L'All-Star Weekend 2017 non è di certo stato così spettacolare da essere ricordato tra i migliori di sempre, ma come ogni anno, anche questo ha riservato momenti di emozione e divertimento. Andiamo a riviverlo insieme, da venerdì a domenica, nelle dieci immagini più belle.

10. Il padrone della festa
Con l'aiuto dei compagni (e la complicità degli avversari) Anthony Davis diventa il protagonista assoluto dell'All-Star Game, infrangendo il record di Wilt Chamberlain (42) con 52 punti segnati. Il meritatissimo premio di MVP viene consegnato al The Eyebrow nella sua città, New Orleans, dove sta provando a trascinare i Pelicans, stagione dopo stagione, nelle posizioni che contano. Da oggi potrà contare su uno scudiero di tutto rispetto: DeMarcus Cousins.

9. In prima fila
Da grande appassionato di NBA, nonché ex-proprietario della franchigia della sua adorata Brooklyn, i Nets, Jay-Z non poteva perdersi lo spettacolo dell'ASG. Per l'occasione, il rapper si è presentato in ottima compagnia: tra lui e sua moglie Beyoncé Knowles, la splendida Blue Ivy.

8. White men can... dribble!
A vincere lo skills challenge, la gara di abilità che combina palleggio, passaggio, rapidità e tiro dall'arco, è stato il lettone Kristaps Porzingis, al secondo anno in NBA con i New York Knicks. Segni particolari? Misura 220 cm. Game has changed.

7. La vecchia scuola
Il celebrity game del venerdì offre sempre la possibilità di vedere qualche sfida dal gusto vintage. Sul campo, tra una risata e l'altra, due che qualche partita in NBA l'hanno giocata: Baron Davis e Jason "White Chocolate" Williams.

6. DJ sul DJ
La prima schiacciata della gara di Deandre Jordan, centro dei Los Angeles Clippers, ha visto la partecipazione di un ospite speciale: Dj Khaled, amico di diverse superstar della lega, è stato saltato di netto insieme a tutta la sua console. Lui, dal canto suo, ha immortalato il momento registrando un video-selfie. Inusuale e molto d'effetto.

5. Un reporter d'eccezione
L'atmosfera goliardica della settimana delle stelle non si limita alle giocate sul parquet, ma regala anche simpatici siparietti tipo questo: un Draymond Green in versione Craig Sager (mai dimenticato) intervista Kevin Durant nello spogliatoio.

4. Parlare la stessa lingua
Tra le tante personalità di spicco a bordocampo si è intravisto anche Ronaldinho, che ha colto l'occasione per scambiare saluti e chiacchiere con molti dei protagonisti. Dopo Curry e Antetokounmpo, ecco l'ex-pallone d'oro immortalato fianco a fianco con LeBron James. Diverso lo sport, uguale lo smisurato talento.

3. Piovono palloni
Nella sfortunata esperienza di Aaron Gordon allo Slam Dunk Contest, che ha visto il doppio zero dei Magic incapace di ripetere la splendida prestazione dello scorso anno, qualcosa ha comunque colpito gli spettatori al palazzetto e dietro i televisori. L'assist per inchiodare la prima schiacciata, infatti, gli è arrivato direttamente da un drone ideato da Intel, capace di lasciar cadere la palla da diversi metri di altezza. Ottima l'idea, meno la realizzazione: Gordon non ha superato lo sbarramento del primo turno.

2. Una cosa a tre
Glenn Robinson III si aggiudica il titolo di miglior schiacciatore ideando (e realizzando) questa cosa qui: palla inchiodata saltando sopra Paul George (per la cronaca, 2.06 metri di altezza), la mascotte dei Pacers ed una coraggiosa cheerleader. Sventato il pericolo di tamponamento a catena, il risultato è un'esecuzione poderosa che gli vale il massimo del punteggio.

1. Steph, così è troppo...
Poco dopo aver incassato un poster da Antetokounmpo, Steph Curry vede il greco rubare palla e lanciarsi a canestro per un'altra schiacciata. Da unico difensore, il due volte MVP decide stavolta di tenersi al riparo dai pericoli... sdraiandosi sul parquet!

0. (EXTRA) L'evoluzione della grandezza
Piccola pillola straordinaria, in video invece che in foto: il meraviglioso show dei The Roots, band di Philadelphia, per aprire la domenica delle stelle. Un musical per raccontare l'evoluzione della grandezza in NBA. Semplicemente imperdibile.

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About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.