Un assedio continuo e costante. Una gara giocata da grande squadra, nonostante qualche fisiologico passaggio a vuoto. Il margine d'errore, dopo il 2-4 dell'andata, è sottilissimo, quasi inesistente e punisce la Roma di Luciano Spalletti alla prima occasione: il gol di Diakhaby erge un Everest davanti alla truppa giallorossa, che con orgoglio, lucidità e carattere impatta prima di ribaltare la contesa, senza però riuscire a trovare nel concitato finale l'agognato gol qualificazione. Rammarico e frustrazione sono le conseguenze di una prova di forza che tuttavia non è stata sufficiente a qualificare i capitolini ai quarti di Europa League. Passa il Lione, abile nel capitalizzare nei 180 minuti la maggior parte degli episodi a proprio favore. 

Di questo, e non solo, ha parlato al termine della gara il tecnico della Roma, Luciano Spalletti, che ha così elogiato la prova dei suoi: "Non c'è nessuna recriminazione. Andiamo fuori, sicuramente paghiamo qualche ingenuità. Ogni tanto non abbiamo avuto il mestiere che richiede questo tipo di partita. In dei momenti ci perdiamo, ci siamo persi dopo essere andati in vantaggio. Perdiamo dei palloni che fanno buttare via energie. Però nel complesso la squadra ha fatto bene, meritava di passare, per le occasioni avute, per l'atteggiamento, il quarto gol subito era in fuorigioco".

Il bilancio, tra andata e ritorno, sorride ai francesi, abili secondo Spalletti soprattutto nella sfida casalinga: "Sono stati bravi all'andata e noi abbiamo fatto peggio, però questa sera meritavamo qualcosa di più. Alla prima punizione ci fanno gol. Le ingenuità sono state diverse. Nel secondo tempo a Lione abbiamo smesso di giocare e qui non siamo riusciti a passare prima in vantaggio. Probabilmente ci meritiamo questo ma secondo me non è giusto. A parte i singoli, nel complesso la squadra ha fatto bene. Ci sono stati episodi sbagliati, come a Lione e forse con il Napoli. Si commettono ingenuità tipo il gol di Mertens, o magari non riusciamo a giocare palla addosso. Anche nel derby perso in Coppa non è una partita sbagliatissima. Grandi errori non li ho visti. Abbiamo perso dei punti ma non riesco a trovare una condanna enorme.". 

Il tecnico di Certaldo evita di parlare delle prestazioni dei singoli, continuando ad analizzare quanto accaduto nel complesso. Eliminazione figlia di errori, imprecisioni, decisive nel bilancio finale. Inoltre, in ottica futura, il mister prova a guardare alle migliorie da apportare: "Dzeko? Ci sono giocatori che possono far meglio. Salah per esempio può far di più, lasciato nell'uno contro uno, però ci sono sali e scendi di rendimento che si devono accettare. Si prende l'analisi della squadra in generale, ma se uno si mette a vedere tutto quello che è successo tra andata e ritorno, secondo me si deve passare il turno. Cosa gli dirò domani? Si deve essere precisi. Stasera la squadra ha fatto tutto quel che doveva fare. Solo un po' più di scaltrezza, è mancata anche un po' di buona sorte. Bisognerebbe tornare a quella precedente, ma sarebbe ulteriore tempo perso. Ripartiamo da questa prestazione e vediamo cosa migliorare. Ogni tanto siamo poco furbi. La mancata freddezza nei momenti decisivi come si trova? Questa è una squadra forte, ingenua in alcuni momenti ma forte. Materiale per lavorarci ci sta. Fino alla fine dell'anno lavoriamo su questo. Poi per quanto riguarda il mio rinnovo non se ne parla più, lo abbiamo detto tante volte, inutili dire sempre le stesse cose. 

Non manca anche un pizzico di autocritica: "In qualche momento potevo fare qualcosa di differente, però poi, vista la strada che avevamo preso che era buona, puoi dargli due partite per sbagliare, alla terza dovresti fare qualcosa di diverso ma ci sono tante partite ravvicinate. Qualcosa ho sicuramente sbagliato, molto ha fatto tutto questo di partite ravvicinate".

Infine, sulle continue perdite di tempo da parte dei giocatori del Lione, Spalletti si sofferma così, chiosando in modo non propriamente esemplare e con la lucidità che gli è propria: "Su questa sera posso dire che prima o poi si dovrà fare il tempo effettivo. Vedere dieci uomini a terra per tanto tempo è una cosa brutta. A Lione non stavano mai per terra. Dieci volte sono rimasti a terra, chiamando i dottori. Roba bruttissima, poi si parla dei nostri arbitri. È evidente che si doveva ammonire prima, si interrompe troppo la gara”.

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