Una notte di gala all'Olimpico. Il Real Madrid arriva a Roma per giocarsi la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League, contro una Roma nettamente in crescita sotto la sagace guida di Luciano Spalletti, che oggi come da tradizione ha presentato la sfida in conferenza stampa a Trigoria. Ecco le parole del tecnico di Certaldo in vista della super sfida di domani, riportate da vocegiallorossa.com.

Le condizioni di De Rossi?
"Daniele si è allenato bene ieri. Mi aspetto che anche oggi sviluppi l'allenamento coi ritmi di ieri. Sarà convocato".

Pensi di usare domani il sistema del falso nueve?
"Quando si fa il ruolo dell'allenatore abbiamo a disposizione più tattiche da utilizzare. Bisogna usare i calciatori che sono forti, ma fare attenzione a usare calciatori che formano una squadra forte. Posso giocare con un attacco mobile o un attacco fisico. Mi prendo le ultime ore per valutare, poi vedremo domani quale sarà la soluzione migliore".

C'è un favorito della partita? Ci sono analogie con il precedente in cui la Roma eliminò il Real?
 "Secondo me non ci sono favoriti. Abbiamo il 50% di possibilità di passare il turno. Quella Roma lì era una squadra rodata, aveva un sistema provato che aveva prodotto dei risultati. Attualmente noi stiamo lavorando, ricercando. Abbiamo imboccato una strada dove possiamo esaltare le qualità della nostra squadra. Ci vogliono conferme e questa è la partita più adatta per vedere se siamo sulla strada giusta. Sono molto fiducioso dei miei calciatori. Li ho visti attenti e in continua crescita".

Dzeko?
"Sono importanti tutti i calciatori in una partita di questo genere. Ci vorrà l'apporto di tutti. Il Real Madrid poco tempo fa ha vinto la Champions ed è rimasta la stessa. L'apporrto deve essere totale. L'allenatore dovrà fare delle scelte ma sarà sempre la scelta di mettere in campo il miglior 11 per sfruttare quel 50% di passare il turno".

Come vede Cristiano Ronaldo, in Spagna si dice non abbia un rendimento all'altezza delle stagioni precedenti
"Immagino cosa avrebbero detto qui i tifosi spagnoli se avessero avuto a che fare con l'ultimo periodo nostro. Ronaldo è uno dei più forti al mondo per quello che fa vedere in campo. Lui può fare sempre la differenza perché è un calciatore moderno: forza, fisicità, velocità, fa gol, però poi non vado a fare gabbie come ho letto in questi giorni. Non vado a dire a tre dei miei di marcarlo, non vado a dire che valgono un terzo di Ronaldo. Dirò a chi giocherà nella sua zona che avrà la possibilità di essere allo stesso livello di Cristiano Ronaldo".

Quali differenze trova tra questo Real e quello di 8 anni fa?
"Ora  mi sembra una squadra che riparte meglio. Quel Real là giocava più palla sui piedi, era più stritolante sotto l'aspetto del gioco. Questo ribalta l'azione con una velocità impressionante e quello che parlando con qualcuno che mi ha intervistato da Madrid, quella che voi credete sia una loro difficoltà in realtà è l'arma che hanno. Quei giocatori che loro lasciano a metà strada son quelli che poi ti ribaltano l'azione e vanno a concludere".

Può essere Florenzi a marcare Ronaldo? Dove rende meglio?
"Può essere lui insieme ad altri. Il fatto che lo abbia spostato vuol dire che abbia anche altri che possono fare quel ruolo. Poi è chiaro che se il dirimpettaio dovesse essere Ronaldo, una base di velocità la deve avere. Questa è la prima qualità per opporsi a un giocatore con quelle caratteristiche. Florenzi è uno di quelli che sa fare bene tutto. Si può usare da tutte le parti e poi questa strada qui ci dirà quale sarà la specifica del suo ruolo, ma sono convinto che non ci sarà molta differenza, soprattutto se la mentalità sarà quella di far gol e attaccare gli avversari e vincere tutte le partite e noi vogliamo mantenere in questa direzione la nostra ricerca".

Suo il merito di aver riportato la gente allo stadio?
"Il merito è sempre quello che propone la squadra e la squadra lo propone solo se lavora in maniera seria. La squadra in questo periodo mio ha fatto il suo dovere. Siccome ci sono sentinelle della Roma a guardare tutto, traspare quello che facciamo da fuori. Non abbiamo giocato un calcio spettacolare finora, però abbiamo messo tutto quello che avevamo. Abbiamo bisogno del nostro pubblico. Non c'è cosa più brutta che giocare una partita di calcio all'Olimpico senza il nostro pubblico. Il cantante che no ha pubblico a un concerto canta peggio. Domani la squadra giocherà meglio che in queste partite perché sanno che la Curva Sud sarà piena".

Quali sono le condizioni di Totti?
"Francesco ha avuto dei problemi prima di Carpi, non ha partecipato a quella trasferta, poi si è allenato con il gruppo sempre e se lo farà anche oggi sarà a disposizione. Essendo a disposizione tra quei 18 che porteremo dentro è una cosa possibile che possa essere utilizzato. Dipende dalla partita, dalla sua condizione, da quei fattori che daranno un contributo alla squadra per vincere la partita. Se dovessimo parlare del fattore esperienza vinciamo noi, farei giocare Maicon, De Sanctis... ci vuole forza, corsa, disponibilità a sacrificarsi per il compagno. Tutti quelli che avranno queste qualità saranno quelli che a me saranno più a cuore. Non sono tutti uguali, più disponibilità verso quelli che hanno questa disponibilità, quelli che corrono che s'impegnano in allenamento con un'intenzione giusta per il risultato della Roma sempre. Non solo durante la partita, perché fa gol o libera al gol. Non alleno nient'altro che il risultato della Roma".

Quali ricordi ha lasciato Zidane in Italia?
"Ricordi bellissimi. un calciatore, un campione vero come abbiamo detto prima. Ogni qualvolta ci ho giocato contro dava subito l'impressione della sua forza mentale, estro, qualità e sono convinto, come io da allenatore ho imparato moltissimo dai campioni, lui avendolo, sarà nelle condizioni di trasferirlo ai suoi calciatori. Poi ha un vantaggio che quando ha iniziato, come me, è stato compagno di molti calciatori che ha in gruppo. Diventerà un grande allenatore".

1-7 col Bayern Monaco e il 6-1 contro il Barcellona. Timore di quei ricordi? Come si allena l'aspetto mentale?
 "Ci sono stati anche altri risultati che ha fatto questa Roma qui. Poi accanto ci sono delle importanti vittorie che si possono elencare e sono molte. Questo diventa dipendente da quello che tu instauri come rapporto nella ricerca giornaliera. Abbiamo parlato del nuovo stile Roma perché non vogliamo dire che qui non si lavora. Qui si lavora e bene. The Roma Way, la strada della Roma e noi vogliamo percorrerla mettento in tutte le partite tutte le nostre qualità. È fondamentale. A Torino non sono stato contento, mentre molti ci hanno fatto i complimenti, non si è provato a vincere la partita. Non sono contento quando la mia squadra non esprime il tentativo, non prova a fare le cose. Bisogna avere il coraggio di osare. Ci pentiremo quando non abbiamo tirato fuori il nostro carattere, il nostro sentimento per la Roma".

Nel 2008 fu una sorpresa eliminare il Real, come è cambiata la Champions League?
"Nel 2008 è stata una sorpresa e questa volta sarebbe una sorpresa più grande. A noi piace dare sorprese. Il pubblico ha bisogno di questi contraccolpi. Noi siamo sulla strada giusta, vedo la possibilità nei miei giocatori di fare un balzo in avanti. Non mi meraviglierei se la Roma si lottasse fino al 95' della gara di ritorno il passaggio del turno e se alla fine si qualificasse. In Champions non ci sono più partite in cui si dà per scontato il risultato. Ci sono squadre che attraversano momenti difficili, ma in generale sono d'accordo che il livellamento sia costante verso l'alto e si ha un calcio di buona qualità sia del calcio italiano attuale e del calcio in generale".

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Andrea Fabbian
Pane, Roma e basket