"Credo che Kyrie Irving verrà scambiato. Lui e i Cavs troveranno una soluzione che possa accontentare entrambe le parti: è meglio per tutti". Pensieri e parole, datati solo poche settimane fa, di David Griffin, ex general manager di Cleveland, che lo spogliatoio della franchigia dell'Ohio lo conosce bene, per esservi stato all'interno fino al 30 giugno scorso. Dopo un mese di voci e indiscrezioni, ecco infatti materializzarsi l'addio di Kyrie Irving ai Cavaliers, fortemente voluto dal giocatore, realizzatosi forse nella maniera più improbabile, ovverosia attraverso l'approdo - via trade - al principale avversario della squadra di LeBron James nella Eastern Conference, i Boston Celtics. 

Danny Ainge e soci non ci hanno pensato troppo su, nella consapevolezza che avere dalla loro parte Kyrie avrebbe significato perdere due pedine fondamentali del sistema di Brad Stevens, come Isaiah Thomas e Jae Crowder (nella trade anche il centro Ante Zizic e una prima scelta, via Brooklyn Nets, al prossimo NBA Draft): "Per noi è stata una giornata da montagne russe - le parole di Ainge, riportate da Jeff Goodman e Adrian Wojnarowski di Espn - perchè abbiamo dato via Isaiah, Jae e Ante. Soprattutto Isaiah e Jae, che sono stati una parte importante della nostra squadra, dei nostri successi, e che ci hanno guidato nella costruzione di una nuova cultura. Ecco perchè questo è un giorno molto, molto difficile, ma allo stesso tempo un momento estremamente entusiasmante, con la possibilità di aggiungere al nostro roster uno dei migliori attaccanti dell'intera NBA. Per prendere Kyrie abbiamo dovuto pagare un prezzo alto, ma d'altronde non sarebbe stato possibile altrimenti: si tratta di un venticinquenne che partecipa ogni anno all'All-Star Game, un giocatore che si integra al momento giusto nella nostra squadra, uno dei migliori elementi offensivi della lega. Abbiamo valutato a lungo se cedere la scelta al Draft 2018 di Brooklyn, per noi aveva molto valore, ma evidentemente Kyrie ne ha avuto di più, è semplice". La sponda Celtics della trade di fine agosto sembra uscire vincitrice dallo scambio tra le due finaliste degli scorsi playoffs della Eastern Conference. I biancoverdi hanno sì perso il loro leader tecnico ed emotivo - Isaiah Thomas - ma hanno acquisito una delle migliori point guard dell'NBA, dal bagaglio tecnico ancora superiore rispetto a quello di Isaiah, i cui margini di miglioramento sono tutti da scoprire, in una squadra in cui non ci sarà LeBron James. L'addio di Crowder lascia i Celtics senza un giocatore di ruolo, difensore e tiratore perimetrale, rimpiazzato però da Gordon Hayward e all'occorrenza dal rookie Jayson Tatum, giocatori diversi chiamati subito a integrarsi nel sistema di Stevens. Possibile che nella scelta di Ainge abbia giocato un ruolo anche la volontà di offrire maggior spazio al sophomore Jaylen Brown, scelto alla numero tre al Draft dello scorso anno.

Fronte Cavs, l'esito della vicenda Irving è tanto scontato quanto sorprendente. Scontato perchè erano in tanti, tra gli addetti ai lavori NBA, a immaginare l'addio di Kyrie dopo la rottura, esplicita e definitiva, con LeBron James e il resto dello spogliatoio. Sorprendente per la destinazione: i Boston Celtics rappresentano infatti la principale rivale di Cleveland per il trono di re della Eastern Conference. Senza Irving, i Cavaliers perdono un giocatore in grado di segnare in qualunque modo e momento, non sempre continuo, forse non un playmaker vecchio stampo, ma un realizzatore che già in passato aveva fatto le fortune della squadra. Ora, nello slot di point guard, si alterneranno Thomas, la cui elettricità contagerà ben presto anche la Quicken Loans Arena - una volta smaltito l'infortunio all'anca - e Derrick Rose, backup di IT a caccia di un anello mai vinto in carriera. Così come Irving, Thomas dovrà abituarsi ad avere meno la palla in mano rispetto ai tempi di Boston, con la prospettiva di dividere il lavoro di playmaking con James, passatore immaginifico e vero motore dell'attacco di Cleveland. IT in versione realizzatore, soprattutto tiratore insomma, ma non solo, perchè avere un altro penetratore potrà soltanto giovare alla batteria dei tiratori a disposizione di Tyronn Lue. Da non sottovalutare l'innesto di Jae Crowder: se a Boston l'ex Dallas Mavericks sembrava ormai chiuso dai nuovi arrivi, a Cleveland potrà ritagliarsi uno spazio importante, rappresentando quel famoso two way player che i Cavs stavano cercando da un'estate intera (contatti anche per Danny Green degli Spurs nei pressi del Draft). Tiri da tre e difesa individuale: ecco il compito di Crowder, da oggi nella ristretta cerchia dei protetti di LeBron James, suo malgrado protagonista della vicenda Irving. Il Prescelto ha fatto - via Twitter - i migliori auguri a Kyrie per il prosieguo della sua carriera, perchè l'obiettivo è uno solo: vincere un altro titolo NBA, non importa con o contro chi. A Cleveland non ci sono più i Big Three, ma rimane comunque indiscutibilmente James l'uomo da inseguire, almeno per una stagione (player option 2018), che inizierà proprio dalla sfida della Quicken Loans Arena il giorno dell'opening night, il prossimo 17 ottobre. Una nuova pagina NBA, arricchita da una rivalità importante anche sul fronte orientale. 

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Andrea Russo Spena
Laureato in giurisprudenza, con una passione senza confini per lo sport. [email protected]