Oggi serviva una prova di carattere per mettere pressione al Napoli impegnato in serata contro l'Inter ma la Roma è mancata di nuovo: come all'andata di Coppa Italia e come contro il Lione la pressione ha paralizzato i giallorossi che sono parsi molli e compassati mostrando un'idea di gioco concreta solo a sprazzi e prestando il fianco a una Lazio come al solito abile a chiudersi in dieci e a ripartire con grande efficacia, aiutata anche dalla giornata di grazia di Keita. In casa giallorossa questo ennesimo scivolone lascerà proabilmente strascichi tra cessioni e possibili terremoti societari, la consapevolezza di ciò emerge anche leggendo le parole di Spalletti.

Il tecnico toscano seppur conscio del peso avuto dagli episodi (tra cui va annoverato anche il rigore fantasma su Strootman), non cerca scusanti e si concentra soprattutto sulla mancata reazione dopo aver preso il gol in avvio di Keita Blade che seppur fortunato ha minato le labili certezze della sua squadra che non è stata più in grado di fare gioco dopo dieci minuti molto ben impostati: "Ci sono stati degli episodi che hanno determinato una  brutta Roma, cominci bene e fai la partita che pensi di  fare, poi subisci gol al primo tiro. Potevamo passare in vantaggio prima del gol , ma è chiaro che subisci un po' il contraccolpo psicologico e cominci a pensare che non sia la partita che avevi preventivato e sbagli palloni facendola divantare una partita aperta dove non riesci più a essere la squadra che sai essere. Decidiamo di fare questo cambiamento perché Rüdiger era quello che spingeva, lo trovavo sempre a metà strada, ho scelto poi di mettermi a 3 perché erano pericolosi nelle ripartenze e quando sono venuti giù, hanno ritirato e segnato con una deviazione."

Il tecnico della Roma rimarca poi il concetto degli episodi che hanno influenzato la gara, senza però nascondersi sulle responsabilità dei suoi:"Bisogna stare zitti e ingoiare tutte le analisi che vengono fatte, ci si può mettere quello che si vuole, abbiamo perso di lucidità e fatto delle scelte sbagliate in alcuni momenti, i due gol sono stati un po' fortunati, un po' sporcati, nelle nostre occasioni non abbiamo invece segnato. Dovevamo fare più possesso palla e se riesci a far quello per 30'-40', è chiaro che perdono distanze e non fanno contropiedi".

Infine, dal punto di vista prettamente tattico, il tecnico ha voluto rispondere a chi gli imputava di aver cercato troppo lo sfondamento centrale contro una squadra "a catenaccio" come la Lazio, sostenendo la bontà delle sue scelte: "Si deve entrare nelle situazioni tattiche. Se tieni due terzini alti, poi nessuno può rientrare sulle loro ripartenze. Dentro il campo invece si può palleggiare perché gli tieni alti i loro quinti. Si possono creare dei buchi, come fatto da Dzeko in avvio. Se i terzini stanno più in mezzo possono rientrare se perdiamo palla. È chiaro che se poi si riconquista palla e si prova a risolverle in maniera individuale, non va bene. Non siamo squadra da singoli, abbiamo un bel gioco individuale, quello dobbiamo fare. "

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Andrea Fabbian
Pane, Roma e basket