Le cinque sconfitte consecutive nelle prime cinque uscite dell’anno scorso sono costate caro allo Schalke 04: la stagione ne è risultata totalmente inficiata, livellandosi verso il basso. Il decimo posto finale in Bundesliga non accontenta né tifosi né dirigenza, sebbene il valore della rosa sia decisamente più alto. Così è stato deciso il cambio in panchina, sebbene Weinzierl avesse dimostrato nella seconda parte di annata di poter far crescere la squadra. A sorpresa è stato chiamato Domenico Tedesco, trentunenne con appena undici partite da capo allenatore di una prima squadra a curriculum, peraltro in 2.Bundesliga, con l’Erzgebirge Aue, salvato da una retrocessione che sembrava ormai scontata.

Il rischio di affidare ad un tecnico così inesperto una squadra di tale prestigio è altissimo, ma allo stesso tempo il nativo della Calabria ha mostrato un’idea di gioco chiara, ed è probabilmente questo che ha convinto la dirigenza ad affidargli la squadra. All’Erzgebirge Aue ha optato per un 5-4-1, mentre nelle precedenti esperienze (giovanili di Stoccarda ed Hoffenheim) si è orientato verso un 4-3-3. L’organico a disposizione a Gelsenkirchen gli permette di variare e utilizzare entrambi gli schieramenti, ed il mercato ha soltanto ampliato l’arco di alternative.

L’acquisto più importante è in realtà un recupero, quello di Breel Embolo, rimessosi dai problemi a perone e caviglia e finalmente a disposizione; insieme a lui anche due conferme – riscatti – di primo piano, quelli di Bentaleb e Konoplyanka per un totale di oltre 30 milioni di Euro. I nuovi innesti sono invece i giovani Harit e Insua, dal Nantes e dal Deportivo la Coruna, e l’esperto Oczipka, dall’Eintracht Francoforte. Oltre a Kolasinac, invece, hanno salutato la compagnia veterani quali Riether, Choupo-Moting, Huntelaar ed Aogo.

Disegnare l’undici su cui punterà Tedesco sarà difficile: in pre-campionato il tecnico ha variato tra le diverse soluzioni di gioco e soprattutto non ha avuto a disposizione Goretzka, titolare inamovibile – oltre a Meyer e Kehrer a mezzo servizio, causa Europero under-21. La logica imporrebbe di utilizzare uno schieramento che non si discosti da quello di Weinzierl ad inizio stagione, ma, come spiegato, potrebbe esserci il passaggio a tre dietro.

Non cambiano in ogni caso i pilastri su cui la squadra si dovrà poggiare, l’ossatura tutta tedesca composta da Howedes, Goretzka e Max Meyer: il primo è già una garanzia, mentre gli altri due sono attesi all’anno decisivo, all’anno che li proietta tra i grandi, in un percorso accomunabile a quello che deve compiere lo stesso Schalke 04, tornando almeno in Europa League, anche se chiedere la Champions non sarebbe chiedere la luna…

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]