Crescita, costanza e fiducia. Il vocabolario tascabile di Alessio Romagnoli, nelle ultime settimane si è arricchito di vocaboli tanto preziosi quanto indicativi. Già, perché la crescita, la costanza e la fiducia, elementi acquisiti da Alessio in questi ultimi mesi, non sono passati inosservati ne agli occhi di Vincenzo Montella, ne a quelli del ct della Nazionale Azzurra Giampiero Ventura.

Il centrale classe 1995, arrivato la scorsa estate da Roma per la cifra astronomica di 25 milioni di euro, ha avuto bisogno di tempo. Il che è lecito per un ragazzo di appena 20 anni. Tempo per riassestare testa e gambe; tempo per comprendere la realtà Milan; soprattutto, tempo per rendersi conto delle responsabilità a lui assegnate da chi, all'epoca era in panchina. 
Se oggi Alessio Romagnoli è una colonna del Milan, immagine della rinascita dei giovani talenti italiani in maglia rossonera, gran parte del merito va a Sinisa Mihajlovic. Il serbo, si innamorò - calcisticamente parlando - di Alessio, sotto la lanterna genovese. Poi, il lungo corteggiamento e il tanto agoniato approdo a Milanello. L'impatto però, vuoi per l'enorme pressione  - media in primis - vuoi per una certa inesperienza nel vestire i panni di leader, non è stato dei più felici. 

Alessio Romagnoli nella passata stagione. Fonte foto: laroma24.it
Alessio Romagnoli nella passata stagione. Fonte foto: laroma24.it

I tifosi del Diavolo, ricorderanno senza dubbio l'esordio in Serie A al Franchi di Firenze. Una prestazione assolutamente insufficiente, ripetuta in proporzioni minori - ma sempre lasciando qualcosa per strada - nei mesi successivi. Poi il cambio di modulo, la confidenza sempre maggiore con i ciuffi d'erba di San Siro e la maglietta sempre più leggera. Passo dopo passo, Alessio ha iniziato a sentirsi a suo agio tra i meccanismi di un Milan che, questo va sottolineato, ha sempre coltivato una grande fiducia in lui. 
L'addio di Sinisa però, ha minato l'animo di Romagnoli, arrivato a fine stagione senza grandi stimoli. La mancata chiamata per Euro 2016 e la sconfitta in finale di Tim Cup, sono servite per coltivare la fame di vittorie durante il periodo estivo. Tra alti e bassi, Alessio ha chiuso il suo primo anno in rossonero con 40 presenze all'attivo,  niente male per un 20 enne. 

Con Montella, insediatosi a Milanello, quest'estate le cose cambiano. Romagnoli cambia partner di difesa: in attesa di Zapata, c'è Paletta e non più Alex. A cambiare, è anche il modo di pensare: l'aeroplanino affida ad Alessio compiti di impostazione, compiti di leadership, compiti da condottiero del reparto arretrato. 
Raccolta la sfida, Romagnoli necessita di un altro po di tempo per comprendere il tutto. L'inizio così e così lascia presagire una stagione difficile, l'ennesima. Invece, il cambio di marcia c'è ed è evidente. 

Alessio Romagnoli in questa stagione. Fonte foto: skysports.com
Alessio Romagnoli in questa stagione. Fonte foto: skysports.com

Il Milan diventa roccioso. Romagnoli diventa leader. La squadra inizia a sognare. Donnarumma, altro simbolo di questo Milan, non subisce gol per quasi 400 minuti. Grande merito va anche al lavoro certosino di un Romagnoli perfetto, un Romagnoli che, lo si capisce anche dai numeri, cambia anche il suo stile di gioco. 
Prima del match con la Juventus - anch'esso vinto grazie ad una splendida prestazione del 13 - Romagnoli non aveva commesso nessun fallo in campionato. Un dato che ha del clamoroso, soprattutto se rapportato all'Alessio falloso e nervoso di una stagione fa. 
Il passo falso di Genova, unico match in cui il difensore accusa un'insufficienza, viene subito archiviato. Con il Pescara, i rossoneri soffrono più del dovuto, concedono qualcosa, ma tengono la porta inviolata. Così, senza subire reti e con i tre punti garantiti dalla genialata di Bonaventura, Romagnoli può festeggiare come si deve il suo traguardo: 50 presenze in gare ufficiali con la maglia del Milan. 

E' passato appena un anno e qualche mese dalla prima volta, ma la scalata del difensore - a ottobre impegnato anche con la Nazionale maggiore di Ventura dove ha ben figurato accanto ai più quotati Bonucci e Barzagli - con Milan e Nazionale è stata repentina. Ora, tagliato il traguardo delle 50, Romagnoli non si pone limite. I colori rossoneri e quel numero a lui tanto caro, il 13, possono essere solo uno stimolo per far sempre meglio nel giardino di casa, quello di San Siro. 

Fonte foto: ESPN FC
Fonte foto: ESPN FC

Romagnoli, infatti, in attesa di togliersi le stesse soddisfazioni che il suo idolo, Alessandro Nesta, si tolse con quei colori, ha già un posto nella storia del Milan: con i suoi 21 anni e 10 mesi è il decimo difensore più precoce a raggiungere il tetto delle cinquanta presenze in rossonero. Circondato da ragazzi provenienti dal settore giovanile rossonero, il dato dimostra quanto Romagnoli sia al centro del progetto Milan, intenzionato, al contrario di quel che si dice in Inghilterra, a trattenere il centrale fin quando il numero di presenze non sarà degno dei Grandissimi del passato.

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