Nel giorno di vigilia della semifinale d’andata di Champions League fra Monaco e Juventus, continuano ad arrivare dichiarazioni di stima ed apprezzamento reciproco da elementi di entrambe le squadre. Oggi è il turno di Giorgio Chiellini, intervistato da France Football, che parla degli avversari e dei suoi compagni, elogiando il lavoro collettivo come fatto da Gigi Buffon al sito della UEFA. “Al sorteggio c’è chi diceva che sarebbe stato semplice, sostenere ciò significa conoscere male le cose di calcio”, dunque guardia alta e guai a sottovalutare i monegaschi: ”Saranno due partite difficili. Il Monaco lo seguo da qualche mese, ho constatato che è una squadra che non ha mai mollato. Stanno facendo una stagione straordinaria, con statistiche da pazzi in Ligue 1 ed un percorso fantastico in Champions League. Sono arrivati primi nel girone, hanno battuto squadre importanti come Manchester City e Borussia Dortmund. E meritano rispetto”.

Qualche giocatore c’era già nel confronto di due anni fa, mentre qualcuno è esploso in questa stagione: “Occhio a Silva e Fabinho, c’erano già ai quarti nel 2015 ed ormai da tempo giocano ad alti livelli, ma ci sono anche i vari Lemar, Mendy, Mbappé e Bakayoko, li ho scoperti quest’anno e sono eccellenti. Poi Falcao sta tornato quello che tutti ammiravamo tempo fa". Poi, riprendendo il discorso di Buffon, un breve passaggio sulla solidità della Juventus e la sottolineatura dell’importanza del gioco di squadra: “La Juve gioca in simbiosi, il successo è collettivo” e sui soli due goal subiti dice: “A volte siamo stati anche fortunati, come contro il Lione: è questione di centimetri”. Il simbolo di questa Juventus? “Mandzukic”.

Chiusura dedicata ad una riflessione sulla sua carriera: “Non ho ancora fissato una data per ritirarmi. Mi sento meglio di un paio di anni fa. Deciderò anno su anno, con l'idea di continuare se mi sento al top. Poi mi piacerebbe rimanere nel calcio, ma non da allenatore: troppo stress e troppe cose da gestire fuori dal campo”, magari utilizzando la laurea appena conseguita: “Studiare è una questione di volontà, per me è una passione che mi ha permesso di non pensare solo al calcio e di pormi delle sfide”.

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