Il doping torna ad occupare le prime pagine dei quotidiani all'alba di una competizione importante. Alle porte del Giro 100, i casi Pirazzi - Ruffoni, a una manciata di ore dall'attesa Vuelta, la caduta di Samuel Sanchez. Decisivo un controllo in data 9 agosto, la sostanza è il GHRP-2, un ormone della crescita, la medesima dei due citati ciclisti italiani. Immediata la presa di posizione della BMC, la squadra del campione spagnolo. Sospensione e niente corsa a tappe, in attesa di una luce più chiara sull'intera vicenda. Manca la replica del diretto interessato, difficile però un esito diverso dalle contro-analisi. 

Una macchia che rischia seriamente di contaminare una lunga carriera. Samuel Sanchez è un classe '78, è quindi agli ultimi colpi di pedale, dopo una vita all'Euskatel Euskadi e il passaggio, nel 2014, alla BMC. Un corridore straordinario, in grado di ritagliarsi uno spazio significativo tanto nei grandi giri, Tour e Vuelta, che nelle classiche di un giorno. Cinque i successi di tappa alla Vuelta, sulle strade di Francia, invece, soprattutto la seconda posizione nella generale del 2010. 

Un successo di tappa anche nella stagione corrente, assolo alla Volta a Catalunya, nella seconda uscita, una cronometro individuale di poco più di 40 chilometri. Nel complesso, 29 vittorie da professionista, uno score di peso per un riferimento del ciclismo mondiale. Tegola che oscura una partenza da Nimes particolarmente interessante. All'edizione al via, infatti, non manca nessuno, eccezion fatta per Nairo Quintana. L'ultima recita di Alberto Contador, l'orgoglio azzurro di Aru e Nibali, l'agile incedere di Bardet, i propositi di Froome, nel mezzo il "caso-Sanchez", pagina nera ad oscurare il cielo di Spagna.  

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Johnathan Scaffardi
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