29 ottobre 2016. Allo Juventus Stadium il boia, per dirla alla Tarantino, o traditore che dir si voglia, decide la sfida tanto attesa tra i cinque volte campioni d'Italia ed il Napoli. L'ex punisce, gli azzurri chinano il capo, uscendo però rinvigoriti dal tipo di prestazione offerta. Ancora una volta, i padroni di casa non hanno dato la sensazione di essere nettamente superiori, spuntandola però grazie all'ennesima disattenzione di una retroguardia che viene punita nella seconda sbavatura di giornata. Basta così. Il diktat, nello spogliatoio del Napoli, è definitivo. 

Tre mesi e mezzo dopo, il Napoli sembra cresciuto, quasi maturo, sicuramente imbattuto. Già, perché da quella nefasta serata piemontese, gli azzurri di Maurizio Sarri non hanno più conosciuto il sapore acre della sconfitta. Vincere aiuta a vincere, il discorso vale anche per l'abitudine a non-perdere. Tre mesi e mezzo dopo, diciotto partite dopo, il Napoli viaggia verso il Santiago Bernabeu con fiducia e ritrovata consapevolezza dei propri mezzi. Certo, tutte le strisce positive sono fatte per essere interrotte, infrante, e la serata in casa del Real Madrid sembra esser stata programmata appositamente per rompere questo periodo felice. 

Durante questo lunghissimo percorso senza essere mai sconfitti, la squadra di Sarri è riuscita a cementificare ulteriormente il gruppo, consolidare certezze e lasciarsi alle spalle, nonostante qualche fisiologico passaggio a vuoto, gli errori. Nella visione d'insieme, al di là del mero aspetto legato all'estetica, al gioco, gli azzurri hanno costruito una determinata mentalità, che iniziare definire vincente è ancora prematuro, ma che ha determinato una maturità ed una consapevolezza quasi mai appartenuta al gruppo. Elementi che, in vista del viaggio probabilmente più importante ed imponente dell'era De Laurentiis, fortificano ed aumentano le possibilità di non sfigurare al cospetto dei campioni del Mondo e d'Europa in carica, oltre a dare buone speranze di scrivere una nuova pagina della propria storia. 

Al di là del risultato e dell'esito finale, come ha sottolineato Sarri nel post gara di venerdì, c'è una grandissima voglia del Napoli di misurarsi, di capire a che punto il processo di crescita è arrivato. Il background dei partenopei, la carica dei diciotto risultati di fila, rappresentano il curriculum con il quale gli azzurri si presentano in una delle cattedrali più importanti del calcio, è di quelli migliori, quasi ad incutere timore, anche se qualcuno dalle parti di Plaza Mayor pare non l'abbia ancora capito. 

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