Manca sempre meno al fischio d’inizio della gara d’andata delle semifinali di Champions League tra Monaco e Juventus, al Louis II. I bianconeri hanno subito solo due reti nel loro cammino, entrambe nel girone di qualificazione, il che vuol dire 0 goal incassati nella fase a eliminazione diretta, nemmeno contro il Barcellona di Messi, Suarez e Neymar. A difendere quella porta c’è, da 16 anni, Gianluigi Buffon, che sta vivendo una delle sue migliori stagioni, nonostante la carta d’identità riporti un “39” alla voce “Età”.

Potevamo anche fare a meno di prendere quei due”, comincia il capitano nell’intervista concessa al sito ufficiale della UEFA: “Bisogna sempre ambire a migliorarsi. Appena due gol subiti sono frutto di un lavoro di squadra estenuante. Di una grande capacità difensiva, rappresentata in primis dal pacchetto difensivo, ma anche da un grande lavoro dei centrocampisti e degli attaccanti. Quando una squadra è così equilibrata e prende così pochi gol, il merito è di tutti”.

Qualcuno ha definito lo stile di gioco della Juventus come un difensivismo eccessivo, ma Buffon ha le idee chiare in merito: “Penso che l’arte della difesa sia sottovalutata quando non si hanno grandi difensori. Per esempio sia all’andata che al ritorno con il Barcellona, la Juve non mai ha fatto catenaccio. Ha giocato la partita, quando c’era da attaccare e quando c’era da difendere. E quando ci si difendeva sono emersi i valori dei singoli, ma anche la conoscenza del reparto, l’empatia che c’è tra di noi”.

La super parata di Buffon su Iniesta a Torino, www.lapresse.it
La super parata di Buffon su Iniesta a Torino, www.lapresse.it

Il segreto di questa solidità, per Gigi, è proprio l’empatia: “E' un elemento molto importante, ci conosciamo da tanto, ci stimiamo da tanto, ci deridiamo da tanto. E’ bello anche quello. Quando entro negli spogliatoi e vedo Barzagli stanco, vado lì e gli dico: ‘Barza sei finito, è ora che smetti di giocare’. E’ un modo come un altro per tenerci vivi, stimolarci e lo puoi fare solo quando dall’altra parte c’è un rapporto paritario, un rapporto di fiducia e di grande stima”.

Rapporto che però si può coltivare senza frequentazione fuori dal campo: “Io fuori dal campo sinceramente ho sempre frequentato poco i miei compagni. A me è sempre interessato il calcio, il campo, il creare amicizie, legame, affetto. Il gioco di squadra è bello quando riesci con la sofferenza a rendere partecipi tutti della conquista di un obiettivo. Per quanto riguarda le frequentazioni fuori dal campo ogni tanto fa piacere uscire con qualcuno o con il gruppo intero, ma non è indispensabile. Certe persone, anche solo con uno sguardo, con una parola, si trasmettono la fiducia, l’amicizia, l’affetto che c’è. Senza per forza fare gesti eclatanti”.

Chiusura dedicata all’elogio di chi gli sta davanti, ossia la BBC, ma anche dei sostituti: “Ognuno ha delle caratteristiche che mancano agli altri due e si assemblano in maniera perfetta. Poi non c’è ‘gelosia’ tra di noi. C’è sempre questa convinzione che spronarci l’un l’altro possa dare qualcosa alla squadra. E quindi si è veramente creato un meccanismo psicologico molto bello. Ma oltre a loro la Juve ha anche Rugani, che sarà il prossimo centrale della nazionale, ha Benatia, che ha giocato in squadre importanti. Per cui si è rinforzata ulteriormente. Faccio fatica a trovare in Europa un pacchetto di cinque centrali così forti”.

Fonte www.uefa.com.

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