendo che a sinistra c'è un Mandzukic pronto a inserirsi e arrivare alla battuta. Al Sant'Elia la riprova di questa teoria è rappresentata dal gol dello 0-1, sul quale l'attaccante si smarca scattando in profondità: la difesa, erroneamente, non scappa all'indietro per togliergli campo e raggio d'azione, ma rimane ferma, cercando di mettere in fuorigioco l'argentino. Mai scelta fu più sbagliata, pagata cara con la rete che gira la partita.

Higuain è decisivo, risolve problemi. Quei venti punti portati alla causa bianconera sono relativi: le vittorie a cui contribuisce contano, virtualmente, due punti, ma il contributo a tutto campo fa parte di quegli aspetti nascosti dai numeri.

Fonte immagine: Gazzetta dello Sport
Fonte immagine: Gazzetta dello Sport

Anche i punti in classifica dei bianconeri non raccontano tutto della loro forza. Sessanta, frutto di venti vittorie e quattro sconfitte. Le ultime cinque, guarda caso quelle fruttate con il 4-2-3-1, nuovo sistema di stampo Allegriano, hanno restituito ai bianconeri quel senso di superiorità che sembrava essersi nascosto durante il girone di andata, complici difficoltà tattiche e rinunce forzate ad alcuni interpreti.

In queste cinque gare, i bianconeri hanno registrato zero in quanto a gol subiti. Dall'ultimo pallone raccolto in fondo al sacco da Buffon sono passati quasi cinquecento minuti, nessuno di questi con la BBC al completo in campo nel 3-5-2. Un numero, un altro, che ben rappresenta la crescita della squadra con la difesa a quattro, anche variando gli interpreti: sinonimo di stabilità, di equilibrio tra i reparti.

A poco più di una settimana di distanza dalla Champions League, i bianconeri spuntano sulla to-do-list il collaudo difensivo ed offensivo. A Cagliari raccolgono conferme, dimostrazioni di forza. Raccolte dai numeri e dai momenti, che ora cercano testimonianze. Semi-citando un altro personaggio del basket americano, Scottie Pippen, numbers don't mean a thing, without a win.

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]