Bene, anche quest'anno la Serie A è giunta al termine per il Milan e per tutta la tifoseria rossonera. Diciamo che, la stagione del Diavolo, è stata altalenante, discontinua, ma allo stesso tempo è riuscita a regalare grandi emozioni al pubblico di fede milanista. Basti pensare alla vittoria della Supercoppa Italiana contro i campioni d'Italia a Doha, una coppa che è stato frutto di un grande impegno da parte di tutti. I rossoneri, nella prima parte di stagione, erano addirittura secondi, e, contro il Genoa, avrebbero potuto toccare dopo molto tempo il primo posto.

Poi però, il Milan è calato, vista anche la rosa a disposizione e il passaggio di proprietà ai cinesi, ed è finito per lottare per un posto in EL, ottenendo, dopo tre anni di astinenza, la qualificazione ai preliminari di Europa League. Oggi, andremo ad analizzare uno dei reparti che ha mostrato alcune volte solidità, ma molte volte fragilità: l’attacco. Vediamo chi ha ha fatto una buona stagione e chi si è rivelato un flop.

TOP

SUSO

Punto cardine dell’attacco rossonero, lo spagnolo ha disputato una stagione positiva, nonostante qualche passaggio a vuoto, in particolare in inverno, quando Bonaventura ha fatto crack e l’iberico ha perso un punto di riferimento. Le buone impressioni in prestagione sono state confermate, Suso si è dimostrato imprescindibile per Montella, non a caso è il secondo giocatore più utilizzato dopo Donnarumma e ha siglato sette gol, accompagnati da undici passaggi vincenti. Tantissime qualità, come saltare l’uomo, la velocità e la precisione dei cross l’hanno reso il giocatore più pericoloso, con Bonaventura nell’out mancino formava una coppia esplosiva, che ha permesso al Milan di battere la Juventus e vincere la Supercoppa Italiana a Doha. Con l’infortunio di Jack Nazionale, le difese avversarie si sono concentrate sull’ex Liverpool, che si è trovato in difficoltà a gestire il peso dell’attacco da solo, vista la stagione negativa di Bacca, ma è cresciuto sul finale, grazie all’apporto di Deulofeu, che gli ha liberato il campo.

 

DEULOFEU

Una volta c’era il Milan dei norvegesi, poi sono arrivati gli olandesi, infine i brasiliani. Questa volta, sono gli spagnoli a reggere la baracca dell’attacco rossonero: oltre a Suso, premiamo anche Deulofeu, visto da gennaio in poi, ma uno dei più positivi anche nel periodo nero del girone di ritorno, quando il Milan ha rischiato di vanificare il secondo posto della prima metà di stagione, andando vicino a non qualificarsi al sesto posto, per l’Europa League. L’ex Everton si è trasferito a Milano per sostituire Bonaventura, inizialmente dirottato a centrocampo, ma poi ha dovuto dare forfait per il grave infortunio muscolare. Dopo un avvio timido, il ventitreenne catalano si è imposto nelle gerarchie di Montella, grazie alla sua tecnica ed esplosività, che l’hanno reso uno dei giocatori più pericolosi a disposizione del tecnico campano, nonostante un bottino risicato di quattro gol e tre assist, ma la sua presenza in campo è stata fondamentale per il gioco dei rossoneri. A trarne guadagno, senza dubbio Suso, che con l’innesto di Deulofeu è riuscito ad ottenere più spazi in campo e meno pressione difensiva, con gli avversari intenti a gestire un doppio pericolo spagnolo.

 

FLOP

CARLOS BACCA

Un ottimo inizio, con sei reti nelle prime sette partite e una tripletta all’esordio stagionale contro il Torino. Poi il nulla, per due mesi esatti senza andare a segno, da ottobre a dicembre. Lapadula si è "avvicinato" e la maglia da titolare non è più stata una certezza per il colombiano, che si è trovato completamente estraniato dal sistema di gioco dei rossoneri. Nervi tesi, poi, con Montella, in diverse occasioni, quando l’ex Siviglia è stato sostituito e non ha gradito il cambio. Ha piazzato il suo sigillo in diverse gare, nel derby e contro la Juventus, ma non è bastato, perchè l’attacco del Milan ha preso forma dalla coppia spagnola, con Lapadula a sostituire Carlos in corso d’opera. Più collaborativo con il resto della squadra, rispetto al colombiano, completamente abulico e sicuramente pigro. Bacca non ha saputo confermare la buona stagione d’esordio, risultando il giocatore più negativo dell’annata.

 

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Giorgio Giovannini
Tradito dal suo riconoscibilissimo accento veneto, è un fedelissimo seguace della Reyer Venezia, ma il suo vero credo è LaVar Ball. Quasi pendolare tra Venezia e Londra, con tappa a Milano per le sue fedi calcistiche: Milan e Tottenham. Appassionato di stadi, specialmente quelli britannici.