Restaurazione. Chris Froome sfrutta lo strappetto finale per sorprendere i rivali alla maglia gialla, solo Rigoberto Uran è pronto per balzare sulla ruota del leader del Team Sky. Aru naufraga lontano, ancora una volta senza compagni di squadra. Una spallata importante, all'alba di una tappa non proibitiva ma certo carica di tensione. Disegno difficile, quattro Gpm, una chiusura da interpretare in modo corretto. 

Dopo una manciata di chilometri accomodanti, Gpm di prima categoria, circa 9 chilometri, la pendenza media è superiore al 6%. La seconda asperità di giornata - la Cote de Vieurals - può incentivare eventuali attacchi, si può costruire lungo questi tornanti un tesoretto da difendere in seguito. Al termine, inizia una lunga fase di studio, terreno irregolare, ma nessuna scalata rilevante. 

Il traguardo volante, posto al km.96, pilota verso la seconda parte di tappa. Picchiata decisa e prime rampe del Col de Peyra Taillade. 4km al 6%, poi una brusca impennata, si scollina oltre il 10%, punte del 14%, prima di un frangente in falsopiano in cui respirare. Epilogo ancora duro, al 7%.

Dopo la discesa, ultimo strappo, Cote de St.Vidal, 1.9km al 6.8% di pendenza media. Siamo a 13 chilometri dal termine, chi guadagna qui può lanciarsi all'arrivo. 

Attenzione ad alcuni uomini classifica, pronti a strappare applausi e secondi. Il percorso favorisce sortite da lontano, ribaltoni imprevisti. Contador, ma anche Aru, senza dimenticare i cacciatori di tappe, il Tour si infiamma. 

Il percorso 

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo