Chris Froome supera indenne la prima chiamata alpina. Resiste alle stoccate di Romain Bardet e, con il prezioso aiuto di Mikel Landa, stacca Fabio Aru. Con una cronometro ancora a disposizione, la vittoria finale è a un passo. Un passo però importante, perché il Tour propone l'inedito arrivo sull'Izoard. I chilometri da percorrere sono 179.5, tre i gran premi della montagna lungo la strada. Avvio a Briancon, la parte iniziale non propone alcuna difficoltà altimetrica. La prima Cote - Cote des Demoiselles Coiffees - misura 3.9 chilometri, con pendenza media del 5.2%, non rappresenta quindi un ostacolo particolarmente probante per gli uomini di classifica, può invece fungere da trampolino per la fuga, probabilmente già in atto a questo punto della corsa. Poco dopo lo scollinamento, breve discesa e strada che volge nuovamente all'insù. Al chilometro 91.5, traguardo volante.

Entriamo nella fase decisiva, il gruppo si avvicina rapidamente al Col de Vars. Salita vera, con pendenza irregolare. Nel complesso, l'ascesa misura oltre 9 chilometri e presenta frangenti al 13%, strappi in grado di sciogliere il plotone. Chi vuole cambiare le sorti del Tour, deve muoversi in questi chilometri, sfogliare il Team Sky, isolare Chris Froome. Dalla vetta, infatti, mancano sì 50 chilometri al traguardo, ma una ventina sono di discesa, il resto è nuovamente salita, con l'Izoard, per l'occasione posto come traguardo di tappa.

14.1 chilometri, 7.3% di pendenza media e le tossine di tre settimane o quasi ad alterare le forze in campo. Aru deve rapidamente recuperare dopo il passaggio a vuoto di ieri - la sua condizione appare in calo - Bardet è l'unico ad avere il coraggio per porre quesiti a Froome, Uran sembra correre di rimessa, per il podio più che per il successo finale. Può rimescolare le carte, ancora una volta, Alberto Contador, ripreso ieri al termine del Galibier e atteso all'ultima recita di qualità sulle strade del Tour. L'evoluzione della corsa può offrire un'occasione, fondamentale cogliere la mano tesa della strada. Froome osserva dall'alto, ma non appare imbattibile. 

Il percorso 

VAVEL Logo
About the author
Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo