"Anche se dovessi segnare non esulterò. Io lì sono stato bene e porto Udine nel mio cuore. Certo, pensavo che avrebbero fatto qualcosa in più per comprarmi e trattenermi". Tra passato, presente e futuro, Duvan Zapata è intervenuto ai microfoni della Gazzetta dello Sport e, senza alcun pelo sulla lingua, ha parlato dei suoi trascorsi in Friuli con la maglia dell'Udinese - contro i quali giocherà domani pomeriggio - oltre che in Campania, dove in pochi hanno creduto in lui, e di quanto fatto in questi primi giorni alle dipendenze di Marco Giampaolo con la Sampdoria

Il centravanti colombiano torna anche sulla parentesi partenopea, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa, prima di voltare pagina e guardare al blucerchiato: "Il Napoli? Non mi hanno considerato. Ero reduce dalla mia migliore stagione in Italia, credevo di poter dire la mia. invece sono rimasto due mesi emarginato, allenandomi a parte. Per fortuna è arrivato Ferrero, che ha fatto tanto per portarmi qui. Tra l’altro lui mi voleva già due anni fa, quando l’allenatore era Zenga".

Uno sguardo anche ai momenti difficili trascorsi fuori dal campo, con Zapata che parla così del suo rapporto con il calcio, che lo ha aiutato a superare gli ostacoli della vita quotidiana: "Ho passato momenti difficili: quando avevo vent’anni è mancata mia madre mentre ero in ritiro con la nazionale Under 20. Il calcio mi ha aiutato a concentrarmi su qualcos’altro, ma, appena arrivato all’Estudiantes, mi sono rotto il perone e sono stato fuori 4 mesi. Solo, lontano dalla famiglia e da tutto: non è stato semplice. Ma sono andato avanti".

Infine, come detto, dal passato al futuro, con i nuovi obiettivi - di squadra e personali - bene impressi nella propria mente: "Punto a battere il mio record di gol in una stagione, 10, realizzato a Udine e a migliorare sempre. Io sono fatto così: ho imparato qualcosa da ogni allenatore che ho avuto. Obiettivi stagionali della Sampdoria? La Champions è un sogno, l’Europa League un traguardo più alla portata. Parlando con i compagni ho capito che il salto di qualità si può fare in partite come quella di sabato. Vincere contro le grandi conta, ma è con le formazioni medie e piccole che puoi fare la differenza".