Gino Pozzo è un tipo abbastanza risoluto e rapido nelle decisioni, basti vedere la scelta immediata di Iachini dopo l'affare saltato con Pioli. Fa quindi molto strano che, nonostante Delneri sia un po' stato etichettato come "salvatore della patria" da tifosi ed addetti ai lavori, ancora non ci sia il rinnovo ufficiale del contratto del tecnico di Aquileia. L'accordo in essere infatti scade il 30 giugno di quest'anno, ma ha un'opzione di rinnovo automatico da parte della società (questa invece scade il 31 maggio). I motivi di questa indecisione non sono chiari e sono soprattutto difficilmente comprensibili.

Mister Delneri ha fatto tutto ciò che poteva e doveva fare al momento del suo arrivo sulla panchina friulana, dopo l'esonero di Iachini, arrivato grazie al netto 0-3 con cui la Lazio si è imposta allo Stadio Friuli (Dacia Arena) nel girone d'andata. Ha preso una squadra che non aveva un'identità precisa, con tanti cambi di idee sul modulo e più di qualche giocatore con un ruolo imprecisato (basti pensare al Fofana usato come schermo davanti alla difesa). Il tecnico ex Hellas Verona ha preso questa rosa ed ha iniziato a rimettere le cose a posto, partendo dalla testa. Innanzittutto ha deciso di prendere il 4-3-1-2 di Iachini e lo ha trasformato in un 4-3-3, rendendolo il cannovaccio di base per tutti i lavori tattici. Poi ha preso Fofana, investimento più costoso dell'estate e sparito nelle prime giornate di campionato (uno dei motivi del cambio di panchina), e lo ha messo come mezzala, dandogli più fiducia e compiti più consoni alle sue caratteristiche. Infine ha allargato De Paul, causandogli qualche problema, dato che da trequartista era il perno fondamentale della squadra, ma permettendogli anche di lavorare meglio sui suoi limiti. Già solo con questi passi, l'Udinese è rinata, sfornando una grande prestazione allo Juventus Stadium (nonostante la sconfitta) e raccogliendo molti punti nelle partite immediatamente successive (2 vittorie consecutive e 2 pareggi in 4 partite).

Poi un periodo di appannamento e la ripresa, frutto sempre del lavoro settimanale di Delneri, che ha iniziato a conoscere meglio la squadra, ha coltivato Samir e Jankto come esterni sinistri (idea iachiniana) e rivitalizzato Duvàn Zapata, facendolo giocare di più con la squadra. Così la squadra non solo ha già praticamente la salvezza in tasca, ma ha anche ottime basi su cui lavorare. Samir, Fofana, Jankto e De Paul sono già quattro giocatori titolari che, se dovessero trovare la giusta continuità, possono portare la squadra lontano. Se poi contiamo che il mister sta riuscendo a tirar fuori il massimo anche da giocatori considerati "stagionati" come Danilo, Hallfredsson, Felipe e Thereau, il quadro, positivissimo, è completo. Pochi i nei. Praticamente solo Balic e Lucas Evangelista sono investimenti societari rimasti un po' ai margini, ma il tecnico sa della loro presenza e li sta studiando, soprattutto in amichevole (Balic, nell'ultimo match con l'NK Istra, non ha assolutamente brillato), come Ewandro, talentuoso, ma ancora fragilino per i ritmi della Serie A.

Ma allora perchè per l'anno prossimo ci sono ancora dubbi su chi ci sarà in panchina? Poche ipotesi e soprattutto poco credibili. Forse Gino Pozzo vuole attivare la clausola all'ultimo per evitare rilassamenti della squadra, dato che ormai l'obiettivo è raggiunto e ci sono ancora svariate partite da giocare. Difficile che ci siano altri nomi invece dietro Delneri, il quale sembra essere il migliore profilo che l'Udinese possa permettersi in questo momento. A meno che non ci sia la voglia della dirigenza di cercare una guida tecnica meno costosa, dato che non sappiamo giustamente che cifre percepisca il tecnico di Aquileia e ci sono tanti nomi meno altisonanti e quindi meno onerosi. Queste sono illazioni, ma per capire perchè il contratto non sia stato prolungato solo queste si possono fare. Un'ultima possibile risposta potrebbe essere la cessione della società. Che i Pozzo e la Red Bull stiano parlando non è un segreto. Non si sa se per il pacchetto completo o per un inserimento del colosso austriaco in società, cosa che tra l'altro i tifosi non apprezzerebbero per nulla, come hanno dimostrato le proteste in estate, quando erano forti le voci di una possibile cessione. Nel caso in cui la dirigenza e Mateschitz stiano effettivamente trattando, è possibile che Delneri non sia il profilo ritenuto adatto dalle zone più a nord di Udine. Insomma, tante chiacchere, l'unico a sapere la verità è il "capo", che a questo punto pare darà una risposta solo a maggio. E intanto si vocifera...

VAVEL Logo
About the author
Davide Marchiol
Nato e cresciuto ad Udine. Udinese e rap le mie passioni principali, con un certo ascendente verso il Crotone, viste le origini calabre, ma non mi precludo nessuna strada.