Lavori in corso. E' il cartello affisso fuori al Golden 1 Center, la casa dei Sacramento Kings. Chi diede del folle al general manager Vlade Divac nel Febbraio 2017 dopo la trade che condusse DeMarcus Cousins a New Orleans in cambio di noccioline - Hield, Galloway ed Evans più una prima scelta del Draft 2017 - si sarà ricreduto. Un'operazione che fece discutere tanto, e che indebolì una squadra già piuttosto bizzosa, poco competitiva, che si è congedata ad aprile con un record di 32 vittorie e 50 sconfitte, 12^ posto ad Ovest a nove gare di distanza dai Portland Trail Blazers ottavi, ultimi a staccare il pass per i playoffs. A distanza di cinque mesi, lo scenario è mutato, e le considerazioni negative espresse intorno ai californiani hanno lasciato spazio a ben più confortanti speranze. Iniziando dal coach, David Joerger, che dopo tre positive annate vissute alla guida dei Memphis Grizzlies, ha accettato di buon grado la destinazione Sacto, ed a 42 anni avrà la grossa chance di rilanciare una franchigia reduce da anni grigi, da 11 anni assente dal tavolo imbandito della post season.

Fonte: AP Photo/David Zalubowski
Fonte: AP Photo/David Zalubowski

Molto, è passato dal Draft del Barclays Center. I Sacramento Kings hanno usufruito della loro naturale scelta, la quinta, ed hanno pescato De'Aaron Fox, guardia uscita da Kentucky dove ha chiuso la stagione scorsa con 16.7 punti, 3.9 rimbalzi e 4.6 assist di media. La point guard classe 1997 promette di essere l'uomo franchigia, con Skal Labissiere e Buddy Hield compagni molto intriganti. I Kings, titolari anche delle scelte 15 e 20 (scambiate con i Trail Blazers, ai quali hanno dato in cambio la pick numero 10), hanno aggiunto al proprio roster due ali, corrispondenti ai nomi di Justin Jackson e Harry Giles: il primo, utilizzabile nello spot di 'tre', è uno scorer puro, ed è stato eletto lo scorso anno ACC Player Of The Year avendo viaggiato su medie di prim'ordine, 18 punti a partita, mentre il secondo, nome con meno 'hype' rispetto ai precedenti, potrà ritagliarsi spazio poichè dotato di buona fisicità, seppur non sia un grandissimo realizzatore. 

Fonte: NCAA.com
Fonte: NCAA.com

Al secondo giro, con la chiamata numero 34, è stato infine selezionato il playmaker Frank Mason III, giocatore uscito dal college di Kansas etichettato da tutti come possibile steal del Draft 2017. Nella Summer League di Las Vegas, andata in archivio pochi giorni fa, ha sciorinato una signora pallacanestro, dimostrando di possedere uno skill set già molto variegato. La sua prestazione nella gara contro i Los Angeles Lakers, nella quale ha refertato 24 punti, 6 assist, 5 rimbalzi e 2 stoppate in 24' minuti d'impiego, ha strappato applausi scroscianti al pubblico presente, segno evidente che è un giocatore che dispone di grandi dote tecniche, già pronto al grande salto in NBA, a dispetto della scarsa considerazione nutrita dai GM nei suoi confronti. Non a caso, è stato nominato Player of the Year della Big 12 Conference. Da non dimenticare, inoltre, l'acquisto di Bogdan Bogdanovic, shooting guard classe 1992 che ha vinto l'Eurolega con il Fenerbahce lo scorso anno dimostrando di essere uno dei talenti più cristallini dell'intero basket del Vecchio Continente.

Fonte: Ronald Martinez/Getty Images
Fonte: Ronald Martinez/Getty Images

Ai giovani appartiene il futuro, certo, ma servirsi anche dell'usato sicuro spesso e volentieri è una scelta che premia. Il general manager Vlade Divac ha deciso di metter su un roster con il giusto mix tra giovani alle prime armi, dall'alto potenziale, e 'vecchietti' in grado di vantare esperienze pluriennali nella lega. Per questi motivi, Sacramento ha messo sotto contratto George Hill, ex playmaker dei Jazz che lo scorso anno è stato uno dei protagonisti dei mormoni giunti sino alle semifinali di Conference. Un uomo navigato, in grado di mettere in campo la giusta maturità, al servizio dei compagni di squadra più giovani. Maturità che di certo non manca a Zach Randolph, prelevato dai Memphis Grizzlies, il quale aldilà dei minuti nei quali sarà impiegato in campo, svolgerà anche il ruolo di chioccia ai meno esperti. Dopo otto anni di militanza in Tennessee, nei quali ha ottenuto 16.8 punti e 10.2 rimbalzi di media, e guidato gli Orsi per ben 7 volte ai playoffs, tra cui una finale di Conference, Z-Bo ha deciso di comune accordo con il front-office dei Grizzlies di cambiare aria, e tentare una nuova, stimolante, avventura professionale. Con ogni probabilità, dividerà il minutaggio con Willie Cauley-Stein, con quest'ultimo che finalmente potrà saggiare maggiormente il campo poichè non chiuso dalla grossa sagoma di DMC. Il pivot di Spearville, anche se utilizzato poco, ha lasciato intravedere buonissime qualità, realizzando 8.1 punti di media a partita, impreziosendo la statistica personale con 4.5 rimbalzi. Al termine della stagione 2015-2016 è stato inserito nell'NBA All Rookie Second Team.

Non contenti, si è deciso di dare un tocco vintage al roster che affronterà la prossima stagione, e quindi è stato firmato Vince Carter con un contratto annuale da 8 milioni di dollari. Il giocatore, arrivato alla diciannovesima stagione in NBA, andrà a rinforzare lo 'zoccolo duro' di veterani che la dirigenza dei Kings ha deciso di affiancare alla terribile gioventù calamitata dalle parti del Golden 1 Center tra trade e scelte al Draft. Vincredible, alla veneranda età di 40 anni, a Memphis ha dimostrato di poter dare ancora tanto sul parquet, seppur il suo fisico non sia più esplosivo come nei suoi giorni migliori. Verrà quindi utilizzato dall'head coach Jorger come backup dei vari Hield, Fox, Jackson. 

Fonte: Justin Ford-USA TODAY Sports
Fonte: Justin Ford-USA TODAY Sports

Certo, in una Western Conference sempre più competitiva, e livellata verso l'alto, l'obiettivo dei Kings, ovvero quello di fare capolinea nuovamente ai PO, resta alquanto complicato da raggiungere, anche considerando il fatto che i primi 5 posti con ogni probabilità saranno occupati da Golden State, Houston, San Antonio, Minnesota ed Oklahoma City, sulla carta squadre nettamente più forti, attrezzate, rispetto alla concorrenza. La lotta per i restanti tre posti sarà molto serrata, poichè in molti hanno la forza di poterci provare e nel lotto delle 5-6 squadre che ai nastri di partenza della prossima regular season partiranno dietro, nel secondo gruppone, annoveriamo anche i Sacramento Kings, squadra intrigante, costituita da un giusto mix tra talento, gioventù ed esperienza. Che sia l'anno buono? In quel di Sacramento credono fermamente nel gruppo appena nato, e del resto hanno tutti i buoni motivi per essere fiduciosi. 

 

 

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About the author
Andrea  Indovino
Amo lo sport in tutte le sue infinite sfaccettature. Seguo principalmente il calcio ed il basket a 360° gradi, ma assiduamente anche il mondo della Formula 1, la Moto GP ed il ciclismo, specie le grandi corse a tappe. La mia è una voglia infinita di SAPERE, del resto Seneca affermava: Sii servo del sapere se vuoi essere veramente libero.