Il 2017 è l'anno del ritorno nelle posizioni di vertice della Ferrari. Infatti, nell'era ibrida dominata dalla Mercedes, la scuderia di Maranello mai è stata una delle papabili per la vittoria nel campionato costruttori e nessuno dei suoi piloti si è mai trovato nelle condizioni di poter competere gara dopo gara per il titolo mondiale. Nell'anno in corso invece, si nota ancora un vantaggio della squadra campione in carica, seppur con un distacco assai più contenuto rispetto alle stagioni scorse, mentre Sebastian Vettel è il leader del campionato a seguito dell'undicesima gara. 

Quello che vorremmo esporre in questo pezzo, non riguarda tanto quelle che sono le diversità delle due vetture di vertice, riconducibili al solito passo corto vs passo lungo (che merita un articolo a parte). Quello che vorremmo approfondire riguarda più specificatamente il recupero medio che a Maranello sono riusciti a mettere in atto dal 2016 al 2017. Per fare questo però, è necessario una breve introduzione "ai numeri" che andremo a rappresentare, onde evitare di non essere capiti.

Il tipo di dato che andremo a confrontare è quello del distacco al km tra Ferrari e Mercedes in qualifica. Dunque i numeri che "tireremo fuori" sono tutti relativi al distacco che la Rossa ha presentato nei confronti della vettura di Brackley nelle prime gare di quest'anno, che potranno quindi essere comparate con le medesime della stagione passata. Il fatto che il gap sia "al km" ci aiuta a capire il miglioramento "intrinseco" da un punto di vista ingegneristico della vettura, così da uscire dalle distinzioni che si hanno, a parità di circuito, lungo i diversi settori della pista. Il tutto verrà fatto secondo le rilevazioni fatte in qualifica, in quanto è l'unica sessione nel corso dei vari week-end di gara in cui tutti vanno al massimo, cercando tutto il possibile che la vettura è in grado di fornire, a differenza ad esempio della gara, che, tra gestione gomme, strategie, marcamento a uomo tra i vari concorrenti e gestione delle componenti, porta ad avere delle prestazioni "controllate" quindi non riconducibili al picco di prestazione consentito. Ad onor del vero va detto che, per le regole del parco chiuso che abbiamo spiegato a seguito del Gran Premio del Bahrein qui, è probabile che l'assetto usato in qualifica potesse essere meno performante sul giro secco e più indicato sul passo gara, ma la scelta del confronto dei dati raccolti in qualifica risulta essere quella più vantaggiosa, con meno variabili da considerare.

Quindi l'idea non è quella di approfondire più di tanto in quali aree della vettura la Ferrari sia migliorata maggiormente (anche se qualcosa andrà accennato) ma semplicemente capire, complessivamente, di quanto sia diminuito il gap rispetto alla Mercedes. 

Da questo grafico possiamo tirare fuori il numero che ci interessa. La Ferrari è passata dal pagare circa un decimo e mezzo al chilometro alla Mercedes dello scorso anno, al mezzo decimo della stagione in corso. Dunque, considerando una media di 4 chilometri nei diversi tracciati, si può dire che mediamente il recupero sia stato di circa 4 decimi, sul giro secco, che poi sarà un pò di più o di meno a seconda della lunghezza dei circuiti in questione.

Nel grafico appena sopra andiamo un pochino più nello specifico. Si può notare infatti la variazione del distacco relativo nelle gare comparabili, ovvero quelle in cui si è già corso anche quest'anno. La prima annotazione da fare è che il confronto riguarda quanto visto nelle prime 10 gare del campionato, quindi non troveremo il confronto con l'ultimo Gran premio d'Ungheria. 

Quello che si può dire, solo guardando il diagramma poco sopra, è che ci sia stato un miglioramento generalizzato più o meno su tutte le piste, con circuiti come quelli di Sochi e Montecarlo in cui nel 2017 (linea azzurra) è stata la Ferrari la più veloce, come viene indicato dal numero "negativo". Interessante notare come il Gran Premio del Canada (gara 7) sia stato l'unico in cui quest'anno la prestazione relativa risulti peggiorata rispetto al 2016, un pò per il giro fenomenale fatto registrare da Lewis Hamilton nell'annata in corso che gli è valso la pole position ed un po' per l'assetto della Rossa che forse era più indicato per il long run, come vi avevamo anticipato prima della gara canadese in questo articolo. E' altresì interessante notare che nella gara più difficile del 2017 della Ferrari, nel confronto con la Mercedes, ovvero il Gran Premio d'Inghilterra (gara 10), viene comuqnue misurato un miglioramento prestazionale di rilievo rispetto alla stagione passata. 

Possiamo inoltre discutere due aspetti dalle curve sopra riportate. Il primo riguarda l'entità del miglioramento della prestazione relativa, che si può notare essere maggiore in circuiti dove la prestazione motoristica assoluta risulti "meno importante" nella performance complessiva anche se, su una pista come quella di Silverstone in cui la power unit risulta molto sollecitata, si è notato un miglioramento di rilievo. A questo bisogna aggiungere come sui rettilinei, anche di circuiti low power sensitive, nel corso della prima metà del 2017, la SF70H abbia fatto registrare delle prestazioni velocistiche sicuramente più vicine a quelle della Mercedes. Dunque si può concludere che a Maranello, il balzo prestazionale non sia stato dovuto solo alla scelta del passo corto con relativo assetto più rake, ma anche ad un miglioramento nelle aree della power unit.

Altro aspetto che si può notare dal medesimo grafico, riguarda i trend rappresentati dalle linee rettilinee, che stanno ad indicare come varia il distacco in progressione a quanto visto sin'ora. Se infatti la linea rossa rappresenta il gap nei confronti della Mercedes nel 2016, con relativo aumento nel corso della stagione (curva non perfettamente orizzontale ma "in salita") possiamo notare come la stessa cosa venga rappresentata per il 2017, seppur con una entità decisamente minore. Questo sta a dimostrare, nel corso di questo campionato, il miglioramento netto della W08, dunque rispetto ad inizio stagione il divario si è leggermente ampliato, pur rimanendo in valori non "esagerati" come l'anno scorso.

Questi sono i numeri del recupero della Ferrari dal 2016 al 2017.

 

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 Oreste Sicilia
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