Carattere, forza, caparbietà, e classe quando serve: la Juventus ha le carte giuste per risolvere le partite anche quando si mettono male e anche quando il gioco non è così esaltante. Una partita che ha rischiato di trasformarsi in un incubo ha permesso invece ai bianconeri di portare a casa la seconda vittoria stagionale, la prima fuori casa dopo la sconfitta di Roma. Un Paulo Dybala in grande spolvero si porta il pallone a casa e firma la sua prima tripletta del campionato, in un match caratterizzato da ben due chiamate del VAR, entrambe risolte con l'assegnazione di un calcio di rigore. A Genova, il finale tra Genoa e Juve è 2-4.

Allegri vuole evitare qualsiasi collegamento con la disfatta dello scorso anno e non corre rischi: 4-2-3-1 classico con Rugani che vince il solito ballottaggio con Benatia per il posto accanto a Chiellini, mentre Marchisio - out per un mese - esce dalla lotta con Pjanic e Khedira per il posto in mediana. Per il resto formazione tipo con Douglas Costa ancora in panchina per far posto a Mandzukic, che riesce ancora una volta a conquistarsi il posto da titolare a suon di prestazioni. Il Genoa risponde con la miglior formazione possibile, nonostante qualche assenza di troppo: Juric non può ancora avvalersi del nuovo acquisto Lapadula a pieno regime, ma riesce comunque a portarlo in panchina. Davanti tocca a Galabinov con alle spalle Taarabt e Pandev, mentre a centrocampo non ce la fa l'altro nuovo acquisto Centurion.

L'avvio però è alla stregua di un film horror: discesa di Pandev che brucia Alex Sandro sulla destra ed entra in area. Il pallone basso verso il centro dell'area viene toccato prima da Chiellini e poi da Pjanic, prima di carambolare clamorosamente in rete alle spalle dell'incolpevole Buffon. La reazione però arriva immediatamente su calcio di punizione dalla destra, con Pjanic che mette una gran palla in mezzo su Higuain. Gentiletti per anticiparlo indirizza verso la propria porta e sfiora la seconda autorete del match, ma Perin - promosso capitano - vola e mette in calcio d'angolo.

Al 6° minuto però è ancora il Genoa a rendersi pericoloso con Galabinov, che dopo un bello scambio con Taarabt entra in area e viene messo giù da Rugani. Banti inizialmente esita, ma il VAR è implacabile e decreta il penalty per i genoani: dal dischetto lo stesso Galabinov spiazza Buffon e risveglia i fantasmi dello scorso Novembre. La squadra di Allegri ci mette qualche minuto a rinsavire, poi però lo scambio tra Higuain e Pjanic ricorda finalmente la vera Juve e quando il bosniaco mette in mezzo dalla sinistra il pallone per l'accorrente Dybala l'argentino non deve far altro che appoggiare in porta per il 2-1.

Adesso la Juve ha preso campo e le punte iniziano a giocare come devono: Mandzukic viene imbeccato da Higuain e si procura un bel calcio di punizione sulla trequarti. Prima di battere però Banti tira fuori il giallo anche a Pjanic per aver ingenuamente spostato il pallone: il bosniaco si innervosisce e spreca sulla barriera. Il match è intenso e davanti i bianconeri (oggi in maglia gialla) iniziano a prendere le misure, con i padroni di casa costretti ad arretrare. Alla mezz'ora però la grande occasione arriva per il Genoa con Galabinov servito da Taarabt in profondità dopo un 4 contro 4 in contropiede: Lichtsteiner salva tutto in extremis.

Anche la Juve ha la grande occasione al 41': gran palla di Higuain che lancia Dybala solo davanti a Perin, che prima compie un miracolo sull'argentino e poi vola a respingere il tap-in dell'accorrente Mandzukic. Poi due minuti dopo è Cuadrado a trovare la discesa sulla destra per poi mettere in mezzo per la girata del croato, murata sul più bello da Lazovic che però usa il braccio per deviare il pallone: Banti chiede il supporto del VAR che anche questa volta svela l'irregolarità e assegna il rigore alla Juventus. Dal dischetto Dybala la piazza sotto l'incrocio e fa 2-2 all'ultimo minuto con un sinistro imprendibile per Perin.

La ripresa delle ostilità non presenta ritmi forsennati all'inzio, come comprensibile che fosse, ma dopo 3' minuti di studio Higuain sfiora il gol del sorpasso con un gran diagonale fuori di pochissimo. Allegri prova a smuovere il match con Matuidi al posto di Khedira: il Genoa continua a soffrire e al minuti 61 capitola grazie a Cuadrado, che riceve un gran pallone da Mandzukic, controlla al volo e batte Perin con un gol da fuoriclasse. La squadra di Allegri si ritrova dal dover rimontare al poter gestire contro una squadra non può fiammeggiante come nel primo tempo.

Juric prova le carte Centurion e Lapadula, seppur non ancora al meglio, a cui Allegri risponde con Barzagli per Lichtsteiner, reintroducendo la difesa a 3. Poco dopo il cambio Pjanic sfiora il quarto gol con un gran destro dal limite, dopo un'azione concitata in area di rigore. Rispondono i rossoblu con un'azione orchestrata proprio dai due subentrati, con Rugani che si perde ancora Lapadula il quale viene anticipato però dall'uscita di Buffon. A sette minuti dalla fine è proprio il neo-miglior portiere della Champions League a salvare il risultato sulla grande girata di Palladino, con il Genoa che nel finale guadagna campo e si getta all'assalto del pari. Ma i bianconeri hanno ormai il match in pugno e in pieno recupero arriva anche il quarto gol a chiudere definitivamente i conti: è Paulo Dybala a siglare la sua tripletta personale con un gran rasoterra dopo il dribbling su Gentiletti.

Finisce 4-2 a Marassi: una Juve che all'inizio ha sofferto, rischiando la seconda imbarcata consecutiva in casa dei rossoblù. Ma con il tempo è arrivata una reazione di grande carattere che ha permesso agli uomini di Allegri di portare a casa 3 punti importantissimi.

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About the author
Francesco Palma
22 anni, laureato in Linguaggi dei media presso l'Università Cattolica di Milano. Aspirante giornalista, appassionato e di musica, calcio, ciclismo, futsal e di sport in generale. Esperto di musica italiana, autore musicale e paroliere.